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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Da Ferrero a Nestlé: i big del cibo dico no alle gabbie negli allevamenti

Le principali multinazionali dell'Agrifood scrivono alla Commissione europea per sostenere la petizione a favore della progressiva eliminazione di questi sistemi di allevamento: "Sostegno agli agricoltori per guidare la transizione"

Ci sono le principali multinazionali dell'agrifood, dome Barilla, Ferrero, Mondelēz International, Nestlé e Unilever, e poi i rivenditori ALDI Nord, Inter IKEA Group e Le Groupement Les Mousquetaires, nonché il Gruppo Jamie Oliver e il produttore italiano di uova Fattoria Roberti. Tutti a sottoscrivere una lettera all'Unione europea in cui si chiede di eliminare gradualmente l'uso delle gabbie negli allevamenti, a cominciare dalle galline ovaiole.

Di fatto, con questa lettera, i big del settore sostengono gli obiettivi dell'iniziativa dei cittadini europei "End the Cage Age", firmata da 1,4 milioni di cittadini dell'Ue, che chiede per l'appunto l'eliminazione graduale delle gabbie negli allevamenti europei, a partire dalle galline, e la revisione delle leggi dell'Ue sul benessere degli animale. Questa revisione, si legge nella missiva delle multinazionli, "rappresenta una opportunità ideale per creare una base giuridica per porre fine all'uso delle gabbie negli allevamenti Ue, iniziando con le galline in gabbia e con sostegni agli agricoltori nella transizione". Rileva che "i sistemi di allevamento senza gabbie sono diffusi, economicamente sostenibili e forniscono migliori condizioni di vita per le galline".

I firmatari ricordano che le loro aziende e oltre 1000 altre imprese in tutta Europa - compresi rivenditori, produttori e fornitori di servizi alimentari - hanno eliminato le uova prodotte da galline in gabbia dalla loro catena di approvvigionamento o si sono impegnate a farlo entro il 2025. Nonostante questo, segnala l'ong Compassion in wolrd farming, "sono oltre 300 milioni in Europa e più di 40 milioni in Italia gli animali che sono ancora allevati in gabbia", tra cui per l'appunto le galline, ma anche conigli, scrofe e quaglie. "Le gabbie - prosegue l'ong - sono uno strumento di confinamento estremo che costringe gli animali in spazi così ristretti da non consentire loro di esprimere i propri comportamenti naturali. Per conigli e galline, quando allevati in gabbia, è disponibile l’area di un foglio A4, le scrofe trascorrono metà della loro vita in gabbia così strette da non potere neanche girare su se stesse". 

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