rotate-mobile
Martedì, 19 Marzo 2024
Ambiente&Clima

"Gli italiani mangiano troppo pesce", il Wwf lancia guida per un consumo responsabile

Ne consumiamo in media 29 chili all'anno a testa, ben 6 in più del resto degli europei. E ad aprile esauriamo 'virtualmente' quello che proviene dai nostri mari

Gli europei consumano in media 23 chili di pesce all'anno, a testa. Gli italiani ne sono ancora più ghiotti, tanto che ne mangiano ben 29 chili all'anno. Ma per quanto possa sembrare in contraddizione con i consigli per una sana alimentazione, che spesso contemplano un maggior consumo di prodotti ittici, per il Wwf questi dati sono allarmanti. Il motivo? Sono l'altra faccia della medaglia di un sovrasfruttamento delle risorse ittiche che, secondo l'associazione ambientalista, sta depauperando la biodiversità dei nostri mari, costringendoci sempre più a importare pesce dall'estero. Se per esempio, noi italiani mangiassimo solo pesce pescato nei nostri mari, ad aprile avremmo già esaurito le scorte. E per il resto dell'anno dovremmo fare affidamento alle importazioni. In Europa, il giro di boa arriva a luglio.

"In questi ultimi vent'anni il problema globale della sovrapesca è aumentato drammaticamente - dice il Wwf in una nota - In più, la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, amplifica ulteriormente la pressione sugli stock ittici. Gli oceani e lo stesso Mediterraneo non sono in grado di sostenere i livelli di questa domanda tanto che il 78% degli stock ittici monitorati nel Mediterraneo risulta sfruttato al di sopra della loro capacità di rigenerarsi, mentre a livello globale sono circa il 33% gli stock ittici monitorati che risultano sovrasfruttati. Se non riusciremo a invertire questo trend, il rischio sempre più probabile è di andare verso il collasso degli stock ittici ossia la pressoché completa sparizione di alcune specie". 

Come far fronte a questa situazione? "Non è necessario un grosso impegno né grandi conoscenze: è sufficiente imparare a conoscere e applicare piccoli e semplici criteri di consumo per la salvaguardia degli ecosistemi e delle generazioni che verranno dopo di noi", spiega il Wwf, che a in questa ottica ha realizzato una guida online al consumo sostenibile che racconta quali sono i piccoli gesti responsabili che possiamo adottare negli acquisti di tutti i giorni, per dare il nostro importante contributo alla salvaguardia degli oceani e del Mediterraneo. Qualche esempio? Privilegiare specie poco comuni e preferibilmente locali, al posto del consumo delle specie più diffuse; utilizzare le etichette come fonte di informazioni utili nella scelta del pesce più sostenibile, evitare di acquistare esemplari troppo giovani, imparando a rispettare le taglie minime di ogni specie.

"Stiamo mettendo a rischio la sopravvivenza delle risorse naturali marine e con loro tutte le comunità che vivono di pesca come fonte di cibo e di reddito, dai villaggi del Mediterraneo fino agli arcipelaghi indonesiani", dice Eva Alessi del Wwf. "Si tratta di circa 800 milioni di persone - continua - Mai come oggi è stato di così vitale importanza mettere in atto comportamenti sostenibili per la salvaguardia degli ecosistemi marini. Il WWF è impegnato a favore di una pesca sostenibile a 360 gradi, con i pescatori locali affinché pratichino attività di pesca sostenibili in termini ecologici e socio-economici, con il coinvolgimento attivo delle aziende del settore perché si impegnino nella trasformazione delle proprie attività di approvvigionamento, e con i consumatori perché sia in grado di adottare comportamenti responsabili. É nostro dovere trattare gli oceani con più attenzione se vogliamo che la vita marina torni a prosperare e che il pesce continui a nutrire noi e le generazioni future". 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Gli italiani mangiano troppo pesce", il Wwf lancia guida per un consumo responsabile

AgriFoodToday è in caricamento