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Martedì, 19 Marzo 2024
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Riparte la pesca al tonno rosso ma senza trasferimenti di quote tra Italia e Malta

I pescatori italiani lamentano che il provvedimento, che elimina una vecchia consuetudine, andrebbe a loro danno non disponendo il nostro Paese di abbastanza gabbie per l'allevamento

Al via la nuova campagna di pesca al tonno rosso per il 2020 ma con nuova regole che non piacciono ai pescatori italiani, che denunciano il rischio di perdere fino a 10 milioni di euro.

Via le quote

La Commissione europea ha eliminato il trasferimento delle quote di tonno destinate agli allevamenti tra Italia e Malta, scatenando la protesta degli imprenditori italiani che hanno inviato una lettera ai vertici della Commissione europea e per conoscenza alla ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova, per chiedere di ritirare il provvedimento nato in virtù di presunte infrazioni di Malta alle regole comunitarie sulla pesca. Quella del trasferimento delle quote di tonno catturato, secondo quanto spiegato dai produttori all'Ansa, è una vecchia consuetudine dovuta al fatto che in Italia non ci sono praticamente gabbie in mare dove poter far crescere il pescato destinato per lo più al mercato giapponese. Secondo i pescatori il problema è che la decisione dell'Europa è arrivata con accordi commerciali già chiusi per il trasferimento nelle gabbie maltesi di ben 2.900 tonnellate derivanti dalle quote di catture assegnata all'Italia.

Le critiche dei pescatori

"Una scelta arrivata quando ormai eravamo pronti a partire ora è impossibile trovare soluzioni alternative e rischiamo di perdere almeno 10 milioni di euro", denunciano gli operatori. Il tutto in un periodo non semplice per il settore, perché per via della pandemia è stato rinviato di un anno la creazione di una filiera 100% italiana del tonno, come anche sono stati posticipate le Olimpiadi in Giappone. "I nostri operatori - spiega Fedagripesca-Confcooperative - contavano sui giochi di Tokyo per vendere a prezzi importanti il tonno rosso del Mediterraneo particolarmente apprezzato e invece ora si teme una perdita anche del 50% di fatturato pari a circa 30 milioni di euro".

Crisi del coronavirus

A peggiorare la cosa è stato il calo dei consumi e della chiusura dei ristoranti e che, anche con la fase 2, non sono tornati a lavorare come prima. E proprio per avere una boccata di ossigeno, Fedagripesca auspica che queste imprese possano accedere alle misura di ristoro previste dal dl Rilancio.

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