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"Soldi da Monsanto e a favore del glifosato", "Fake news": nuovo scontro M5s-Verhofstadt

Secondo i 5 stelle, il partito del leader dei liberali europei, che il mese scorso aveva dato del burattino al premier italiano, avrebbe ricevuto dei finanziamenti dai produttori dell'erbicida, accusato di provocare il cancro. Lui: "Vendetta per Conte"

Con il suo voto e quelli del suo gruppo parlamentare ha consentito la proroga dell'uso in Europa del glifosato, l'erbicida prodotto dalla Monsanto-Bayer e accusato di provocare il cancro. E adesso il Movimento 5 stelle lo accusa di conflitto di interessi. Il motivo? "Il moralista Guy Verhofstadt, che aveva dato del burattino al nostro presidente del Consiglio, ha accettato finanziamenti per il suo partito (l'Alde) da Monsanto-Bayer, condannata a risarcire 289 milioni di dollari negli Stati Uniti perché un giardiniere si era ammalato di tumore dopo aver usato un erbicida, che produce, contenente glifosato", si legge in una nota del M5s. 

"Il glifosato - ricorda il M5s - non è bandito in Europa. Il suo utilizzo, grazie ai voti proprio dell'Alde, è stato prorogato in tutta Europa fino al 15 dicembre 2022. Ricordiamo che Alde già percepisce i finanziamenti europei previsti per i partiti politici europei: per il 2019 sono stati previsti 50 milioni per i partiti politici europei e 19,7 milioni per le fondazioni politiche. Evidentemente questi soldi non gli bastano. Saremmo curiosi di vedere chi sono e quanto versano nelle casse del partito i finanziatori della campagna elettorale per le europee".

La replica di Verhofstadt

Accuse cui Verhofstadt replica con ironia: “Ecco un bell’esempio di fake news. E non c’è da stupirsi, visto chi ne è l’artefice: l’Efdd (il gruppo si cui fa parte il M5s, ndr)”, scrive il presidente del gruppo dell'Alde. La fake news, secondo Verhofstadt, starebbe nel fatto che il gruppo parlamentare di cui è leader, pur chiamandosi allo stesso modo, è cosa distinta dal partito: “Sono accusato di aver accettato finanziamenti da Monsanto-Bayer per il mio partito. Innanzitutto io potrei solo rispondere dei finanziamenti al gruppo Alde al Parlamento europeo, e non certo al partito Alde”. Il presidente del partito europeo Alde, si legge ancora nella nota "è l’eurodeputato Hans Van Baalen che ha sempre pubblicamente dichiarato tutti tipi di finanziamenti ricevuti sul sito del partito. Da ricordare inoltre che i gruppi politici" dell'Eurocamera "ricevono solo un finanziamento dal Parlamento europeo".  

“Invito - prosegue direttamente Verhofstadt - a chi lancia questo tipo di accuse di non tralasciare, nelle sue prossime dichiarazioni, le mie constanti azioni contro questo tipo di finanziamenti anche quando legale. Questa dichiarazione, oltre a riportare una bugia, è un chiaro tentativo di vendicare quanto da me espresso durante il dibattito del Parlamento europeo con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Solo che io ho detto una verità e la verità fa male”, ha concluso il presidente del gruppo Alde.

Le accuse alla Vestager

Ma le accuse dei 5 stelle non si fermano a Verhofstadt e puntano dritto alla Commissione Ue: "Sarà un caso, ma proprio una esponente dell'Alde, il commissario europeo Margrethe Vestager, aveva detto sì alla fusione Monsanto-Bayer, nonostante i troppi dubbi antitrust e le preoccupazioni espresse da ben 80 ong che si erano mobilitate contro la fusione. Questa è la dimostrazione più lampante di come le grandi multinazionali influenzano il processo decisionale europeo. Prima ottengono i favori, poi ringraziano finanziando i partiti complici", scrive l'eurodeputata Laura Ferrara.

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