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Sabato, 20 Aprile 2024
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L'Europa è il principale esportatore di animali vivi del mondo

Lo afferma una stima del Guardian su dati della Fao. La Danimarca è specializzata nell'esportazione di suini, la Germania di pulcini e la Romania di pecore. Gli animalisti chiedono regole più stringenti per salvaguardare il benessere delle bestie durante il trasporto

Il trasporto di animali vivi da un paese all'altro è una pratica comune nelle società globalizzate, ma al centro di forti critiche da parte degli animalisti per le sofferenze che il viaggio, spesso in condizioni difficili, causa alle bestie. Nell'Unione europea è in corso un dibattito per cambiare le regole in materia e sembra sempre più necessario visto che l'Ue è il primo esportatore mondiale di polli, suini, pecore, capre e bovini. Lo sostiene un'analisi del Guardian che suggerisce che il blocco potrebbe essere responsabile fino all'80% del commercio mondiale di animali vivi da allevamento.

I dati Fao

I dati globali forniti al giornale dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, la Fao, indicano che 1,8 miliardi di bestie sono state spostate attraverso un confine nel 2019 e che più di tre quarti di quegli spostamenti sarebbe avvenuto nell'Unione. "Gran parte del movimento transfrontaliero di animali vivi avviene nell'Ue", ha affermato Anne Mottet, responsabile per lo sviluppo del bestiame della Fao. Il commercio globale di animali vivi da allevamento vale oltre 20 miliardi di dollari all'anno ed è più che quadruplicato nelle dimensioni negli ultimi 50 anni. Tuttavia a causa di una regolamentazione inadeguata gli animali potrebbero essere messi a rischio durante alcuni viaggi o esposti a crudeltà quando raggiungono la destinazione. Nel Regno Unito il governo di Boris Johnson ha annunciato che dalla fine del prossimo anno saranno vietate le esportazioni di animali vivi da Inghilterra e Galles verso altri Paesi, mentre a Bruxelles la questione è al centro di un forte dibattito. La Ong Eurogrup for Animals chiede una riforma normativa che includa tempi di viaggio più brevi e un "passaggio dal trasporto di animali vivi a un commercio di carne e carcasse, nonché di materiale genetico".

Paese specializzati

Il trasporto è così diffuso in quanto, come spiega Ditte Erichsen, veterinaria di Animal Protection Denmark, alcune nazioni tendono a specializzarsi nella produzione di un particolare anumale. "La Danimarca è diventata il più grande esportatore di suini al mondo", ha affermato Erichsen. La maggior parte di loro, ha detto, sono maialini di circa tre mesi di età e il loro tempo di viaggio spesso supera le otto ore. Secondo un report di Eurogrup for Animals, basato su dati di Eurostat, circa 15,7 milioni di suini danesi hanno lasciato il Paese nel 2019. "Questo è il risultato di una tendenza che abbiamo visto nell'ultimo decennio, in cui la produzione di suini si è specializzata in una certo modo, con gli animali che nascono in un Paese, vengono ingrassati in un altro e spesso macellati in un terzo", ha detto Erichsen, secondo cui rischi particolari per i maiali sono lo stress da caldo, il soffocamento dovuto al sovraffollamento, la fame e la sete prolungate e la mancanza di spazio per riposare.

La tragedia in Romania

A livello globale la Fao stima che “il 95% degli 1,8 miliardi di animali che hanno attraversato un confine nel 2019 sono polli, mentre i bovini rappresentavano meno dell'1% di questo totale", sostiene Mottet. La specialità della Germania è l'esportazione di pulcini. Il rapporto ha rilevato che il Paese ha esportato 312 milioni di capi di pollame all'interno dell'Ue nel 2019, di cui quasi 100 milioni pesavano meno di 185 grammi. La Romania invece è specializzata nell'allevamento e nell'esportazione di pecore, spesso verso i mercati dell'Arabia Saudita, dove questo tipo di carne è molto richiesta. Poco più di un anno fa una nave cargo rumena che trasportava 14.500 pecore vive si è ribaltata nelle acque del Mar Nero, causando la morte di quasi la totalità degli animali.

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