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Martedì, 19 Marzo 2024
Ambiente&Clima

"Xylella, il 75% dei campi pugliesi è abbandonato"

La denuncia del presidente di Italia Olivicola sulla situazione degli ulivi nella Regione. Coldiretti parla di contagio anche in Basilicata e sollecita gli abbattimenti. Ma l'ex 5 stelle De Bonis accusa: "Ci sono metodi alternativi la cui efficacia è stata dimostrata anche dall'Ue"

"Ho girato in questi giorni le campagne della provincia di Bari e del Salento e, purtroppo, emerge chiaramente un quadro preoccupante: solo 1 terreno su 4 è curato e trattato secondo i principi delle buone pratiche agricole (arature, potature, trinciature ed altro), il 75% dei campi è completamente abbandonato e ciò comporta il rischio elevatissimo di un avanzamento della sputacchina e della Xylella con danni incalcolabili per l'olivicoltura". A denunciarlo è il presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo.

Durante un convegno a Bari, Sicolo ha avvertito che il futuro dell'olivicoltura pugliese e italiana è a rischio a causa del propagarsi del contagio del batterio che secca gli ulivi: "Stiamo perdendo la battaglia, le buone intenzioni annunciate in convegni e tavole rotonde non vengono tramutati in fatti concreti e tutto ciò che la scienza ci dice viene puntualmente inapplicato, ancora oggi - ha ricordato Sicolo -. Invito la Regione ed i Comuni a multare i falsi agricoltori o gli agricoltori lavativi e chiedo anche al governo di valutare la possibilità di iniziare una battaglia europea per togliere i premi Pac a tutti coloro che non attuano i corretti trattamenti dei terreni".

Parole che trovano d'accordo la Coldiretti, secondo cui il contagio della Xylella si sta allargando anche alla Basilicata. "Questa strage - dice il presidente Ettore Prandini, che insieme al ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio ha sorvolato in elicottero l'area infetta - rischia di colpire l'intero Mezzogiorno d'Italia a partire dalla Basilicata fino alla Calabria, alla Campania e al Molise". In Puglia, ricorda Coldiretti, si produce oltre la metà dell'extravergine nazionale e nel 2018 si è verificato il crollo del 65% del raccolto. 

Per queste ragioni, la Coldiretti chiede di procedere con le misure varate dall'Ue per combattere il batterio. Misure che prevedono gli abbattimenti degli ulivi infetti. Ma l'ex deputato del Movimento 5 stelle, Saverio De Bonis, non ci sta e cita lo studio dell'Efsa sul metodo alternativo sviluppato dal "dal batteriologo Marco Scortichini e dal suo team, che sono basate sull'applicazione agli infetti di un concime fogliare spray a base di zinco, rame e acido citrico biocomplesso. Si tratta di ricerche pubblicate su giornali scientifici e sottoposte al peer review" e che l'Efsa, l'autorità europea per la sicurezza alimentare, ha valutato nel suo ultimo rapporto: "In questo rapporto - dice De Bonis - si afferla che gli studi di Scortichini hanno dimostrato una regressione del batterio per gli alberi trattati con tale metodo. Mi domando, allora, se l'Efsa ritiene validi dei metodi alternativi alla eradicazione, perché il governo ha varato, e fatto approvare, un provvedimento che va in senso opposto? Sorvolare oggi la zona, sembra più uno spot elettorale, in vista delle europee, che un atto concreto per salvaguardare il paesaggio e l'agricoltura pugliese", conclude. 

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