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Martedì, 23 Aprile 2024
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Dazi sul riso da Cambogia e Myanmar, Coldiretti: “Finalmente un deciso cambio di rotta”

Il presidente Prandini: “Ora occorre lavorare per estendere anche al prodotto non lavorato”

Con il ripristino dei dazi Ue sulle importazioni di riso da Cambogia e Myanmar c'è un “deciso cambio di rotta nelle politiche europee rispetto agli accordi commerciali preferenziali stipulati con Paesi che spesso non rispettano le condizioni produttive ed i diritti dei lavoratori vigenti all’interno dell’Unione, con gravi danni per i produttori e rischi per i consumatori”. Lo afferma la Coltiretti nel felicitarsi per il via libera al regolamento esecutivo della Commissione Europea che attiva la clausola di salvaguardia e pone fine al regime preferenziale che, secondo i calcoli dell'organizzazione, ha portato a un aumento del 256% nelle importazioni arrivando a ben 328 milioni di chili nel biennio 2017-2018.  

Oltre 2/3 degli arrivi riguardano la Cambogia e circa 1/3 il Myamar sotto accusa delle Nazioni Unite per “genocidio intenzionale”, “crimini contro l’umanita” e “crimini di guerra” contro la minoranza musulmana dei Rohingya costretta anche ad abbandonare i propri raccolti di riso a causa della violenta repressione da parte del governo. Con la pubblicazione del regolamento in gazzetta Ufficiale, afferma la Coldiretti, gli operatori commerciali che importano nell’Ue il riso lavorato e semilavorato proveniente dai due Paesi asiatici è previsto il pagamento di un dazio per un periodo di almeno tre anni, che parte da 175 euro a tonnellata nel 2019, a 150 euro a tonnellata nel 2020 fino a 125 euro a tonnellata nel 2021, con una possibile proroga di applicazione del dazio ove sia giustificata da particolari circostanze.

Per Coldiretti si tratta di una “misura necessaria per salvare la produzione nazionale colpita da una drammatica crisi che mette a rischio il primato in Europa dove l’Italia è il primo produttore di riso con 1,40 milioni di tonnellate su un territorio coltivato da circa 4mila aziende di 219.300 ettari, che copre circa il 50 % dell’intera produzione Ue con una gamma varietale del tutto unica”. “Si tratta del risultato della mobilitazione della Coldiretti nelle piazze italiane e nelle sedi istituzionali che ha portato Bruxelles a riconoscere il danno economico dovuto ai volumi di importazioni di riso, giustificando l’attivazione della clausola di salvaguardia e lo stop alle agevolazioni a dazio zero” ha rivendicato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “ora occorre lavorare per estendere anche al riso non lavorato”.

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