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Giovedì, 25 Aprile 2024

"Lampadine" e melanzane di Rotonda: l'orto sperimentale che ha conquistato gli chef

Nella loro terra, Angelo e Isabella hanno portato semi e varietà di tutto il mondo. E i frutti hanno fatto breccia nelle cucine di cuochi stellati come Massimo Bottura

Per Angelo Giordano la parola “impossibile” non esiste, nel suo ettaro di terra è riuscito a creare un orto che va oltre il biologico. Nelle campagne di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, Angelo un agronomo di 41 anni ha realizzato un paradiso in terra, che supera tempo e confini geografici. Produce frutti, ortaggi, verdure, legumi e cereali, senza usare alcun tipo di prodotto chimico, riuscendo a fare a meno anche di quelli consentiti nelle coltivazioni “bio”.

L’avventura di Angelo è iniziata 5 anni fa, assieme a Valerio Tanzarella, un suo amico d’infanzia. I due diedero vita al progetto ExTerra, ma da quando Valerio è tornato alla sua professione d’origine (quella d’avvocato), Angelo non si è fermato, anzi ha coinvolto la moglie Isabella Ciracì, un medico veterinario che ha incrementato e ampliato le prospettive dell’azienda, inserendo anche una grande varietà di galline ovaiole, che vivono liberamente e contribuiscono fattivamente all’equilibrio biologico dell’orto. Il progetto dei coniugi prenderà il nome di N’Uova e avrà come fil rouge la biodiversità.

E’ proprio quest’ultima che ha permesso ad Angelo di dar vita ad un orto che non necessita di sostanze chimiche. Passeggiare con Angelo tra una pianta di fagiolini, una di ceci neri e le patate rosse, è molto piacevole. La passione che nutre per il suo lavoro è evidente e grazie ai suoi discorsi ci si accorge di quanto sia importante la biodiversità, la ricerca e le metodologie del passato per far fronte alla chimica. Pomodori neri, patate viola e pannocchie colorate, ricordano terre lontane o semplicemente fanno parte di un passato cancellato dalle multinazionali. Nulla è casuale nel campo di Angelo e Isabella. Ogni pianta, ogni frutto, ogni cumulo di radici lasciate a macerare ha un motivo per essere in quel posto.

L’agronomo cegliese è riuscito a fare tutto questo ricercando antichi semi e piante provenienti da ogni parte del mondo, recuperando specie ormai scomparse, grazie poi alle antiche tecniche di coltivazione unite a quelle moderne, è riuscito a far fronte non solo a parassiti o batteri che compromettono la produzione, ma anche ai cambiamenti climatici, con costi irrisori rispetto ad una coltivazione classica. Guardando i prodotti dell’orto di Angelo e Isabella qualcuno potrebbe chiedersi “ma chi compra i pomodori neri, i pomodori lampadina o le melanzane di rotonda?”, in realtà la richiesta di questi prodotti è vasta e il più delle volte arriva da grandi chef, come Luca Montersino, Cristina Bowerman fino a Massimo Bottura. 

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