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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il caso

Perché la destra europea sostiene le proteste degli allevatori olandesi

Gli agricoltori si oppongono al piano per ridurre le emissioni di azoto. Marine Le Pen e governo polacco ne approfittano per spingere l'Ue ad abbandonare gli obiettivi di contrasto al Climate Change

Dopo i gilet-jaunes francesi la destra europea ha trovato ora i suoi nuovi eroi: gli allevatori olandesi. Da mesi nei Paesi Bassi vanno avanti le proteste contro le misure adottate dal governo e volte a ridurre in maniera netta le emissioni di azoto e ammoniaca connesse ad agricoltura e allevamenti, che in un territorio così limitato incidono notevolmente. Il rischio per molti allevamenti è di dover chiudere, o comunque di perdere buona parte dei propri introiti e così, nonostante le promesse di compensazioni adeguate, i vertici di Amsterdam sono stati assediati da critiche e letame, riversato dagli agricoltori su autostrade e addirittura davanti la casa della ministra dell'Agricoltura per esprimere dissenso. E gli allevatori hanno ricevuto il supporto di Marine Le Pen, del governo polacco e persino del mai domo Donald Trump, intenzionati ad utilizzare le manifestazioni dei trattori arancioni come cavallo di troia per ridurre le ambizioni europee nella lotta ai cambiamenti climatici.

Contrasto al Green Deal

La questione ha valicato i confini della terra dei tulipani per approdare nelle dichiarazioni e sui canali social di diversi leader di destra. In prima fila troviamo il governo polacco, che si è impegnato ufficialmente per convincere Bruxelles a ritirarsi dal piano europeo per ridurre le emissioni del settore agricolo. Il ministro dell'Agricoltura Henryk Kowalczyk, del partito di destra Diritto e Giustizia, ha incontrato i rappresentanti delle proteste a Varsavia appoggiando la loro causa. "Sosterrò nell'Ue la posizione degli agricoltori olandesi di mantenere la produzione e spero che il loro governo cambi idea", ha affermato Kowalczyk, dichiarando di aver già trovato alcuni alleati tra i ministri dell'Ue, per evitare che venga ridotta la produzione alimentare del vecchio continente.

Per i manifestanti, il sostegno internazionale ha rafforzato la loro causa, ottenendo un'attenzione che finora il governo olandese avrebbe negato loro. Altri politici di destra si sono accodati, come la francese Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, che ha firmato di suo pugno in un video una lettera di solidarietà per i “trattori” olandesi. "Siamo molto felici di aver trovato alleati in Europa che possono aiutarci ad affrontare il modo in cui il governo olandese ci sta trattando, fondamentalmente volendo cancellarci dalla mappa dei Paesi Bassi", ha affermato Sieta van Keimpema, membro del consiglio della Farmers Defense Force, una delle principali organizzazioni degli agricoltori olandesi, rivolgendosi ai parlamentari polacchi.

Identità rurale

Il deputato olandese di estrema destra Thierry Baudet, pro-Putin e alleato della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, ha accusato il primo ministro olandese Mark Rutte di cercare di "demolire i contadini". A scomodarsi c'è stato anche l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha parlato di "tirannia climatica" per cui gli agricoltori non sarebbero più autorizzati a lavorare la loro terra.

Il piano del governo mira a ridurre fino al 70% le emissioni di azoto, in particolare nelle regioni più vulnerabili. Per raggiungere questo risultato si punta su un approccio diverso basato in alcuni casu su una produttività inferiore, in altri su una riduzione drastica di determinate attività, in particolare degli allevamenti intensivi. “Si tratta di [come] gli agricoltori vedono davvero la loro identità messa in discussione. È una specie di stile di vita e penso che questo sia qualcosa che la destra radicale riprende", ha dichiarato a Politico Europe Andrej Zaslove, professore associato presso l'Università olandese di Radboud e specialista di populismo.

Quasi la metà della cittadinanza nei Paesi Bassi sostiene le manifestazioni, che si stanno trasformando in un movimento più ampio anche all'interno dell'Olanda. "È una specie di protesta contro l'establishment", ha detto Zaslove, aggiungendo che alcuni dei suoi sostenitori credono che "lo Stato non è per il popolo". Il governo arancione da parte sua sta tentando la strada della mediazione. Un portavoce del ministero dell'agricoltura ha dichiarato: “Non è questo il modo di andare avanti, dobbiamo trovare insieme un modo per farlo. Il gabinetto olandese desidera collaborare con tutte le parti interessate per plasmare il futuro sostenibile dell'agricoltura".

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