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Giovedì, 25 Aprile 2024
Ambiente&Clima

L'Europarlamento vuole una stretta su mais, gomma e carni che contribuiscono alla deforestazione

La commissione Ambiente chiede più controlli sui prodotti che entrano in Europa e maggiori tutele per i popoli indigeni. Evi (Europa Verde): "Quello che accade in Amazzonia ci riguarda da vicino"

La nuova normativa europea per combattere la deforestazione fa un altro passo in avanti. La commissione Ambiente del Parlamento europeo, ha approvato la sua posizione con 60 voti favorevoli, 2 contrari e 13 astensioni sulla proposta dell'esecutivo comunitario di un regolamento che garantisca che i prodotti che fanno il loro ingresso in Europa non siano frutto di pratiche che abbiano ridotto le foreste.

La nuova legge renderebbe obbligatorio per le aziende verificare, tramite la cosiddetta "due diligence", che i prodotti importati e venduti nell'Ue non siano stati coltivati o allevati su terreni deforestati o degradati. I consumatori otterrebbero così una garanzia sulla loro provenienza, per evitare acquisti legati allo sfruttamento delle insostituibili foreste tropicali. Ad oggi i cittadini degli Stati membri contribuiscono a circa il 10% della deforestazione globale, che tra il 1990 e il 2020 ha determinato la perdita di un'area più grande della stessa Unione europea.

La proposta dell'esecutivo riguarda bovini, cacao, caffè, olio di palma, soia e legno, inclusi i prodotti che contengono queste materie prime, o che sono stati alimentati o realizzati utilizzandoli (come pelle, cioccolato e mobili). Il Parlamento intende includere nella lista anche le carni suine, ovine e caprine, il pollame, il mais e la gomma, nonché il carbone di legna e i prodotti di carta stampata. Entro due anni dall'entrata in vigore della nuova direttiva Bruxelles dovrà valutare se sia necessario estendere le norme ad ulteriori prodotti come la canna da zucchero, l'etanolo e le componenti minerarie.

Gli eurodeputati chiedono inoltre che, entro un anno dall'entrata in vigore della riforma, la protezione si estenda anche ad altri ecosistemi naturali come le praterie, le torbiere e le zone umide. Altra richiesta è quella di ampliare la norma alle istituzioni finanziarie, affinché anch'esse siano soggette a requisiti aggiuntivi affinché non elargiscano fondi ad attività connesse alla deforestazione. Spetterà alle aziende che immettono prodotti sul mercato dell'Ue valutare i rischi nella loro catena di approvvigionamento. Potranno ad esempio utilizzare strumenti di monitoraggio satellitare, audit sul campo, rafforzamento delle capacità dei fornitori o test isotopici per verificare la provenienza dei prodotti.

Informazioni come le coordinate geografiche sarebbero accessibili alle autorità di Bruxelles, mentre in via anonima gli altri dati sarebbero disponibili anche ai cittadini . "Se riusciamo a trovare il giusto equilibrio tra ambizione, applicabilità e compatibilità con l'Organizzazione mondiale del commercio, questo nuovo strumento ha il potenziale per aprire la strada a catene di approvvigionamento prive di deforestazione", ha sottolineato dopo il voto il relatore Christophe Hansen del Partito popolare europeo (Ppe).

Grande soddisfazione da parte del gruppo dei Greens/Verdi, che aveva lottato per ampliare la portata della legge ad ulteriori materie prime. “Se pensiamo che, secondo un report del Wwf, l'80% della deforestazione globale è legata al nostro stile di vita, risulta lampante l’urgenza di adottare un quadro giuridico basato su obblighi vincolanti di due diligence in grado di garantire catene di approvvigionamento sostenibili e a deforestazione zero”, ha evidenziato l'eurodeputata Eleonora Evi.

La co-portavoce nazionale di Europa Verde ha sottolineato che "abbiamo già contribuito a trasformare la foresta Amazzonica da polmone in grado di assorbire la Co2 ad emettitore di anidride carbonica", aggiungendo che "quello che accade in Amazzonia ci riguarda da vicino, perché proteggere i diritti dei nativi, che sono i più efficaci custodi del mondo naturale, significa tenere in vita una straordinaria barriera contro il fenomeno della deforestazione, che ha conseguenze devastanti per il clima globale".

A settembre il Parlamento sarà chiamato ad esprimere il suo voto in Plenaria, a cui seguiranno i negoziati con gli Stati membri sul testo finale. A tal proposito la rappresentante ecologista anticipa che il Consiglio Ue starebbe già “indebolendo la proposta e introducendo scappatoie e flessibilità”. La deputata ha chiamato quindi in causa il ministro della transizione ambientale Roberto Cingolani: “Giocherà come sempre la sua partita al ribasso?”, si è chiesta Evi.

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