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Giovedì, 25 Aprile 2024
Ambiente&Clima

"I sacchetti bio non hanno cambiato la spesa degli italiani"

Lo rivela una indagine Nielsen. A un anno dall'entrata in vigore del decreto che ha introdotto l'uso esclusivo (e a pagamento) di shopper biodegradabili ultraleggeri per l'acquisto di prodotti ortofrutticoli sfusi

I sacchetti biodegradabili a pagamento con i quali si pesano e si prezzano i prodotti sfusi nei punti vendita della distribuzione moderna non incidono sui comportamenti dei consumatori. E' quanto emerge dalla ricerca Nielsen sul comparto ortofrutticolo, che indaga le motivazioni e i comportamenti d'acquisto dei consumatori nei confronti dei prodotti sfusi rispetto a quelli preconfezionati (ortofrutta a peso variabile contro il peso imposto).

La ricerca Nielsen affronta un tema ''caldo'', ovvero l'impatto decreto del 3 agosto 2017, n. 123, nel quale all'articolo 9-bis è stato aggiunto il recepimento della direttiva 2015/0720/UE, che ha imposto dal primo gennaio 2018 l'uso esclusivo di plastica biodegradabile per i sacchettini ''ultraleggeri'' e a pagamento con i quali si pesano e si prezzano i prodotti sfusi nei punti vendita della distribuzione moderna.

Dallo studio emerge che gli italiani sono a conoscenza della normativa (97% del campione intervistato) e del fatto che preveda il pagamento dei sacchetti (99%). Nello stesso tempo, tuttavia, la normativa è percepita come obbligatoria e trasversale, senza un particolare impatto sull'immagine dell'insegna. Il primo elemento di novità è che gli alto-acquirenti di ortofrutta (ovvero i consumatori che acquistano quantità sopra la media di prodotti nel comparto) mostrano maggiore condivisione della normativa che prevede l'introduzione di sacchetti in bioplastica, in quanto la considerano un incentivo a comportamenti ambientalmente virtuosi (il 14% in più rispetto alla media degli italiani). 

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