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Sabato, 20 Aprile 2024
Ambiente&Clima

Proteggere il suolo dall'inquinamento come si fa per aria e acqua: la strategia di Bruxelles

In attesa di una norma unica, la Commissione lancia un pacchetto di proposte per proteggere i terreni nell'Ue. Inquinamento, desertificazione, salinizzazione i principali nemici da combattere

Il puzzle europeo per tutelare l'ambiente e garantire sostenibilità al continente si arricchisce di un nuovo tassello: la protezione dei suoli. La Commissione ha adottato oggi la Strategia che mira a tutelare e ripristinare i suoli europei entro il 2050. Il documento è stato diffuso in contemporanea con la proposta di regolamento contro la deforestazione e la proposta di legge per combattere il traffico di rifiuti illegali. Il trittico si inserisce nel più vasto piano di tutela dell'ambiente del Green Deal, volto a trasformare l'economia dell'Unione europea in termini di sostenibilità verde.

Terreni in cattiva salute

Secondo la Commissione, la protezione dei suoli costituisce il fondamento di tutte le catene alimentari e della biodiversità dei terreni. Le grandi sfide del Green Deal si poggiano su pilastri quali: neutralità carbone, economia pulita e circolare, cibo sano, blocco dei processi di desertificazione. Tutti questi elementi sono legati appunto alla salute dei suoli, che secondo i dati forniti dall'esecutivo europeo non godono affatto di buona salute. Ogni anno circa 1 miliardo di tonnellate di suolo vengono erose nell'Ue. Questo dato equivale a circa 1,25 miliardi di perdite per la produzione agricola. A far soffrire i suoli operano anche altri fattori quali: la diminuzione della materia organica, l'inquinamento, la perdita di biodiversità. Ad incidere negativamente contribuiscono anche la salinizzazione e l'impermeabilizzazione che derivano dall'eccessivo sfruttamento dei terreni e dall'emissione di sostanze inquinanti. Inoltre, circa il 25% dei terreni, soprattutto nell'Europa meridionale e orientale, è a rischio desertificazione.

Le proposte: meno pesticidi e microplastiche, al via bonifiche dei siti contaminati

La strategia non impone direttamente dei vincoli ma solo delle linee guide, che la Commissione si impegna a seguire, andando ad incidere spesso su normative già esistenti. Per prevenire l'inquinamento del suolo, ad esempio, si ripromette di modificare la direttiva sull'uso sostenibile dei pesticidi. Valuterà inoltre la direttiva sui fanghi di depurazione, limiterà sostanze come le micro-plastiche nell'ambito del regolamento Reach, adottato per migliorare la protezione della salute umana e dell’ambiente dai rischi che possono derivare dalle sostanze chimiche. L'esecutivo europeo intende inoltre migliorare le metodologie di valutazione del rischio e rivedere l'applicazione del regolamento sui prodotti fertilizzanti. Tra le proposte di nuovi vincoli giuridici, figura la possibilità di identificare, registrare e bonificare i siti contaminati. Inoltre, la Commissione promette di sviluppare un elenco prioritario per i materiali contaminanti del suolo e prende in considerazione la possibilità di introdurre un certificato di buone condizioni del suolo per le transazioni fondiarie.

Una legge omogenea, come per aria e acqua

L'obiettivo è di provare a raggiungere la neutralità del degrado del suolo entro il 2030, come stabilito in uno degli Obiettivi di sviluppo che l'Ue ha sottoscritto nell'ambito delle Nazioni Unite. Al momento manca una legislazione europea sui suoli, a differenza di quanto avviene in maniera coordinata per aria ed acqua. Gli operatori economici devono quindi seguire regole diverse sulla protezione dei terreni, in base alle legislazioni adottate dagli Stati membri in cui operano. La richiesta di una normativa comune è già arrivata dal Parlamento, dalla Corte dei conti e dal Consiglio delle regioni. La Commissione si propone di approvare entro il 2023 una nuova legge omogenea sul suolo, a seguito di un'ampia consultazione con le parti interessate. Pur prevedendo di legiferare in maniera uniforme su questa materia in futuro, il governo europeo si riserva comunque di applicare un "controllo di sussidiarietà", di modo tale che le soluzioni nazionali e regionali possano essere applicate laddove hanno più senso.

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