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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"L'agricoltura dell'Ue paralizzata dai pesticidi. Vanno tassati"

Un dossier di Foodwatch denuncia l'eccessiva dipendenza dai giganti della chimica e propone una strategia che fonde metodi tradizionali e nuove tecnologie

Una tassa sui pesticidi per scoraggiarne l'uso e 'sbloccare' l'Unione europea dalla dipendenza dai prodotti chimici. La proposta dell'organizzazione Foodwatch, impegnata in una serie di campagne sui temi dell'agroalimentare e della salute, arriva ad una settimana di distanza dalla bozza di Direttiva per un uso sostenibile dei pesticidi (Sud) diffusa dalla Commissione europea, con l'obiettivo di ridurli del 50% entro il 2030. Un piano che però risulterebbe inadeguato, senza misure più stringenti, critica l'organizzazione.

La trappola dei pesticidi

L'idea della tassa è solo uno dei tanti strumenti contenuti in un ampio dossier, in cui Foodwatch ha elaborato una strategia concreta, coltura per coltura, finalizzata a liberare il sistema agricolo europeo dai prodotti chimici entro il 2035. “Il sistema agricolo dell'Unione europea è dipendente dai pesticidi in una misura che può essere paragonata al 'lock-in'”, scrive l'organizzazione, chiarendo: “Il termine deriva da una condizione neurologica chiamata 'sindrome locked-in', che si riferisce a una paralisi fisica: il paziente rimane cosciente e le funzioni cognitive sono solitamente intatte, ma non ha alcun controllo sul proprio corpo”. Secondo gli esperti coinvolti, esisterebbe una sorprendente analogia tra questa condizione psico-fisica e l'agricoltura "moderna", fondata su concimi e agrofarmaci industriali. "L'agricoltura europea è paralizzata nella trappola dei pesticidi”, ha dichiarato Matthias Wolfschmidt, direttore strategico di foodwatch international, definendo la dipendenza dell'Europa come “una grave malattia che ha completamente bloccato il nostro sistema agricolo”. Fondamentale perciò assumere decisioni politiche, da una tassa sui pesticidi basata sulla tossicità, ad incentivi finanziari per rendere più sostenibile la produzione di alimenti.

Metodo inefficace

A proposito delle misure proposte nella bozza di Direttiva dell'Ue, l'organizzazione critica in particolare l'indicatore per misurare l'effettiva riduzione di prodotti chimici, avallando il parere di diversi esperti. Gli obiettivi dell'Ue non sarebbero realistici perché tutto il sistema socioeconomico costringerebbe le aziende agricole a usare i pesticidi, sotto “l'influenza politica di potenti corporazioni e gruppi di interesse” che starebbe impedendo qualsiasi progresso. Da qui la necessità di adottare misure radicali, che riguardano tutto il comparto partendo da una diversa visione. Il punto di partenza è una critica senza sconti ai pesticidi definiti come “il metodo meno efficace per il controllo di parassiti, erbe infestanti e malattie, perché senza misure preventive i parassiti ricompaiono con grande frequenza”. Il dossier prosegue: “Le migliaia di tonnellate di arsenato di piombo, DDT, HCH, organofosfati, carbammati n-metilici, piretroidi e neonicotinoidi (i più pericolosi per le api, ndr) che sono stati applicati negli ultimi 100 anni non hanno risolto un solo problema causato dagli artropodi”, si legge nel documento ricco di riferimenti accademici.

Alternative e incentivi

Foodwatch individua dunque altri strumenti "non letali", quali il controllo biologico, le varietà resistenti e buone pratiche come la rotazione delle colture. Il potenziale di riduzione dei pesticidi risulterebbe ancora più elevato quando le varietà robuste sono piantate a "mosaico" o come colture miste. A titolo di esempio viene citato il caso di uno dei maggiori produttori di vino biologico della Svizzera, che ha convertito il 65% della sua vigna in varietà resistenti ai funghi, piantandole secondo uno schema specifico per evitare una grande connettività genetica. Sul piano tecnologico, invece, vengono promossi il diserbo manuale, i droni e l'utilizzo di pannelli solari. Mentre i robot da diserbo e l'agricoltura verticale, pur essendo potenzialmente molto efficaci, richiedono ad oggi investimenti importanti, che rischiano di aumentare il divario economico tra le aziende. Oltre a una tassa sui pesticidi, il dossier propone anche una diversa allocazione dei sussidi agricoli dell'Ue, con fondi specifici per interrompere l'uso dei pesticidi, in modo da incentivare le aziende nella transizione. Altro punto centrale è una riforma dei processi di autorizzazione dei pesticidi, i quali, critica Foodwatch, sono attualmente troppo deboli e consentono di accettare quasi tutte le richieste. Un nuovo capitolo si aggiunge quindi alla saga di critiche su questi prodotti chimici, venduti come essenziali per gli agricoltori, ma che sembrano utili principalmente a tenere in piedi la dipendenza dai giganti dell'agrobusiness.

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