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Martedì, 19 Marzo 2024
Ambiente&Clima

In Belgio la patata da frittura per eccellenza rischia di sparire. Colpa del cambiamento climatico

La qualità Bintje soffre siccità e caldo eccessivo. Agricoltori e industria puntano su altre tipologie, ma gli appassionati la reclamano. Ricercatori tentano di renderla più resistente

Se ci sono degli intenditori di patate fritte questi sono certamente i belgi, che ne hanno fatto anche il loro piatto nazionale. La tradizione le vuole tagliate a mano, e fritte due volte nello strutto, con la seconda a temperatura più alta per assicurare la proverbiale croccantezza. Anche nei gelidi inverni, davanti le “friteries”, i tradizionali chioschi dove vengono preparate, file di persone restano in attesa per gustarle per strada in coni in cartone.

Tra le qualità utilizzate, un tempo la regina indiscussa era la Bintje, una patata farinosa, coltivata sia in Vallonia che nelle Fiandre. Piccola e gustosa, è in cima alle scelta degli intenditori. Le prossime generazioni rischiano, però, di assaggiarne sempre meno, a causa del cambiamento climatico. L'aumento delle temperature e i periodi di siccità fanno soffrire in modo particolare questa tipologia di tubero. Gli agricoltori l'hanno progressivamente sostituita con altre qualità, come la Fontane, che resiste meglio alle condizioni estreme.

L'industria ha virato di conseguenza su queste patate, più resistenti e grandi, quindi facili da gestire nella produzione. "Con le sue dimensioni più regolari e la sua resistenza ai danni climatici, la Fontane è diventata 'la' patatina dell'industria”, ha spiegato alla tv pubblica belga Rtbf Antonine Mauroy, giovane agricoltore specializzato in tuberi. Secondo le rilevazioni dell'Agenzia vallona per la promozione dell'agricoltura di qualità (Apaq-W) il 93% dei Belgi consuma patate. Sono ben 18 le aziende di lavorazione specializzate in questo settore, che generano oltre 4000 posti di lavoro.

Tra il 2016 e il 2019, il piccolo Paese ha visto un incremento del 20% nelle spedizioni e nelle esportazioni di questo tubero, inclusi i prodotti trasformati, raggiungendo oltre un miliardo di tonnellate. Mentre in passato, una patata su due raccolte era una Bintje, oggi la produzione si è ridotta ad appena il 5%. Soffrendo le variazioni di temperatura e presentandosi spesso vitrea o ammaccata, risulta poco adatta ai ritmi e alle esigenze della produzione industriale. Le perdite per questo tubero hanno raggiunto un tasso record tra il 2018 e il 2019, due anni segnati da estati torride. "Tre anni fa avevamo il 50% di patate inutilizzabili. Non sapevamo cosa fare, era catastrofico per le nostre entrate e a quel punto abbiamo deciso di passare alle Fontane”, precisa André Mauroy (padre di Antoine) alla Rtbf. Nonostante abbia trovato una soluzione, l'uomo preferirebbe continuare puntare su questo tubero, considerandolo più pregiato e gustoso, nonché il più ricercato da parte dei consumatori della zona.

Seppur in sofferenza, proprio la Bintje potrebbe offrire soluzioni alternative ad agricoltori sempre più esposti ai rischi del mutamento climatico. Questa qualità infatti non è sottoposta a diritti d'autore, a differenza di altre come la Fontane o la Innovator. Contadini e aziende agricole hanno il diritto di moltiplicare questi tuberi per piantarli sulla loro terra l'anno successivo, mentre ne è vietata la commercializzazione. Non sono quindi costretti a riacquistarne i semi ogni anno. La protezione garantita dai diritti d'autore per le patate dura circa trenta anni, in modo da poter compensare i creatori di nuove qualità, di norma più resistenti e che si adattano a diverse tipologie di suolo.

Alla rivista Médor, Alice Soete, del Centro vallone di ricerche agronomiche (Cra-W), ha spiegato che “quando una varietà diventa di dominio pubblico, le organizzazioni più piccole potranno iniziare a lavorarci e tutti saranno felici, perché l'allevatore sarà stato pagato per la sua creazione”, precisando però che “con il cambiamento climatico, la situazione sta mutando: la selezione sta diventando sempre più rischiosa dal punto di vista finanziario e i requisiti stanno aumentando”. Per questa ragione, un gruppo di ricercatori fiamminghi sta provando a rendere proprio la Bintje più resiliente a fronte dell'emergenza climatica. Il fatto che il tubero sia di dominio pubblico significa che non sono costretti a negoziare con un detentore di diritti per effettuare questo tentativo.

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