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Venerdì, 19 Aprile 2024
La sfida

La destra europea vuole salvare cuoio e pellami dalla legge Ue sulla deforestazione

Gli eurodeputati dei Popolari hanno firmato un emendamento per escludere questi prodotti dai controlli. Vorrebbero salvaguardare anche gli istituti finanziari

Escludere la pelle e i suoi derivati dalle nuove e stringenti regole sulla deforestazione. È questo uno degli obiettivi degli esponenti della destra europea, operativi nella commissione Ambiente (Envi), che hanno sottoscritto nei giorni scorsi un emendamento volto a ridurre la portata della normativa. Tra i firmatari figura la compagine di Forza Italia presente nella commissione: Fulvio Martusciello, Salvatore de Meo, Lucia Vuolo, Andrea Caroppo, Isabella Adinolfi e Massimiliano Salini, che fanno riferimento al gruppo dei Popolari europei (Ppe), così come l'esponente del partito sudtirolese Herbert Dorfmann.

La proposta di un nuovo regolamento intende ridurre al minimo l'impatto dell'Unione europea sulla perdita di aree boschive in tutto il mondo vietando l'ingresso nel mercato Ue di prodotti specifici, come la soia e la carne bovina, connessi alla deforestazione. Per farlo la normativa andrà ad imporre obblighi di “due diligence”: le aziende che importano e commerciano questi beni saranno tenuti a verificare la catena di approvvigionamento ed evitare che essi siano il frutto di pratiche di disboscamento, seppur effettuate da soggetti terzi.

La proposta originale della Commissione si limitava solo a: carne bovina, caffè, cacao, olio di palma, soia e legno, oltre ai loro derivati. A luglio l'Envi è riuscita ad estendere l'ambito di applicazione, includendo gomma, mais, pollame, capre, maiali e pecore, oltre che i prodotti a base di carbone e carta stampata. Il Wwf aveva elogiato lo sforzo della commissione Ambiente, capace di aggiungere “più grinta alla definizione di 'degrado forestale' […], assicurandosi che la nuova legge copra più natura e aumenti il numero di controlli per le imprese, proteggendo anche meglio i diritti degli indigeni e dei popoli”.

In questo inizio settimana il Parlamento europeo discuterà in plenaria la legge e si tratta di capire se anche i prodotti del pellame, come il cuoio, possano rientrare nella catena dei controlli. Questo significherebbe ad esempio che anche scarpe e borse acquistate dai cittadini europei e provenienti da Paesi terzi dovrebbero essere certificati. Altro punto caldo che potrebbe essere rimesso in discussione in plenaria riguarda le istituzioni finanziarie, che gli eurodeputati dell'Envi hanno voluto includere nell'ambito di applicazione del regolamento. Anche le società finanziarie con licenza dell'Ue saranno chiamate a rispettare determinati standard ed effettuare verifiche nel momento in cui prestano denaro ad aziende che raccolgono, estraggono, producono, trasformano o commerciano materie prime e prodotti derivati ​​a rischio per le foreste e gli ecosistemi.

Da quanto trapelato da un documento interno, a cui ha avuto accesso AgriFood Today, i Verdi europei temono che singoli deputati del Ppe e del gruppo Renew Europe siano orientati a presentare emendamenti su questo punto così delicato, riducendo così la portata della legge. Secondo i calcoli effettuati da diversi studi, gli acquisti dei consumatori degli Stati membri dell'Ue contribuiscono a circa il 16% della deforestazione globale. Non solo l'Amazzonia in Brasile, ma anche “polmoni verdi” presenti ad esempio in Indonesia rischiano di sparire, aggravando ancor più la crisi climatica in corso.

La proposta di regolamento che verrà dibattuta in plenaria è il frutto di una dura battaglia, sostenuta da attivisti, scienziati, organizzazioni internazionali e rappresentanti dei popoli indigeni, ma anche di una serie di compromessi, resisi talvolta necessari per ottenere determinati risultati nonché l'approvazione di una normativa che potrebbe essere di portata storica. L'ago della bilancia sembra essere il relatore della proposta di legge, il popolare Christian Hansen, che potrebbe insistere affinché il pacchetto approvato dall'Envi sia rispettato anche nel corso della plenaria di Strasburgo senza grosse sorprese.

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