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Venerdì, 19 Aprile 2024
Lavoro

Italia popolo di agricoltori: prima in Ue per numero di occupati nei campi

E' quanto emerge da un'analisi del Centro studi di Confagricoltura: per valore della produzione dell'intero settore, siamo al terzo posto dietro Francia e Germania

E' l'Italia il Paese Ue con il più alto numero assoluto di agricoltori. Mentre per valore della produzione guadagnamo il tezo gradino del podio dietro Francia e Germania. E' quanto emerge da un'analisi del Centro studi di Confagricoltura sulla base dei dati Istat del 2019. 

In totale, sono 1.125.000 circa gli occupati nel settore primario italiano. Dietro di noi, Spagna e Francia. Nonostante il lieve calo del valore della produzione agricola italiana nel 2019 (-0,6%), l’Italia si conferma al primo posto in Europa anche per il valore della produzione delle attività agricole connesse (trasformazione, vendita diretta, agriturismo, ecc.), ossia per quello che puo' essere considerato l'indotto del lavoro sui campi. Se si allarga lo sguardo all'intero settore, invece, siamo al terzo posto, dopo Francia e Germania. 

Andando nel dettaglio dei vari comparti, cresce rispetto al crollo dello scorso anno la produzione di olive/olio (+31%) e di ortaggi (+10%), ma si è evidenziata una flessione delle produzioni vegetali (-2,1% in valore, -2,4% in volume), compensata solo in parte dalla crescita delle produzioni animali in valore (+0,8%) in valore e delle attività connesse (+2% in valore, +0,8% in volume).

Sempre dai dati Istat risulta che il comparto vitivinicolo segna un importante calo dei volumi di produzione (-12%) e dei prezzi di mercato (-6%) e un -17,2% del valore complessivo del comparto. In calo anche la frutta con -3% dei volumi, -5% dei prezzi e -8% del valore. A determinare questo andamento negativo avrebbero influito diversi fattori, non ultimi i mutamenti climatici e le emergenze fitosanitarie.

"Si tratta di sfide da affrontare quanto prima con politiche adeguate ed in linea con una visione moderna del settore - scrive Confagricoltura - In caso contrario, si perderebbero quei primati che il sistema agricolo nazionale ancora può vantare ma che, come è evidente dall’andamento negativo del valore aggiunto e della ragione di scambio che pure l’Istat prefigura (nel 2019 i prezzi dei prodotti agricoli sono cresciuti meno dei costi di produzione), sono pericolosamente messi a rischio", conclude l'organizzazione.

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