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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'obiettivo

Più pozzi di carbonio nei suoli e nelle foreste. L'Ue vuole sfruttarli per ridurre i gas serra

Eurodeputati e governi fissano l'obiettivo a 310 milioni di tonnellate di Co2 da assorbire nei terreni entro il 2030. Accordata flessibilità in base alla situazione di ogni Stato membro

Sempre più anidride carbonica da assorbire nei suoli. Dopo una lunga negoziazione, eurodeputati e rappresentanti degli Stati Membri hanno alzato l'asticella del pacchetto 'Fit for 55', aumentando con un accordo provvisorio l'obiettivo dei pozzi di carbonio dell'Unione europea nei suoli e nella silvicoltura. Con questa misura la riduzione dei gas serra da abbattere entro il 2030 passa al 57%. I negoziatori si sono concentrati fino a sera sulla revisione del regolamento sul settore dell'uso del suolo, dei cambiamenti di uso del suolo e della silvicoltura (Lulucf), che mira a migliorare i pozzi di carbonio naturali. L'Ue aspira a diventare il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, migliorando al contempo la biodiversità come stabilito nel Patto europeo per l'ambiente (Green Deal).

Obiettivo aumentato

Il 'Fit for 55' è il piano dell'Ue per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. L'assorbimento netto di gas a effetto serra (Ghg) nei suoli e nelle foreste sarà fissato a 310 milioni di tonnellate di Co2 equivalente. In precedenza l'Ue aveva fissato l'asticella a 225 milioni di tonnellate. Si tratta di circa il 15% in più rispetto al precedente obiettivo. Per farlo gli Stati membri inizieranno nel 2022 "con il valore medio dei dati dell'inventario dei gas serra per gli anni 2021, 2022 e 2023 e terminerà nel 2030 con il valore stabilito per il Paese".

Distribuzione

Secondo l'accordo provvisorio, le regole attuali, in base alle quali le emissioni non superano gli assorbimenti (la "regola dell'assenza di debito"), continueranno ad essere applicate fino al 2025. Per il periodo 2026-2030, ogni Stato membro avrà un obiettivo nazionale vincolante per il 2030. L'accordo conserva la distribuzione degli obiettivi tra i diversi Paesi proposta dall'esecutivo Ue. Per l'intero periodo dal 2026 al 2029 ("bilancio 2026-2029"), ogni Stato membro si impegna a raggiungere una somma di emissioni e assorbimenti netti di gas serra, che si baserà "su una traiettoria di valori annuali indicativi di assorbimenti ed emissioni".

Mercato delle emissioni

Rimane intatta la possibilità di acquistare e vendere unità di assorbimento tra gli Stati membri e di utilizzare le assegnazioni annuali di emissioni in eccesso ai sensi del regolamento sulla condivisione dello sforzo per raggiungere gli obiettivi in materia di pozzi di carbonio nei suoli. I Paesi dell'Ue dovranno garantire che le emissioni non superino la quantità che è stata rimossa. Rimane comunque una certa flessibilità per contribuire a raggiungere i nuovi parametri. Strumenti migliorati Bruxelles da parte sua garantisce di migliorare il monitoraggio, la rendicontazione e la verifica delle emissioni e degli assorbimenti, anche grazie all'utilizzo di un maggior numero di dati geografici e di telerilevamento. Questi strumenti dovrebbero permettere di seguire con maggiore precisione i progressi dei 27 del blocco.

Flessibilità

È prevista una flessibilità generale per sostenere quei governi che hanno difficoltà a raggiungere i loro obiettivi a causa di perturbazioni naturali (come incendi, parassiti ed effetti dei cambiamenti climatici), a condizione che l'Unione nel suo complesso raggiunga il suo obiettivo per il 2030. L'accordo rende però più severi i criteri per valutare se l'obiettivo a livello europeo viene raggiunto e di conseguenza se è possibile utilizzare il meccanismo di flessibilità. Il meccanismo di flessibilità avrà a un limite prefissato, sarà sottoposto a determinate condizioni e i governi dovranno presentare alla Commissione le prove del metodo specifico che intendono adottare per sfruttare questa opportunità.

Sanzioni e prossimi passi

Nel caso in cui questi non siano sufficienti, i Paesi saranno obbligati ad adottare misure correttive. In caso di mancato rispetto degli impegni assunti è prevista anche una sanzione per la mancata conformità: il 108% dei gas serra eccedenti il loro budget 2026-2029 sarà aggiunto al loro obiettivo 2030. Entro sei mesi dal primo inventario globale previsto dall'Accordo di Parigi (che sarà effettuato nel 2023), Bruxelles presenterà una relazione sull'inclusione delle emissioni di gas serra diversi dall'anidride carbonica dell'agricoltura. L'accordo risulta provvisorio perché è ancora necessaria la sua adozione formale sia da parte del Consiglio che del Parlamento.

Le dichiarazioni

"I pozzi dell'Ue sono diminuiti negli ultimi dieci anni. Questa sera abbiamo concordato un importante atto legislativo per garantire che il settore fondiario faccia la sua parte nell'affrontare la crisi climatica" ha dichiarato dopo l'accordo il relatore finlandese dei Verdi Ville Niinistö. "Per la prima volta, questa legislazione considera la biodiversità e la crisi climatica in modo congiunto e gli Stati membri dovranno anche tenere conto del principio di non nuocere in modo significativo", ha aggiunto l'eurodeputato.

"L'accordo contribuirà a migliorare la protezione e la gestione dei terreni e delle foreste in tutta l'Ue e a sfruttare appieno il potenziale di rimozione delle emissioni" ha affermato Marian Jurečka, ministro dell'Ambiente ceco, precisando: "Allo stesso tempo, l'accordo garantisce che si tenga conto delle diverse situazioni di ogni Stato membro nel definire ulteriori ambizioni verso gli obiettivi del 2030".

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