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Venerdì, 19 Aprile 2024
Allevamenti intensivi

Un milione di persone beve acqua inquinata da nitrati: "La colpa è dei mega-allevamenti"

In Spagna una Ong ha effettuato analisi in quasi 200 comuni rilevando alti livelli di contaminazione. Uno studio dimostra legami col bestiame e l'eccesso di fertilizzanti

Sempre più persone in Spagna stanno bevendo acqua contaminata con nitrati. Responsabile della contaminazione sarebbero in primo luogo le mega-fattorie sempre più diffuse nella penisola iberica. La denuncia proviene da Ecologistas en Acción, una Ong che ha redatto un ampio rapporto in base alle analisi effettuate in 197 comuni ispanici. Ad essere colpite sono soprattutto le popolazioni dei piccoli centri, quelli della parte più remota e vittima di spopolamento della nazione, dove però fioriscono sempre più allevamenti intensivi.

Alti livelli di contaminazione

La contaminazione da nitrati viene considerata altamente pericolosa per l'essere umano, sia secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità che in base alla legislazione spagnola. I dati raccolti dall'Ong ecologista hanno rivelato che l'acqua di alimentazione contiene livelli di nitrati pari o superiori ai 50 mg per litro, ben oltre i livelli reputati sicuri per considerarla potabile. Nello specifico, l'eccesso di nitrati è alla base della formazione di due tipi di sostanze: nitriti e composti N-nitroso. Nel caso dei nitriti, il consumo di acqua che li contiene può causare metaemoglobinemia, cioè un aumento anomalo della concentrazione sanguigna di metaemoglobina, soprattutto nei bambini di età inferiore ai sei mesi. Questo problema può derivare dall'intossicazione, oltre che da nitrati, anche da anilina e sulfamidici, o da un deficit ereditario di un enzima.

Contaminazione agricola

Ecologistas en Acción nel pubblicare a fine dicembre il documento, ha avvertito che l'origine della contaminazione va ravvisata nelle macro-fattorie e nell'uso di fertilizzanti nell'agricoltura irrigua. "Questo inquinamento idrico ha la sua origine nella proliferazione di macro-allevamenti intensivi e nell'uso massiccio di fertilizzanti azotati in agricoltura, soprattutto nell'irrigazione, che inoltre non smette di crescere, legalmente e illegalmente", ha denunciato l'Ong in un comunicato. La Spagna risulta essere il più grande esportatore mondiale di carne di maiale, ma il problema non sono solo i suini.

Più maiali che cittadini

Ci sono comuni in cui le mandrie di bovini o le batterie di polli sono ben più popolose dei comuni considerati. A Puebla de la Reina, nell'area di Badajoz nella Spagna sud-occidentale, mentre gli abitanti sono appena 710, i capi di bestiame registrati sono 876.448 di cui quasi 846 mila di pollame. Ad Almazán, Soria, a fronte di 5.411 abitanti, i maiali superano i 121 mila capi. Il 90% dei comuni che ha registrato un eccesso di nitrati ha meno di 500 abitanti, ma anche città e paesi con una popolazione significativa presentano lo stesso problema come Sagunto, vicino Valencia, o Manacor sull'isola di Maiorca.

Richiamo da Bruxelles

Il problema era già stato rilevato dalla Commissione europea, che ad aprile scorso aveva presentato un ricorso contro la Spagna per non aver rispettato la direttiva sul trattamento delle acque urbane. In quel caso il governo era stato sollecitato a garantire acqua priva di contaminazioni, un tassello ritenuto essenziale per scongiurare l'ulteriore spopolamento rurale. "Non è esattamente attraente vivere in una città dove nemmeno l'acqua del rubinetto può essere bevuta o usata per cucinare", hanno commentato gli attivisti dell'Ong.

I dati per redigere il rapporto corrispondono ai controlli sulla qualità dell'acqua effettuati dal Ministero della Salute nel 2021. Tali controlli sono stati però effettuati solo nel 62,8% delle aree di approvvigionamento, ragion per cui Ecologistas reputa che il numero dei comuni interessati sia maggiore. Per queste ragioni, l'Ong ha chiesto al Ministero della Transizione Ecologica e della Sfida Demografica di adottare le misure necessarie per correggere la situazione attuale. Queste comporterebbero necessariamente l'interruzione dello sviluppo di nuovi sistemi intensivi di allevamento, nonché dell'espansione dell'irrigazione, limitando anche l'uso di fertilizzanti azotati nei sistemi di irrigazione.

Il caso italiano

A proposito di allevamenti intensivi ed inquinamento, in Italia è esploso da alcuni mesi il caso della Fileni, azienda specializzata in allevamenti di polli sia intensivi che biologici. In base a denunce dei cittadini, la società è accusata di inquinare vaste aree rurali della Regione Marche a causa del trattamento non corretto dell'ammoniaca nei suoi stabilimenti. I cittadini che abitano le zone adiacenti allo stabilimento di Ripa Bianca a Jesi da tempo lamentano la presenza di un cattivo odore forte e persistente dovuto all'allevamento dei polli.

La vicenda era finita sul tavolo della Commissione europea dopo la denuncia del Comitato per la Vallesina che aveva evidenziato diverse criticità emerse nei pressi dell’allevamento di Fileni. La trasmissione Report ha realizzato di recente un'inchiesta che ha aperto un vaso di pandora che sembra ben più grave. Oltre alla questione dell'inquinamento sarebbero emersi in vari stabilimenti casi ripetuti di maltrattamenti nei confronti del pollame, mancato rispetto degli standard per il benessere animale e dei protocolli necessari per ottenere il marchio di prodotto biologico.

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