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Giovedì, 28 Marzo 2024
La storia

Come la "cintura suina" tedesca ha inquinato intere regioni

In Germania l'industria del maiale vale sei miliardi di euro, ma produce ammoniaca e nitrati che rovinano suolo e acque. In Bassa Sassonia vivono oltre sette milioni di questi animali

Il danno è fatto, resta da capire quanto tempo occorrerà per ripararlo. L'industria suinicola tedesca, a causa del suo sovradimensionamento, ha prodotto una quantità di rifiuti ingestibile che ha inquinato acque e suoli. I problemi sono concentrati in Bassa Sassonia, cuore della cosiddetta “cintura suina” (Schweinegurtel) della Germania, dove il valore complessivo del settore raggiunge i 6 miliardi di euro, con migliaia di tonnellate di carne esportata in tutto il mondo.

Il prezzo da pagare lo si capisce osservando le mappe della zona illuminate di un "rosso tossico" che evidenzia le emissioni di ammoniaca degli animali da allevamento e i nitrati nelle acque sotterranee. Per troppi anni, secondo critici e ambientalisti, le autorità locali hanno consentito all'industria di prosperare, senza tener conto dell'impatto ambientale. Il Guardian ha realizzato di recente un ampio reportage, finanziato dal Fondo per il giornalismo (Journalismfund.eu), che analizza cause, protagonisti e conseguenze di questa storia.

Se negli ultimi anni l'opinione pubblica si è mostrata più attenta alla questione del benessere animale, poca attenzione si è prestata ai fattori di inquinamento connessi a queste strutture. Al centro del problema c'è il letame suino, un fertilizzante agricolo naturale, il cui uso eccessivo può però determinare un'infiltrazione di nitrati nelle falde acquifere, danneggiando fiumi, laghi e oceani. La questione deriva da una densità di suini eccessiva in Bassa Sassonia e nella Renania Settentrionale-Vestfalia, che insieme ospitano oltre 7 milioni di suini, equivalenti a quasi il 60% dei maiali del Paese. Qui la densità di questi animali è quattro volte superiore alla media nazionale.

Dopo la seconda guerra mondiale, l'allevamento era una delle poche fonti di reddito in quello che era lo Stato più povero della Germania. I terreni per spargere il letame dei maiali erano vasti, mentre la vicinanza ai porti del nord, come Amburgo, facilitava l'importazione di mangimi. Secondo Uwe Behrens, attivista ambientale dell'Alleanza per le persone, l'ambiente e gli animali (Bündnis MUT), i nitrati provenienti dal letame hanno determinato un inquinamento critico degli stagni Ahlhorner, un'area protetta di 465 ettari che ospita diverse specie vegetali rare. In uno degli stagni è stato riscontrato un eccesso di 133 tonnellate di nitrati.

Si tratta di un degrado ambientale che viola le leggi dell'Ue sulla conservazione della biodiversità. Anche i livelli di ammoniaca determinano molti problemi, essendo più che doppi rispetto al limite massimo ritenuto sicuro per l'ambiente. Gli Stati della Bassa Sassonia e della Renania Settentrionale-Vestfalia sono stati citati in giudizio dagli attivisti di Deutsche Umwelthilfe (Azione ambientale tedesca) per non aver affrontato il problema. Reinhild Benning, portavoce dell'organizzazione ed ex allevatrice di suini, accusa il governo di aver sostenuto l'espansione del settore, le cui stalle sono aumentate rapidamente tra il 2004 e il 2012, mentre le esportazioni di carne sono più che raddoppiate.

Nel 2018, la Corte di giustizia europea ha stabilito che il Paese ha violato il diritto dell'Ue per non aver affrontato il problema dei nitrati e tuttora oltre un quarto dei siti di monitoraggio nei terreni agricoli della Bassa Sassonia supera i limiti comunitari. In sostanza le aziende agricole non hanno più terreno sufficiente per spargere adeguatamente il letame. L'Unione degli agricoltori tedeschi (Deutscher Bauernverband) afferma che le normative nazionali sono state inasprite, bloccando l'eccesso di azoto, ma lo smaltimento di quel che è stato diffuso in questi anni è impresa ardua.

"Ai tempi della liberalizzazione generale, ci siamo affidati al senso di responsabilità delle imprese e dell'agricoltura, rinunciando in larga misura ai controlli normativi. Ora abbiamo la responsabilità di riportare gli sviluppi eccessivi a un livello accettabile", ha dichiarato Olaf Lies, ministro dell'Ambiente della Bassa Sassonia. Nel 2021 la Germania ha introdotto un regolamento più severo sulla gestione del letame, approvato dalla Commissione europea a giugno, ma non tutti sono convinti che questa misura sia sufficiente. Secondo l'Associazione tedesca delle industrie dell'energia e dell'acqua (Bdew), il governo ha proposto modelli di misurazione che hanno "ridotto artificialmente" le aree rosse, rendendo inefficaci le nuove misure.

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