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Sabato, 20 Aprile 2024
Ambiente&Clima

Dagli insetti "alieni" 1 miliardo di danni all'agricoltura italiana nel 2019

E' quanto emerge da un rapporto della Coldiretti: dalla Xylella alla cimice asiatica, interi settori produttivi stanno facendo i conti con l'invasione di patogeni extra-Ue: "Colpa delle frontiere colabrodo"

Ci sono le più note Xylella e cimice asiatica, che hanno colpito rispettivamente ulivi e ortofrutta. Ma ci sono anche la Popillia japonica, la Drosophila suzukii, il cinipide galligeno e il coleottero Aethina tumida. Tutti insetti provenienti da regioni lontane, ma che sono arrivate in Italia spinte "dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi". Causando danni alla nostra agricoltura che Coldiretti, in un report, quantifica in 1 miliardo di euro solo nel 2019.

L'organizzazione degli agricoltori parla di una vera e proprio "strage provocata dalle specie aliene nelle campagne italiane", con "gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico". L'ultima ad invadere l'Italia è la "cimice marmorata asiatica" arrivata dalla Cina che - sostiene la Coldiretti - è particolarmente pericolosa per l'agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all'anno con 300-400 esemplari alla volta.

Un autentico flagello è il batterio della Xylella che è stato introdotto con molta probabilità dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam ed ha devastato gli uliveti del Salento dove quest'anno sono andate perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 73% della produzione di olio di oliva. Dall'autunno 2013, anno in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia - continua Coldiretti - si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente a Monopoli, in provincia di Bari.

E danni sta facendo anche la Drosophila suzukii il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che ha attaccato ciliegie, mirtilli e uva dal Veneto alla Puglia. Le castagne hanno invece pagato un conto salatissimo per colpa - precisa la Coldiretti - del cinipide galligeno del castagno, il Dryocosmus kuriphilus, proveniente dalla Cina che provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni contro il quale è stata avviata con successo una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo e accurata diffusione dell'insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale, anche se ci vorrà ancora tempo per ottenere un adeguato contenimento.

La produzione made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori - sostiene la Coldiretti - è invece minacciata da due insetti killer, il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida) che mangiano e rovinano il miele, il polline e, soprattutto, la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l'alveare. Ma c'è anche il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus originario dell'Asia che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un vero flagello che ha interessato il verde pubblico e privato in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise.

"Con il cambiamento climatico sotto accusa è il sistema di controllo dell'Unione Europea con frontiere colabrodo - denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l'ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell'Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che - continua Prandini - devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni", conclude. 

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