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Giovedì, 25 Aprile 2024
La nuova legge

La battaglia per le emissioni agricole: dalle manifestazioni di piazza al Parlamento Ue

A Strasburgo approvata legge per l'aumento dei pozzi di carbonio, ma il contributo dell'agricoltura è stato limitato. Agricoltori già furiosi contro i piani governativi anti-emissioni in Olanda e Belgio

Mentre nel fine settimana scorso gli agricoltori sono (di nuovo) scesi in piazza in Olanda, al Parlamento europeo sono arrivate le votazioni su alcune importanti novità legislative riguardo l'assorbimento dei gas serra nei suoli. Un tema delicato e complesso che riguarda anche l'agricoltura, già messa a dura prova da cambiamenti climatici ed un esorbitante aumento dei costi di produzione, dai fertilizzanti al gas per riscaldare le serre. Quella sui suoli è una delle tre leggi votate che integrano la Fit for 55%, la strategia dell'Ue per ridurre le emissioni di gas a effetto serra (Ghg) di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, in linea con la legge europea sul clima. Il nuovo regolamento, dopo le modifiche apportate dal Parlamento, innalza l'obiettivo al 57%.

Obiettivi progressivi

A Strasburgo gli eurodeputati hanno approvato (con 479 voti favorevoli, 97 contrari e 43 astensioni) in via definitiva la revisione del regolamento sull'uso del suolo, i cambiamenti di uso del suolo e la silvicoltura (cosiddetto regolamento Lulucf), a seguito dei negoziati a tre condotti tra Commissione, Europarlamento e Consiglio. In base alle norme attuali, che resteranno in vigore fino al 2025, i Paesi dell'Ue devono garantire che nel settore Lulucf le emissioni non superino gli assorbimenti. Dal 2026, gli obiettivi annuali vincolanti saranno sostituiti da un bilancio quadriennale per il periodo 2026-2029. Per raggiungere i loro obiettivi, gli Stati membri possono acquistare o cedere i crediti di assorbimento (cosiddetta compensazione) maturati nell'ambito della normativa e del regolamento sulla condivisione degli sforzi, anche questo approvato martedì 14 marzo.

Come usare la terra

"Questo regolamento Lulucf mira a cambiare il modo in cui usiamo la terra per essere una soluzione al problema del clima, invece di contribuire al cambiamento climatico e al deterioramento della biodiversità", ha commentato al termine delle votazioni Ville Niinistö, parlamentare finlandese dei Verdi che ha guidato il team dei negoziati per il Parlamento. L'accordo con il Consiglio sul testo legislativo, secondo l'eurodeputato, rappresenta un miglioramento rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea. "Per la prima volta, abbiamo raggiunto un accordo sul principio che l'Unione Europea debba aumentare i propri pozzi di assorbimento, con un obiettivo vincolante al 2030 per ogni Stato membro. Questo regolamento avvia il cambiamento per il futuro", ha affermato il politico finlandese. I pozzi di assorbimento sono stati reputati fondamentali per raggiungere la "neutralità carbonio" nell'Ue al più tardi entro il 2050.

Pozzi naturali

Gli obiettivi fissati per questo settore obbligheranno gli Stati membri a mettere in atto riforme per invertire la progressiva riduzione dei pozzi naturali di terra. I Verdi si vantano di essere riusciti, in qualità di negoziatori principali del dossier, a costringere gli Stati membri a riferire come tengono conto del principio di "non arrecare danni significativi" quando adottano politiche e misure per raggiungere i loro obiettivi. "Tuttavia i triloghi non sono stati facili", ha evidenziato Niinistö, precisando che "il Consiglio voleva aumentare ulteriormente la flessibilità concessa agli Stati membri per raggiungere i loro obiettivi". I Verdi sono convinti che il regolamento Lulucf non sia solo un "quadro contabile", ma che si inizi a valutare anche il tipo di politiche messe in atto dagli Stati membri per gestire i loro pozzi di carbonio.

Assorbimenti ridotti

Come sottolineato nel testo, fino al 2015 il settore del suolo dell'Ue era in grado di assorbire circa il 7 % delle emissioni totali degli Stati membri. Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, entro il 2030 lo stesso settore assorbirà invece il 40% in meno di anidride carbonica equivalente. In base al parere degli esperti, questa diminuzione del carbonio stoccato è in parte dovuta a un aumento degli abbattimenti di alberi. Influiscono inoltre sistemi agricoli intensivi e l'uso massiccio di fertilizzanti chimici. Inoltre, si legge nel testo, "i cambiamenti climatici potrebbero ridurre il potenziale di stoccaggio del carbonio delle foreste europee di 180 milioni di tonnellate di Co2 su base annua dal 2021 al 2030 a causa di perturbazioni, diminuendo così di oltre il 50% i pozzi forestali netti previsti". Il relatore finlandese aveva proposto di stabilire un obiettivo di 490 milioni di tonnellate di assorbimenti netti entro il 2030, ma al termine dei negoziati nel testo sono rimasti i 310 milioni di tonnellate indicati dall'esecutivo europeo.

Agricoltura "risparmiata"

L'agricoltura, che era fortemente impattata negli emendamenti proposti originariamente dai Verdi, rimane invece in un ambito separato, essendo spariti dal testo finale gran parte dei riferimenti proposti dai Verdi, come il passaggio che citava "il potenziamento dell'agro-forestazione, dell'agricoltura biologica e del ripristino di zone umide e torbiere". Le emissioni agricole non Co2, come il metano, rimarranno nell'ambito di applicazione del regolamento sulla condivisione degli sforzi. Inoltre, la Commissione è stata incaricata di presentare entro la metà del 2024 una relazione specifica su quale dovrebbe essere il contributo del settore agricolo in termini di riduzione delle emissioni. Tenere separato l'impegno delle aziende agricole dal regolamento è stato rivendicato come un successo dal gruppo di centro-destra Partito popolare europeo, che detiene la maggioranza dei deputati a Strasburgo.

Dubbi sulle compensazioni

Tra le misure citate figura l'importanza di "arrestare la deforestazione nell'Ue". La legge promette inoltre di migliorare il monitoraggio, la comunicazione e la verifica delle emissioni e degli assorbimenti, anche attraverso un maggior uso di dati geografici e telerilevamento. In questo modo, si legge nel testo, si potranno seguire con più precisione i progressi compiuti dai paesi dell'Ue verso il conseguimento degli obiettivi. Il vero cuore della normativa riguarda le compensazioni. Pur essendo state stigmatizzate dai Verdi, queste continuano a costituire una larga parte della normativa, prevedendo dei complessi meccanismi di calcolo. Anche in questo caso sono state integrate le posizioni della Commissione agricoltura, guidata da Norbert Lins del Ppe, che a tal proposito nella sua opinione aveva affermato che "gli assorbimenti di carbonio dovrebbero bilanciare le emissioni di gas a effetto serra derivanti dall'uso dei terreni, zootecnico e dei fertilizzanti". Per sfruttare questo sistema tuttavia gli Stati membri si trovano davanti una serie di limiti. Sono tenuti ad esempio a farvi ricorso come extrema ratio, ove altri strumenti di flessibilità siano già stati utilizzati, o nei casi in cui siano rilevate "emissioni in eccesso, a condizione che tali effetti siano attribuibili a pratiche di gestione del suolo in uso prima dell'entrata in vigore della decisione".

Correzioni in corso d'opera

In caso di progressi insufficienti, gli Stati membri saranno obbligati ad adottare misure correttive. È prevista anche una sanzione per le inadempienze: all'obiettivo per il 2030 sarà aggiunto il 108% dei gas serra eccedenti il bilancio previsto per il periodo 2026-2029. Per assicurare che l'obiettivo Ue sia raggiunto, la Commissione presenterà una relazione sui progressi compiuti entro sei mesi dal primo bilancio globale concordato nell'ambito dell'accordo di Parigi. È previsto anche un meccanismo che garantisce agli Stati membri di ricevere un risarcimento in caso di catastrofi naturali, come gli incendi boschivi.

Trattori in piazza

Lo scorso fine settimana circa 10mila agricoltori avevano protestato all'Aia contro i piani del governo olandese per ridurre le emissioni di nitrati. La manifestazione si inserisce in un'onda lunga di proteste che va avanti da ormai oltre due anni in un braccio di ferro tra produttori agricoli e governo dei Paesi Bassi, condannato da una corte interna a far ridurre le emissioni di azoto e ammoniaca che stanno inquinando da decenni acque e suoli. Il mese scorso anche il centro di Bruxelles è stato scosso dalle proteste degli agricoltori fiamminghi, arrivati nella capitale europea con 2.700 trattori. Anche in questo caso i manifestanti erano schierati contro un piano regionale per limitare le emissioni.

Secondo una relazione del 2021 a cura del Centro comune di ricerca, rimangono solamente 4,9 milioni di ettari di foreste primarie e antiche in Europa. Sono questi i luoghi essenziali per preservare la biodiversità e mitigare i cambiamenti climatici. La cifra è irrisoria se si considera che si tratta di appena il 3 % della superficie forestale totale dell'Unione e all'1,2 % della sua massa terrestre.  

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