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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Sviluppo

La Brexit spaventa l'export agroalimentare italiano: "No-deal peggior scenario possibile"

L'allarme del Centro studi di Confindustria: "In ballo 23 miliardi di esportazioni". Settori più colpiti quello delle bevande e agrifood. Per l'Italia il Regno Unito è il quarto mercato di sbocco

L'incertezza derivante dalle modalità dell'uscita del Regno Unoto dalla Ue potrebbe avere u impatto immediato sulle imprese esportatrici italiane che rischiano di vedere ridotti i volumi di beni rivolti al mercato britannico: in ballo ci sono circa 23 miliardi di euro. I comparti "Bevande, vini e bevande spiritose" e "Agrifood" sono quelli che potrebbero risentire maggiormente degli effetti negativi. E' quanto emerge da un'analisi del Centro studi Confindustria (Csc).

Secondo il Csc, il Regno Unito attrae circa il 12% dell'export italiano complessivo dal settore "Bevande", pari a 1,1 miliardi di dollari correnti nel 2017. Inoltre, se si applicassero i regolamenti tariffari tra Ue e resto del mondo, "le bevande sarebbero tra i beni sottoposti a barriere tariffarie più elevate (nell'ordine del 19%)". I regolamenti vigenti nel settore, poi, hanno un alto grado di armonizzazione con quelli europei, quindi un eventuale cambiamento di rotta potrebbe ridurre ulteriormente il livello degli scambi.

"No-deal il peggior scenario possibile"

La conferma delle preoccupazione del settore agroalimentare italiano arriva dalle associazione di categoria: "Per l'agricoltura italiana il recesso del Regno Unito senza un accordo è lo scenario peggiore possibile che rallenterà pesantemente il flusso delle nostre esportazioni", dice il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti

"Allo stato dei fatti dal 30 marzo prossimo assisteremo ad un forte rallentamento nel flusso delle esportazioni agroalimentari destinate al mercato britannico", avverte Giansanti, nel ricordare che il Regno Unito per l'Italia è il quarto mercato di sbocco, con vendite annuali nell'ordine di 3,5 miliardi di euro, dove i prodotti a indicazioni geografica e di qualità incidono per il 30% sul totale. Secondo il presidente "va fatto ogni sforzo possibile per scongiurare una situazione che la Commissione Ue ha definito di grande sconvolgimento per i cittadini e le imprese, ma dobbiamo prepararci a tutti gli esiti possibili". 

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