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Sabato, 20 Aprile 2024
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"L'Olanda ha manipolato le cifre per ottenere maggiori permessi per la pesca a impulsi elettrici"

Lo rivelano alcuni documenti riservati ottenuti dall'emittente Nos. La controversa pratica è vietata in Europa ma i Paesi Bassi hanno ottenuto finora delle deroghe per continuare a usarla

I Paesi Bassi avrebbero manipolato, durante le trattative a Bruxelles, le cifre sul settore della pesca a impulsi elettrici per ottenere maggiori concessioni nelle quote. Lo mostrerebbero i documenti del ministero richiesti da Nos nell'ambito della legge sulla libertà di informazione. Il governo, secondo l'emittente televisiva, ha rilasciato solo una parte dei documenti relativi alla lobby olandese per questo controverso tipo di pesca, in quanto conterrebbero informazioni che potrebbero portare a sanzioni europee, hanno spiegato alcune fonti.

Pratica vietata

La pesca a impulsi comporta l'invio di una corrente di elettricità attraverso sezioni del fondale marino, stordendo parzialmente sogliole e passere di mare e spingendone alcune nella rete. Tecnicamente, l'uso dell'elettricità per catturare il pesce è vietato nelle acque europee ma dal 2007 l'Unione europea ha avuto il potere di concedere deroghe a questa regola che sono state utilizzate soprattutto dai pescherecci da traino olandesi e britannici nel Mare del Nord. Adesso dal primo luglio il divieto sarà totale, anche se le nazioni possono assicurare ancora un breve periodo di transizione per permettere al settore di adattarsi alle nuove regole. Amsterdam si era opposta con un ricorso che è stato però bocciato dalla Corte Ue.

Le pressioni olandesi

Come ricorda DutchNews.nl l'esenzione è stata promossa dagli olandesi come un modo di pescare rispettoso dell'ambiente perché, a differenza della pesca alla trave, non comporta il trascinamento di reti pesanti sul fondo del mare. Ma di fatto viene scelto dai pescatori però perché è un modo più efficiente per catturare il pesce. Nos sostiene che i documenti ottenuti mostrano scambi di e-mail tra funzionari pubblici in cui affermano che i metodi per ottenere i permessi europei erano illegali e "dubbi", ma che la Commissione europea e il ministro dovevano essere tenuti all'oscuro su di essi. Secondo la denuncia gli sforzi per ingannare i funzionari comunitari hanno portato a 84 permessi, che coprono un quarto della flotta peschereccia, invece del 5 per cento che la Commissione era originariamente disposta a concedere. I funzionari pubblici sono stati sottoposti a forti pressioni da parte dei parlamentari e dell'industria della pesca, che "deve essere sostenuta in ogni modo possibile", si legge in uno dei documenti citato da Nos. La Francia in particolare ha protestato contro il metodo, sostenuta dalle organizzazioni ambientaliste che hanno affermato che è un metodo di pesca crudele e non necessario e sta esaurendo gli stock ittici.

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