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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente&Clima

Il Parlamento Ue apre ai 'nuovi Ogm'

Le commissioni Ambiente e Agricoltura hanno dato l'ok al compromesso sulla strategia Farm to fork, che servirà a rendere più sostenibile il settore agrifood europeo. Anche con la sperimentazione delle Nuove tecniche genomiche

Il Parlamento europeo "prende atto dello studio sullo stato delle nuove tecniche genomiche" che sono "volte a mantenere un elevato livello di protezione della salute umana e animale e dell'ambiente, traendo nel contempo potenziali benefici dalla scienza e dall'innovazione, in particolare per contribuire alla sostenibilità e agli obiettivi di sostenibilità di Green Deal europeo e strategia Farm to Fork". Con queste parole, le commissioni Ambiente e Agricoltura dell'Eurocamera hanno aperto alle Ngt, le nuove tecniche di ibridazione genetiche delle piante. Che per i loro detrattori non sarebbero altro che i classici Ogm, ma con nome nuovo. 

Farm to fork

L'apertura arriva con un emendamento di compromesso al testo di Farm to fork, la strategia lanciata dalla Commissione europea per ridisegnare il futuro dell'agricoltura europea nel nome della sostenibilità ambientale. Cosa c'entrano gli Ngt con questo? Secondo i suoi sostenitori, comprese le principali organizzazioni di settore in Italia, ossia Coldiretti e Confagricoltura, tali tecniche possono consentire la creazione di piante più resistenti ai cambiamenti climatici e a ridurre, se non annullare, l'uso di pesticidi chimici. La tecnologia più avanzata al momento, tra l'altro, riguarda il grano, produzione molto sensibile per il nostro agrifood. Per Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, la "genetica green" è "capace di tutelare l’ambiente, proteggere le produzioni agricole con meno pesticidi, difendere il patrimonio di biodiversità presente in Italia dai cambiamenti climatici e far tornare la ricerca italiana protagonista dopo l’emergenza Covid".

Una posizione che in Europa, finora, veniva esplicitata quasi con imbarazzo, visto l'accostamento agli Ogm. Un accostamento supportato da una recente sentenza della Corte di giustizia dell'Ue, secondo cui anche le Ngt devono essere trattate legalmente come Ogm: nessuna possibilità di coltivarle in Europa, dunque, neanche in via sperimentale. Per la Corte, i "nuovi Ogm" devono essere regolamentati secondo le vigenti leggi Ue, che risalgono però a venti anni fa, e che esentarli “comprometterebbe l'obiettivo della protezione” e “non rispetterebbe il principio di precauzione”. Da allora si è aperto un ampio dibattito in Europa con alcuni Stati, tra cui Italia e Francia, che premono per ottenere delle aperture.

A cambiare le carte in tavola c'ha pensato la Commissione europea, che ha deciso di avviare "un ampio e aperto processo di consultazione per discutere la progettazione di un nuovo quadro giuridico sugli Ogm". La decisione è stata avvallata dopo la pubblicazione di uno studio sulle nuove tecniche genetiche, che sostiene che queste abbiano “il potenziale per contribuire a un sistema alimentare più sostenibile come parte degli obiettivi del Green deal europeo e della strategia Farm to Fork”. Allo stesso tempo, lo studio rileva che l'attuale legislazione in materia, adottata nel 2001, “non è adatta allo scopo per queste tecnologie innovative”.

Le critiche degli ambientalisti

Contro la riforma si è schierata Greenpeace. "L'Ue ha la responsabilità di proteggere i diritti degli agricoltori di scegliere ciò che vogliono piantare e quello delle persone di scegliere ciò che vogliono mangiare”, nonché di proteggere “l'ambiente e la biodiversità dai potenziali danni causati dai nuovi Organismi geneticamente modificati”, ha dichiarato Kevin Stairs, consulente per la politica sugli Ogm dell'Ong. Per Stairs “gli Ogm anche con un altro nome sono sempre Ogm e devono essere trattati come tali ai sensi della legge". “L'industria biotecnologica ha utilizzato tutti gli strumenti a sua disposizione per convincere le istituzioni Ue della 'necessità' di una deregolamentazione. Ma questo tentativo di deregolamentare nuove tecniche di Ogm rappresenta una minaccia per l'ambiente, la salute pubblica e la scelta dei consumatori e quindi contraddice gli obiettivi del Green Deal europeo”, ha attaccato Nina Holland, della Ong Corporate Europe Observatory.

I nuovi Ogm

Gli Ogm tradizionali inserivano nel Dna di una pianta o un animale pezzi di Dna di specie diverse. Questo creava sia problemi etici, in quanto si forzava una mutazione impossibile in natura, sia preoccupazioni legate a possibili rischi per la salute e la sostenibilità. Queste coltivazioni inoltre diventavano predominanti rispetto a quelle sviluppate naturalmente e rischiavano in molti casi di farle sparire. Le Ngt sono tutte le tecniche per alterare il genoma di un organismo scoperte dopo il 2001 (quando è stata adottata la legislazione dell'Ue sugli Organismi geneticamente modificati), e che si sono sviluppate rapidamente negli ultimi due decenni in molte parti del mondo, con alcune applicazioni già in uso da parte di alcuni partner commerciali dell'Ue. Le nuove tecniche genomiche costituiscono un gruppo diversificato di tecniche e ciascuna tecnica può essere utilizzata in vari modi per modificare il genoma e ottenere risultati diversi.

La varie tecniche

Nel caso della mutagenesi, i cambiamenti avvengono senza l'inserimento di materiale genetico. Nella cisgenesi o nell'intragenesi, i cambiamenti avvengono riorganizzando il materiale genetico dello stesso organismo o inserendo materiale genetico da organismi che possono incrociarsi in natura. Si può ad esempio introdurre materiale genetico da una patata selvatica in una patata coltivata o da un cinghiale a suini domestici. Quest'ultimo è un modo tecnologicamente avanzato di fare ciò che viene tradizionalmente fatto nell'allevamento selettivo quando due specie simili vengono fatte accoppiare o quanto una pianta viene impiantata in un'altra per creare un nuovo ceppo. Ma le Ngt possono anche essere utilizzate allo stesso modo delle tecniche più vecchie, cioè per inserire materiale genetico in un organismo da altri organismi che sono sessualmente incompatibili (transgenesi), ad esempio un gene da un insetto a una pianta. Per questo per la Commissione serve una nuova legislazione che tenga in considerazione queste differenze e magari autorizzi le tecniche ritenute più sicure.
 

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