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Giovedì, 25 Aprile 2024
Filiera

Contro il caporalato Oxfam lancia la campagna “al giusto prezzo”

Migranti sfruttati nei campi e pagati la metà di quanto previsti dai contratti nazionali. L'Ong: “ Un reale impegno delle aziende è fondamentale per difendere i diritti dell'ultimo anello della filiera”

La vita per i migranti che lavorano nei campi italiani è spesso durissima, ai limiti della schiavitù. "In estate lavoriamo 15 ore al giorno, mangiando solo la sera. Quando siamo stanchi prendiamo l'oppio. Senza pasticche, come si può lavorare in queste condizioni?". Lo denuncia un esponente della comunità Sikh nel Lazio, in quell'agro pontino dove si coltiva intensivamente per larga parte dell'anno, ma con paghe ancora troppo lontane da quelle previste dal contratto provinciale: 4/4,50 euro l'ora invece di 9 euro lordi. Come lui, centinaia di migliaia di lavoratori sono vittime di sfruttamento e caporalato, abusi e salari da fame, lungo le filiere che portano frutta e verdura nei principali supermercati italiani. Per combattere questo fenomeno Oxfam ha lanciato la campagna 'Al giusto prezzo' per accendere i riflettori sulle ingiustizie che si celano dietro a moltissimi prodotti alimentari venduti sugli scaffali dei supermercati.

Dopo aver indagato le filiere di approvvigionamento dei principali supermercati stranieri e denunciato le pratiche commerciali con cui sono soliti imporre prezzi molto bassi ai produttori di piccola scala, con conseguenze devastanti per i braccianti e gli operai agricoli, Oxfam ha guardato all'Italia dove un lavoratore su due in agricoltura è irregolare. Le pagine del rapporto, da cui la campagna prende il via, analizzano il grado di impegno con cui i 5 più grandi operatori italiani della GDO (grande distribuzione organizzata) stanno affrontando il tema dei diritti umani nelle proprie filiere di produzione agroalimentare, contribuendo ad eliminare sfruttamento e abusi nelle campagne.

"Controllando il 75% di tutto il cibo e le bevande consumati nel nostro paese e 26.000 punti vendita, le aziende della GDO hanno l'enorme potere di decidere e orientare scelte e prezzi lungo l'intera filiera di produzione - ha detto Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia - L'estate scorsa, tra il 4 e il 6 agosto, in poco meno di 48 ore, 16 braccianti agricoli sono morti in incidenti sulle strade del foggiano: tornavano dai campi stipati come bestie sui mezzi di trasporto dei caporali. Un reale impegno delle aziende della GDO a cambiare politiche e pratiche del loro approvvigionamento è fondamentale per difendere i diritti dell'ultimo anello della filiera: i braccianti e gli operai che coltivano, raccolgono e confezionano il nostro cibo". Dai risultati dell'indagine è allarmante constatare la totale inazione rispetto alla tutela delle donne impiegate lungo la filiera: tutte e cinque le aziende ottengono infatti un punteggio pari a zero.

"Ci controllano dall'alto per poterci riprendere al minimo errore. Anche per andare in bagno dobbiamo passare i tornelli elettronici col nostro badge, così sanno quanti minuti ci mettiamo. Mi sento una macchina, solo che la macchina al posto mio avrebbe fatto i cestini marci e schifosi. Io l'unica cosa in più che ho della macchina è che tolgo il marcio. Siamo numeri, non si guarda il lato umano o la dignità della persona", racconta una lavoratrice di una fabbrica di inscatolamento di uva da tavola in provincia di Bari, costretta per una paga bassissima a turni di lavoro fino a 10 ore, durante i quali pesa e sigilla migliaia di scatole senza poter mai alzare lo sguardo dai nastri che velocissimi le scorrono sotto gli occhi.

Raccontando cosa si cela dietro al prezzo dei prodotti che tutti i giorni mettiamo nei nostri carrelli, Oxfam si propone di sensibilizzare tutti i cittadini nel ruolo di consumatori, coinvolgendoli in una petizione, diretta a stimolare e sviluppare nelle aziende al centro dell'indagine un modello di business socialmente sostenibile. Ciascuno firmandola, potrà infatti chiedere ai 5 big della grande distribuzione italiana di assumersi la responsabilità della tutela dei diritti umani nelle proprie filiere di approvvigionamento: iniziando da una valutazione dell'impatto delle proprie politiche e comunicando pubblicamente i risultati e gli impegni che ne deriveranno.

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