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Venerdì, 29 Marzo 2024
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“Erasmus” per coltivatori e banda larga nelle zone rurali: le richieste all’Ue dei giovani agricoltori europei

Risorse, formazione e tecnologia: le parole d’ordine del Ceja per il futuro della politica agricola comune. Musumarra: "Servono incentivi a restare nelle campagne"

I giovani che vogliono lavorare nell’agricoltura devono superare ostacoli quali l’elevato costo della terra e la mancanza di accesso al credito, che vanno a sommarsi agli altri problemi del comparto agricolo, come il cambiamento climatico e l’incertezza sul raccolto. Per questo motivo il Ceja, Consiglio europeo dei giovani agricoltori, ritiene che Europa e Stati membri siano chiamati a fare di più per le nuove generazioni in vista della riforma della Politica agricola comune (Pac). L’organizzazione che rappresenta due milioni di agricoltori chiede maggiore impegno alla Commissione affinché le aree rurali diventino un luogo in cui “i giovani siano incentivati a rimanere e non a scappare”, spiega Alessia Musumarra, segretaria generale del Ceja. 

Budget e risorse vincolate

La Pac, a detta dei giovani agricoltori, andrebbe sostenuta in maniera più forte e soprattutto andrebbe incrementata la quota minima che ogni Paese membro deve destinare alle politiche di inclusione e ricambio generazionale per favorire forze fresche in agricoltura. “Il 2% - attualmente previsto - per i giovani agricoltori non è abbastanza”, sottolinea Musumarra. E inoltre “visto che il rinnovo generazionale è un’esigenza sentita da tutti gli Stati membri, chiediamo che le misure di insediamento per i giovani siano obbligatorie”, vincolando una parte del bilancio totale agli incentivi per le nuove attività ed evitare casi come quello dell’Irlanda “che non finanzia l’insediamento”.  

Passare il testimone alle nuove generazioni

“Una ricerca condotta dal Ceja nel 2017 ha rivelato che uno dei problemi maggiormente sentiti è quello dell’accesso alla terra”, spesso preclusa ai giovani per via dei costi molto alti e delle difficoltà che ne complicano il trasferimento tra generazioni, come precisa la segretaria generale: “anche all’interno della stessa famiglia”. Per questa ragione Musumarra chiede l’introduzione di “misure per il trasferimento della terra tra giovani e anziani”, ma anche di attività formative che permettano la trasmissione della conoscenza.

In questo senso “l’Italia sta introducendo delle misure che guardiamo con interesse”, spiega la segretaria generale, “come l’affiancamento” che permette ai giovani di lavorare con “un agricoltore più anziano e di subentrare nel momento in cui l’anziano decide di andare in pensione”. Il Ceja vorrebbe dunque inserire il turnover tra agricoltori a livello europeo, per promuovere il passaggio di consegne ed esperienza tra diverse generazioni. 

Erasmus per agricoltori 

Oltre all’affiancamento, l’agricoltura che hanno in mente le nuove generazioni passa anche per la mobilità europea e la diffusione di buone pratiche. “Vorremmo vedere una cosa simile al programma Erasmus”, spiega la rappresentante del Ceja, chiedendosi per quale motivo un agricoltore francese che vuole acquisire le migliori tecniche utilizzate in Italia non possa contare su un programma di supporto come quello degli studenti universitari. La mobilità degli agricoltori aiuterebbe a “crescere insieme come Europa e non semplicemente come singoli Stati”.

Credito e Wifi

Le ulteriori preoccupazioni dei giovani che non vogliono abbandonare le campagne dimostrano la difficoltà ad accedere al credito bancario e il gap tecnologico che rende più attrattivi i centri urbani come luoghi per fare impresa. Su quest’ultimo aspetto Alessia Musumarra rimarca l’importanza dello sviluppo della banda larga anche in provincia: “possiamo parlare di innovazione quanto vogliamo, ma se poi nelle aree rurali non c’è la connettività, è tutto inutile”. 

Cambiamento climatico

Come tutti gli addetti del settore agricolo, anche le nuove leve dell’agricoltura europea si preoccupano per il clima. “L’abbiamo visto con la siccità che ha colpito l’Europa quest’estate”, ricorda la segretaria. Musumarra evidenzia quanto sia l’agricoltore il primo a soffrire dell’instabilità del clima, che può metterne a repentaglio l’intero lavoro e può essere un fattore determinante per l’abbandono del settore agricolo. “Anche dopo pochi anni”, se si tratta di un giovane. 

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