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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Killer delle api

Pesticidi, i produttori di zucchero: "Senza deroghe ai divieti addio a quello europeo"

Dopo la sentenza della Corte Ue protestano agricoltori e industrie, convinti che perderanno i raccolti se non usano sostanze chimiche. Ma le alternative ci sarebbero

Se i pesticidi fossero eliminati dalle coltivazioni dovremo rinunciare allo zucchero europeo. Questo l'allarme lanciato dai produttori di barbabietola e dall'industria di trasformazione, a seguito di una recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea in questo senso. Il tribunale ha stabilito il 19 gennaio che non sono più ammesse deroghe ai divieti relativi ai pesticidi neonicotinoidi, una pratica cui hanno fatto ricorso per anni gli Stati membri e che adesso è stata ufficialmente condannata.

In particolare, le esenzioni ammesse in questi anni riguardavano le coltivazioni di barbabietola da zucchero, una piantagione che soffre di una particolare malattia denominata "giallo". Per combatterla, sostengono gli agricoltori, è indispensabile utilizzare pesticidi a base di clothianidin e thiamethoxam, sostanze vietate negli Stati membri perché particolarmente tossiche per le api e potenzialmente rischiose per la salute umana.

La classe dei neonicotinoidi è quella che i ricercatori reputano la principale responsabile del declino della popolazione degli insetti impollinatori, dato che influisce negativamente sulle capacità riproduttive, la memoria e il senso dell'orientamento. Grazie alle eccezioni concesse dai governi, gli agricoltori europei hanno continuato a spruzzare questi prodotti sui campi per proteggere le piante.

Per protestare contro il verdetto del tribunale con sede in Lussemburgo la Confederazione internazionale dei produttori di barbabietola europei (Cibe) ha unito le forze con l'associazione degli agricoltori e delle cooperative Copa-Cogeca e con l'Associazione europea dei produttori di zucchero (Cefs). In un comunicato congiunto hanno espresso forti preoccupazioni, asserendo che non esistono valide alternative ai pesticidi killer delle api per combattere il cosiddetto "giallo", un virus molto aggressivo.

A dimostrarlo ci sarebbe il calo della produzione di barbabietola del 30% quando gli agricoltori francesi non hanno avuto accesso all'utilizzo di queste sostanze. Ragion per cui Parigi negli anni successivi ha optato per ammettere delle eccezioni al fine di tutelare il settore e che erano state confermate per il 2023. La sentenza dei giorni scorsi ha posto fine a queste esenzioni. "Non chiederemo...un terzo anno di esenzione per i semi di barbabietola da zucchero trattati. È finita", ha detto ai giornalisti il ​​ministro dell'Agricoltura Marc Fesneau dopo un incontro con i rappresentanti del settore.

Secondo Elisabeth Lacoste, direttrice della Cibe la decisione "segna un divorzio tra l'interpretazione giuridica e la realtà agronomica che devono affrontare i coltivatori". La decisione, lamentano i produttori, "spinge molti in una situazione senza precedenti poche settimane prima dell'inizio della stagione della semina della barbabietola da zucchero e porta a un'estrema incertezza e situazione caotica". Scenario anche peggiore quello prospettato dall'industria dello zucchero.

“Se gli agricoltori non possono coltivarlo, la produzione di zucchero sarà impraticabile. Le fabbriche chiuderanno e i posti di lavoro nell'industria andranno perduti in alcune delle zone rurali più vulnerabili dell'Ue", ha affermato Marie-Christine Ribera, a capo dell'associazione di settore. "Gli europei dipenderanno dalle importazioni di zucchero meno sostenibile e con maggiori emissioni dall'estero", ha avvertito la direttrice.

Nonostante il pessimismo diffuso, c'è chi approva il verdetto anche tra coloro che operano in ambito agricolo. Come la Confédération Paysanne, che rappresenta i piccoli agricoltori francesi, la quale ha invece sollecitato l'attuazione immediata della sentenza. Secondo la confederazione, non sussiste un allarme peggiore degli altri anni rispetto all'ingiallimento della barbabietola. “L'uso sistematico di neonicotinoidi non è giustificato”, sostiene l'associazione che reputa ben più pericolosa del virus la pressione del mercato e la deregolamentazione del settore.

Secondo Pesticide Action Network Europe (Pan), l'organizzazione che ha supportato l'apicoltore che aveva fatto causa davanti al tribunale dell'Ue, la popolazione di parassiti aumenta a causa di "cattive pratiche agronomiche nell'agricoltura intensiva". Sul banco egli imputati dovrebbero dunque finire insieme ai pesticidi i fertilizzanti e le monocolture perenni, che impediscono alle colture di adattarsi e combattere i virus in maniera più "autonoma". Grazie ad una gestione agroecologica efficiente, sostengono gli esperti di Pan, ci sono Paesi come Malta che sono stati in grado di gestire il problema senza dover ricorrere a deroghe per i pesticidi vietati.

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