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Martedì, 19 Marzo 2024
L'accusa

Le Ong accusano l'Italia: "Vuole affossare il nuovo regolamento di riduzione dei pesticidi"

Le associazioni sostengono che il ministro Lollobrigida chiederà di rinviare la norma che prevede maggiori restrizioni alle sostanze chimiche killer delle api

In atto c'è un piano per ritardare e forse affossare la nuova norma dell'Unione europea pensata per dimezzare l'uso dei pesticidi e proteggere gli ambienti più sensibili. Questa l'accusa lanciata da un'ampia coalizione di Organizzazioni non governative nei confronti dei ministri europei dell'Agricoltura, incluso l'italiano Francesco Lollobrigida. Le trame riguarderebbero il nuovo Regolamento per l’utilizzo dei fitofarmaci (Sur) proposto a giugno scorso dalla Commissione, che stabilisce criteri molto più stringenti per le sostanze chimiche applicate in agricoltura.

La strategia concordata da molteplici Stati membri sarebbe quella di richiedere una nuova (ennesima) valutazione d'impatto, che di fatto farebbe slittare l'approvazione della norma, impedendo così all'attuale Parlamento europeo di approvarlo prima della scadenza del suo mandato. Sarebbe uno scacco clamoroso, visti gli impegni che Bruxelles si è assunta nei confronti dei cittadini europei, preoccupati per i rischi che tali sostanze comportano a suoli, api ed alimenti.

La data chiave è l'11 dicembre, quando si riunirà il Consiglio europeo dell’Agricoltura e della Pesca. Nell'ordine del giorno compare la discussione sulla proposta di un nuovo Regolamento per l’utilizzo dei fitofarmaci (Sur). A presentarla lo scorso 22 giugno, dopo vari ritardi, è stata la Commissione europea. Obiettivo: ridurre l’uso dei pesticidi, imponendo obblighi stringenti per gli Stati membri. L’agricoltura europea potrebbe così virare verso una maggiore sostenibilità, sia nell'ambito della salute dei cittadini e che della tutela della natura.

Una mossa poco gradita, però ai ministri europei dell'Agricoltura, molti dei quali sarebbero decisi a votare una risoluzione per chiedere all'esecutivo europeo un'ulteriore 'valutazione d'impatto' sul regolamento. Effetto domino se venisse approvata: tutte le prossime fasi di discussione della norma slitterebbero. Rischio concreto: il regolamento non verrà adottato prima delle prossime elezioni europee.

"Un rinvio strumentale per affossare la riforma della direttiva Ue pesticidi, come riferito da alcune fonti anonime all’Interno della stessa Commissione" scrive in un comunicato la coalizione CambiamoAgricoltura, che riunisce 16 organizzazioni che lottano per una maggiore sostenibilità ambientale tra cui FederBio, Greenpeace, Isde Medici per l’Ambiente, Lipu. La stessa Commissione europea, guidata da Ursula Von der Leyen, avrebbe cambiato idea. "Si è già resa disponibile a ridurre i divieti attualmente presenti per proteggere le categorie sensibili, come i bambini, e le aree naturali protette, per accontentare le richieste di alcuni Stati membri" prosegue il comunicato degli attivisti.

Tra i responsabili della manovra pro-pesticidi è indicata anche l'Italia. L’associazione ambientalista Austriaca Global 2000, sulla base dei verbali secretati di una riunione dei ministri dell’agricoltura di novembre, ha rivelato che 17 ministri su 26 sarebbero a favore della valutazione d'impatto aggiuntiva. "Alcuni ministri stanno usando la 'paralisi da analisi' per cercare di bloccare questo coraggioso piano sui pesticidi", ha dichiarato Helmut Burtscher-Schaden, esperto di sostanze chimiche della Global 2000. "Indicano la crisi alimentare in Ucraina come giustificazione, ma la loro opposizione rientra in uno schema di protezione dei grandi interessi agricoli che risale a quasi due decenni fa", ha aggiunto l'esperto.

Insieme al nostro Paese, figurano tra i promotori del ritardo Austria, Bulgaria, Finlandia, Grecia, Ungheria, Polonia e Portogallo. Ad opporsi ci sono Germania, Francia, Spagna, Croazia, Cipro, Belgio e Svezia, convinte che le prove scientifiche esistenti siano sufficienti. "Gli attuali giochi politici per abbandonare gli obiettivi di sostenibilità del Green Deal europeo, non garantiranno la sicurezza alimentare indicata come pretesto per dilazionare i tempi della transizione ecologica della nostra agricoltura, ma rischiano invece di causare un peggioramento delle crisi ambientali", hanno commentato le associazioni della coalizione CambiamoAgricoltura.

Il fatto che il nostro Paese figuri tra i promotori dello slittamento coincide con un aspetto paradossale della nostra agricoltura. L'Italia è uno degli esempi più virtuosi in ambito europeo nella riduzione dell’uso dei pesticidi. Sempre più aziende hanno scelto in questi anni di aderire all’agricoltura biologica, con ben il 17,4% delle imprese bio rispetto al 9% della media Europea, premiate dalle scelte consapevoli dei consumatori. Ciò nonostante, lo Stivale risulta ancora al secondo posto per l'applicazione di sostanze chimiche di sintesi nei terreni. Davanti c'è solo la Spagna. Secondo l'Ue, per raggiungere gli obiettivi fissati a livello europeo, entro il 2030 l'Italia dovrebbe ridurre l'uso di pesticidi del 62%. Un traguardo difficile da raggiungere se si punta a ritardare le azioni concrete necessarie a realizzare questa svolta.

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