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Giovedì, 25 Aprile 2024
Ambiente&Clima

"L'Ue riduca il consumo di carne del 71% entro il 2030"

La proposta di Greenpeace alla Commissione europea in vista della nuova strategia per il settore agricolo. Attualmente, nell'Unione si mangia il doppio di prodotti di origine animale rispetto alla media globale

Una legge europea per ridurre i consumi di carne in tutta l'Ue del 71% entro il 2030. E' quanto propone Greenpeace in vista dell'adozione, da parte della Commissione europea, della strategia Farm to Fork (dal produttore al consumatore), che mira a rivoluzionare il settore agroalimentare Ue in linea con le politiche climatiche e che verrà resa pubblica il prossimo 25 marzo.

Secondo Greenpeace, ogni cittadino dovrebbe consumare entro i prossimi dieci anni un massimo di 460 grammi di carne a testa contro gli 1,58 chili attuali. E questo sia per ragioni ambientali che di salute. Secondo l'organizzazione ambientalista, infatti, la produzione zootecnica ha un impatto enorme sul clima. Attualmente i cittadini europei consumano circa il doppio di carne e quasi il triplo di prodotti lattiero-caseari rispetto alla media globale. Per sostenere gli attuali livelli di consumo di prodotti di origine animale, in Europa viene incentivato, anche attraverso i fondi pubblici della Pac, la politica agricola comune dell'Ue, un sistema di allevamento intensivo che è dannoso per l'ambiente, per il clima e per la nostra salute

La riduzione del consumo globale di carne a 24 chili per persona all'anno entro il 2030, e successivamente a 16 chili per persona all'anno entro il 2050, spiega ancora Greenpeace, si basa su valori che secondo gli scienziati sono in grado di garantire la sicurezza alimentare, mantenendo il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C. Secondo uno studio britannico, attualmente sui 58,4 miliardi di euro dedicati alla politica agricola europea, più di 28 miliardi sono investiti nella produzione di cereali per gli animali.

Ma il consumo eccessivo di carne, secondo diversi esperti, ha anche un impatto sulla salute. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet, "una dieta ricca di vegetali ha benefici per la salute" e potrebbe nutrire più di 10 miliardi di esseri umani senza impattare eccessivamente sul clima. 

''L'esplosione della pandemia di Covid-19 ci ha fatto capire che uomo e animali condividono un unico Pianeta, che non conosce frontiere. In questo momento particolarmente difficile per il nostro Paese si moltiplicano gli appelli per una maggiore attenzione alle indicazioni provenienti dal mondo scientifico, ed è esattamente quello che chiediamo rispetto al sistema agroalimentare europeo", commenta Federica Ferrario di Greenpeace

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