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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Johan Vollenbroek

Il chimico che sta salvando l'ambiente in Olanda (e che gli agricoltori odiano)

Johan Vollenbroek fa causa al governo quando la Natura è in pericolo, come nel caso dell'azoto derivante dagli allevamenti intensivi. Iniziative mal viste e che gli stanno procurando minacce di morte

Disgustato da stalle da cui le mucche non escono mai e dalle tracce di pesticidi chimici che coprivano le mani degli agricoltori dopo averli spruzzati sui campi. Sono state probabilmente queste due immagini, viste da bambino, a spingere Johan Vollenbroek a dedicare la propria vita a proteggere l'ambiente. Paladino delle lotte per la natura, il chimico dei Paesi Bassi sta però ricevendo proteste e minacce di morte dai contadini, furiosi contro l'artefice della sentenza sull'azoto, che ha obbligato il governo guidato da Mark Rutte a varare un piano per l'eliminazione degli allevamenti intensivi più inquinanti. I Paesi Bassi stanno affrontando la più grave crisi agro-ecologica della storia, dove la contrapposizione tra ambiente ed agricoltura sembra irrisolvibile. Ma per salvare la campagna l'unica strada sembra essere quella del cambiamento.

Figlio di contadini

Come ha raccontato al giornale Politico, che gli ha dedicato un lungo ritratto, Vollenbroek è cresciuto lui stesso in una famiglia di contadini, un po' vecchio stile e che oggi potremmo definire adepti della biodinamica. Niente fertilizzanti né pesticidi (all'epoca molto cari) e un centinaio di animali in una fattoria dove il bestiame aveva ancora diritto a pascolare e si versavano lacrime per le mucche che andavano al macello. Era il 1945, ma tutto intorno l'agricoltura già era in fase di mutazione. Appartengono a quegli anni i ricordi più forti di Vollenbroek. Quando aveva 8 o 9 anni, guardando nella cabina di un trattore in avvicinamento, vide l'autista, i suoi vestiti e la pelle macchiati di un giallo con una tonalità mai vista. L'uomo era ricoperto dai residui di uno spray antiparassitario adoperato per uccidere i topi. Un'immagine che gli fece orrore. Nello stesso periodo entrò per la prima volta nelle stalle giganti tipiche dei Paesi Bassi: centinaia di animali costretti a viverci all'interno per gran parte della loro vita. Una visione che avrebbe poi descritto come "luoghi oscuri", che avevano suscitato in lui disgusto a causa di spazi ristretti e odore acre di ammoniaca e merda accumulata sul pavimento. "Ho sentito che questa è follia", ha dichiarato al giornalista di Politico.

Un modello insostenibile

Sull'onda lunga del successo dell'agricoltura olandese, anche la sua famiglia ha realizzato guadagni consistenti fino a che ha rinunciato ad aderire a ritmi e modalità di produzione volti allo sfruttamento intensivo di ogni centimetro di terra. I suoi hanno rifiutato quel modello che ha reso l'Olanda un esempio a lungo esaltato di iper-produttività, capace di essere dietro solo agli Stati Uniti per volume di produzione agricola, con una spiccata propensione per latte e carne bovina. Un modello che oggi però sta svelando tutte le sue contraddizioni e problematiche, con livelli impressionanti di azoto e metano capaci di inquinare in profondità i suoli e le acque.

La "crisi dell'azoto"

Fino a che nel 2019 la Corte dei conti olandesi ha stabilito che, per ottemperare il diritto comunitario, non era più possibile compensare le emissioni in eccesso tramite compensazioni economiche. Le attività andavano stoppate o comunque ridotto drasticamente il loro impatto. La "crisi dell'azoto" ha colpito tutta l'industria olandese, ma a soffrirne di più sembrano essere gli agricoltori. In particolare, coloro che vivono in prossimità delle zone Natura 2000, protette dai vincoli fissati dall'Unione europea. Data la conformazione a reticolo dell'Olanda, i siti sono tutti inseriti in prossimità di attività agricole, che producono quantità di azoto enormi a causa di rifiuti animali e fertilizzanti. Dopo aver rimesso mano al piano originale, che ha scatenato le ire dei trattori scesi in piazza in una sequenza di manifestazioni, è prevista per il mese prossimo la pubblicazione da parte del governo di un elenco con 3mila delle aziende agricole più inquinanti. Per loro è prevista una chiusura "forzata" a fronte di risarcimenti nel complesso pari a 24 miliardi di euro.

Sentenze storiche

Dietro quella sentenza c'era proprio Vollenbroek, determinato a tutelare gli oltre 160 siti protetti del Paese, che coprono il 10% circa della sua superficie. Dopo aver studiato chimica ed essere stato assunto da una società di consulenza ingegneristica, Vollenbroek negli anni '90 ha dato vita all'organizzazione Mobilitazione per l'ambiente. L'idea era semplicemente quella di fare causa ogni volta che il governo non rispettava le leggi a tutela della natura. Le cause hanno riguardato le centrali a carbone così come le raffinerie di petrolio. Grazie alle sue iniziative, i Paesi Bassi sono stati obbligati a limitare il numero di voli in arrivo nei principali aeroporti, riconsiderare i progetti abitativi e ridurre i limiti di velocità sulle sue autostrade. L'efficacia del progetto è stata tale che nel 2008 il chimico è stato nominato cavaliere dell'Ordine di Orange-Nassau in riconoscimento dei suoi servizi alla natura. Poi è toccato alle fattorie, capaci di creare un'unica macchia rossa che dalle immagini satellitari mette in evidenza la mole di azoto prodotto dagli animali, che per ogni acro di terreno coltivato risulta tre volte la media dell'Ue, seconda solo a Cipro nel blocco dei 27 Stati membri.

Minacce a paludi, pesci e praterie

L'azoto, soprattutto nelle praterie e nelle paludi sensibili rende acido il terreno, eliminando di fatto le specie più piccole e rare, come erbe, licheni e muschi. Stimolando inoltre la crescita delle alghe nei corsi d'acqua, questa sostanza finisce col succhiare ossigeno dall'acqua, per cui i pesci soffocano. Vollenbroek non ha quindi esitato a fare causa al governo visto che i rimedi adottati nel passato si erano rivelati inefficaci. Dopo la sentenza il chimico è però costretto a fare i conti con la rabbia di contadini che non sono pronti a rinunciare ai loro metodi, prima ancora che ai profitti che ne derivano. La crisi sociale è profonda. Al rumore dei trattori si accompagna il silenzio dei suicidi tra gli allevatori, il cui numero è in aumento.

Lettere maligne

C'è chi reagisce aderendo a movimenti politici vicini all'ultra-destra e chi mette fine alla propria vita, non riuscendo a trovare una valida alternativa, dopo essersi chiuso in un profondo silenzio. E c'è chi minaccia Vollenbroek, che a gennaio aprendo la porta di casa nel piccolo villaggio di Nijmegen, si è ritrovato davanti una busta rovesciata piena di una polvere finissima. La polizia ha poi rivelato essere silicato, una sostanza chimica benigna. Ma non era la prima lettera minacciosa recapitata al paladino delle lotte ambientali. Il futuro dei contadini resta incerto, ma Vollenbroek è convinto che l'unica strada che permetterà al suo Paese di sopravvivere sia quella di cambiare per sempre l'agricoltura olandese e forse quella europea. "È una rivoluzione", ha detto. E come tutti i rivoluzionari gli toccherà restare incompreso ancora a lungo, almeno tra le fila degli allevatori.

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