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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Ambiente&Clima

Accordo sulla nuova politica agricola Ue: "Più verde ed equa". Ma per gli ambientalisti è un disastro

Eurocamera e Stati membri hanno raggiunto l'intesa sui regolamenti che governeranno la Pac fino al 2027. Ecco punto per punto cosa cambia, e le critiche del fronte ecologista

Dopo 3 anni dalla sua presentazione, rinvii e negoziati intensi, la nuova Pac, la politica agricola comune dell'Unione europea, sembra finalmente vedere la luce. Parlamento europeo e Stati membri hanno raggiunto un accordo politico, salutato con favore dalle lobby di agricoltori e industria alimentare (con qualche distinguo), ma decisamente contestato dal fronte ambientalista. Dalle dichiarazioni, insomma, sembra che non vi siano state quelle modifiche al testo auspicate dagli ecologisti e dalle organizzazioni che rappresentano il biologico e i piccoli agricoltori, e per le quali era scesa in campo anche Greta Thunberg. "Questa Pac è un disastro", hanno detto all'unisono le varie anime del fronte ambientalista, da Greenpeace ai Verdi europei, passando per Slow Food. 

La difesa di Bruxelles

Secondo la Commissione europea, il testo venuto fuori dai negoziati, "introduce una Pac più equa, più verde, più rispettosa degli animali e più flessibile". E anche se nel testo non vi è nessun riferimento diretto al Green deal e alla sua strategia agroalimentare, ossia Farm to fork, la Pac varata presente "ambizioni ambientali e climatiche più elevate" rispetto al passato, e "in linea con gli obiettivi del Green deal". Questo per rispondere alla principale accusa mossa dagli ambientalisti a Bruxelles, Eurocamera e governi nazionali, ossia il fatto che l'Ue abbia varato una strategia per un settore, senza però inserirla all'interno delle regole che governeranno il settore e i suoi finanziamenti (che rappresentano la principale voce di bilancio dell'Ue) da gennaio 2023 al 2027.

L'altro aspetto che la Commissione tiene a precisare è che la Pac "garantirà anche una distribuzione più equa" dei suoi pagamenti diretti "in particolare alle piccole e medie aziende agricole a conduzione familiare e ai giovani agricoltori". Un riferimento ai dati sulla distribuzione dei finanziamenti agricoli dell'Ue, che come evidenziato anche da un recente studio del Parlamento europeo, sono finora finiti nelle mani di grandi aziende e grandi proprietari terrieri. 

“Durante i negoziati, la Commissione ha lavorato per una nuova politica agricola comune che possa sostenere il Green deal - dice il vicepresidente esecutivo Frans Timmermans, che all'interno dell'esecutivo è stato il punto di riferimento degli ecologisti, con tanto di attacco pubblico da parte di Greta Thunberg - L'accordo raggiunto oggi segna l'inizio di un vero cambiamento nel modo in cui pratichiamo l'agricoltura in Europa. Nei prossimi anni proteggeremo le zone umide e torbiere, dedicheremo più terreni agricoli alla biodiversità, promuoveremo l'agricoltura biologica, apriremo nuove fonti di reddito per gli agricoltori tramite l'agricoltura al carbonio e inizieremo a correggere le disuguaglianze nella distribuzione del sostegno al reddito".

La rabbia degli ambientalisti

Di tutt'altro avviso gli ambientalisti. Secondo gli eurodeputati dei Verdi europei Eleonora Evi, Rosa D’Amato, Ignazio Corrao e Piernicola Pedicini, l'accordo rappresenta "un modello di agricoltura industriale, che si basa su monoculture, allevamenti intensivi, uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici, a discapito dei piccoli agricoltori, che continueranno inesorabilmente a scomparire, e di chi adotta un modello di agricoltura virtuoso, che rispetta la natura e la salute pubblica. L’Ue, dopo mesi di buoni propositi, dimostra purtroppo di non saper andare oltre gli slogan e di non aver il coraggio di compiere scelte decisive per invertire la rotta dell’attuale crisi climatica e di biodiversità”. Dello stesso avviso Greenpeace, che parla di accordo disastroso.

Le critiche di Confagricoltura

Dall'altra parte delle barricate, anche le lobby dell'industria agroalimentare hanno qualche lamentela: “Il lavoro che abbiamo svolto negli ultimi tempi ha dato qualche risultato positivo a tutela dei trasferimenti alle imprese, ma non possiamo dirci soddisfatti per l’accordo raggiunto”, dice il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che è anche numero due del Copa/Cogeca, la lobby degli agricoltori europei. “E’ passato, di fatto, il principio che le imprese agricole devono aumentare gli impegni in materia di sostenibilità ambientale, ma a fronte di minori risorse finanziarie destinate alla tutela dei redditi e alla stabilità dei mercati. E il taglio sarà soprattutto a carico delle imprese orientate – indipendentemente dalla dimensione – agli investimenti, alle innovazioni e all’aumento dell’occupazione”, spiega Giansanti. Confagricoltura ricorda che i fondi destinati all’agricoltura italiana subiranno nel periodo 2021-2027 un taglio del 15% in termini reali rispetto al precedente quadro finanziario pluriennale. “Dalla lettura dei testi ci sembra, inoltre, che non sia stato assolutamente centrato l’obiettivo della semplificazione amministrativa da tutti auspicato”, conclude Giansanti. 

Ma vediamo i punti della nuova Pac secondo quanto riportato dalla Commissione europea e, più sotto, le critiche degli ambientalisti riassunte da Slow food:

La Pac spiegata da Bruxelles

Una Pac più giusta. Per la prima volta, la PAc includerà la condizionalità sociale, il che significa che i beneficiari della Pac dovranno rispettare determinati requisiti sociali e lavorativi per ricevere i fondi Ue. La redistribuzione del sostegno al reddito sarà obbligatoria. Gli Stati membri ridistribuiranno almeno il 10% a beneficio delle aziende agricole più piccole e dovranno descrivere nel loro piano strategico come intendono farlo. Il sostegno ai giovani agricoltori dovrà essere almeno pari al 3% dei pagamenti diretti dei singoli Stati. 

Una Pac più verde. La nuova Pac sosterrà la transizione verso un'agricoltura più sostenibile con maggiori ambizioni per il clima, l'ambiente e il benessere degli animali. Introduce inoltre nuovi strumenti che, uniti al nuovo modo di lavorare, consentiranno una performance ambientale, climatica e di benessere animale più efficiente e mirata:

  • Coerenza con il Green Deal europeo: la nuova Pac integrerà pienamente la legislazione ambientale e climatica dell'Ue. I piani della Pac contribuiranno agli obiettivi delle strategie Farm to Fork e Biodiversità e saranno aggiornati per tenere conto dei cambiamenti nella legislazione climatica e ambientale del Green Deal europeo.
  • Condizionalità: i requisiti minimi che i beneficiari della Pac devono rispettare per ricevere il sostegno sono ora più ambiziosi. Ad esempio, in ogni azienda agricola almeno il 3% dei seminativi sarà dedicato alla biodiversità e agli elementi non produttivi, con la possibilità di ricevere un sostegno tramite ecoschemi per raggiungere il 7%. Tutte le zone umide e le torbiere saranno protette.
  • Gli ecoschemi saranno obbligatori per gli Stati membri. Questo nuovo strumento volontario ricompenserà gli agricoltori per l'attuazione di pratiche rispettose del clima e dell'ambiente (agricoltura biologica, agroecologia, lotta integrata contro i parassiti, ecc.) nonché per il miglioramento del benessere degli animali. Gli Stati membri devono destinare almeno il 25% del loro bilancio di sostegno al reddito agli ecoschemi, per un totale di 48 miliardi di euro del bilancio per i pagamenti diretti.
  • Almeno il 35% dei fondi per lo sviluppo rurale sarà destinato a impegni agroambientali, che promuovono pratiche ambientali, climatiche e di benessere degli animali.
  • Il bilancio della Pac deve contribuire in modo significativo alla spesa globale per il clima dell'Unione. Per garantire un calcolo realistico e solido, entro il 2025 la Commissione proporrà un nuovo approccio differenziato che vada oltre i metodi esistenti.

Una Pac più flessibile. La nuova Pac introduce un nuovo modo di lavorare, in cui ogni Stato membro redigerà un piano strategico nazionale della PAC che descrive come saranno raggiunti gli obiettivi della Pac e gli obiettivi del Green Deal come descritto nelle strategie Farm to Fork e Biodiversità. Inoltre, la nuova Pac punta sulla performance grazie a:

  • Regole più semplici a livello dell'Ue.
  • Una relazione annuale sui risultati che gli Stati membri devono presentare alla Commissione a partire dal 2024, integrata da una riunione di revisione annuale.
  • La Commissione riesaminerà le prestazioni dei piani strategici della Pac nel 2025 e nel 2027, cui farà seguito, se necessario, una richiesta di intervento da parte della Commissione agli Stati membri.
  • Una serie di indicatori comuni per monitorare l'attuazione della Pac e valutare le prestazioni dei piani strategici della Pac.

Rafforzare la posizione degli agricoltori in un settore agroalimentare competitivo. La nuova Pac mantiene un orientamento generale al mercato, con le aziende agricole dell'Ue che operano secondo i segnali del mercato sfruttando le opportunità al di fuori dell'Ue derivanti dal commercio. Rafforza inoltre la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare ampliando le possibilità per gli agricoltori di unire le forze, anche mediante alcune eccezioni al diritto della concorrenza. Sarà introdotta una nuova riserva agricola per finanziare le misure di mercato in tempi di crisi, con un budget annuale di almeno 450 milioni di euro.

I nodi critici per gli ambientalisti

Secondo Francesco Sottile, agronomo e membro del Comitato esecutivo di Slow Food Italia: "Il movimento Slow Food considera l'esito di questi triloghi un'occasione persa per realizzare una reale transizione verso un sistema alimentare sostenibile. Mentre le idee e la società avanzano verso una maggiore sostenibilità e il rispetto dell'ambiente, questa politica storica non è stata in grado di avanzare e continuerà a sovvenzionare un modello di agricoltura industriale e insostenibile. La PAC, che rappresenta un terzo del bilancio europeo, sta prendendo una strada diversa dal Green Deal, rendendo incredibilmente difficile il raggiungimento dei suoi obiettivi.” 

Questi i principali punti critici:

  • Nessun requisito per far sì che la PAC sia allineata con il Green Deal dell'UE in modo vincolante.
  • Regole obbligatorie deboli per l'ambiente e la biodiversità: non è incluso nella PAC nessun legame vincolante con gli obiettivi della Strategia UE per la Biodiversità di avere almeno il 10% del totale della superficie aziendale destinata a spazio naturale non produttivo entro il 2030.
  • Nessuna indicazione vincolante che faciliti la transizione dai pesticidi e dai fertilizzanti: la PAC non include nessuno degli obiettivi della strategia Farm to Fork per ridurre i pesticidi e i fertilizzanti del 50% e raggiungere il 25% di agricoltura biologica. Gli strumenti ambientali su base volontaria come gli eco-schemi potrebbero finire per finanziare cambiamenti minimi.
  • Nessuna indicazione obbligatoria per gli Stati membri di fissare forti obiettivi ambientali a livello nazionale: la Commissione avrà a dsua disposizione strumenti molto deboli per valutare la coerenza dei PSN della PAC con il Green Deal europeo.
  • Introduzione tardiva della condizionalità sociale: I pagamenti della PAC saranno legati al rispetto da parte dei beneficiari dei diritti umani e lavorativi dei lavoratori agricoli. Questo è l'unico potenziale risultato positivo dei negoziati, dato che i lavoratori agricoli non erano mai stati presi in considerazione nella PAC prima d'ora. Tuttavia, sarà volontaria fino al 2023, e obbligatoria solo a partire dal 2025. C'è una forte speranza che controlli regolari e una forte implementazione apriranno la strada a migliori condizioni di lavoro per i lavoratori agricoli in tutta Europa.
  • Distribuzione iniqua dei sussidi: in Europa, l'80% dei pagamenti va al 20% delle aziende agricole, ostacolando il sostegno agli agricoltori agroecologici e di piccola scala, le cui pratiche preservano la biodiversità, la salute del suolo e aiutano l'ambiente a rigenerarsi. Sono state introdotte misure deboli per risolvere quest'iniquità, confermando lo status quo di questo sistema ingiusto.
  • Si prevede che i pagamenti della PAC per gli allevamenti intensivi continueranno (circa 3 miliardi di euro all'anno vanno alla produzione di bestiame): gli eco-schemi per migliorare il benessere degli animali potrebbero potenzialmente diventare sussidi per gli allevamenti industriali.

Prossimi passi

La nuova Pac, che comprende tre regolamenti (regolamento orizzontale, piano strategico e organizzazione comune dei mercati), deve essere formalmente approvata dal Parlamento europeo e adottata dal Consiglio prima di poter entrare in vigore.

Per quanto riguarda i piani strategici della Pac, gli Stati membri hanno tempo fino al 31 dicembre 2021 per presentare le loro bozze di piano. La Commissione avrà quindi sei mesi per valutare e approvare i piani, che entreranno poi in vigore all'inizio del 2023.

 

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