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Giovedì, 28 Marzo 2024
Passo indietro

Bruxelles: "Non vogliamo vietare del tutto la pesca a strascico, ma il mare va tutelato"

Il commissario europeo all'Ambiente nega che l'Ue voglia eliminare questa tipologia di catture, ma mette in allerta sull'impatto nelle aree marine derivante da pratiche dannose

Non sarebbe un divieto totale quello europeo sulla pesca a strascico. Lo ha chiarito il commissario all'ambiente Virginijus Sinkevicius, intervenendo nel dibattito in Plenaria sugli interventi di Bruxelles nel settore degli oceani e della pesca. Il piano di azione dell'Ue "non introduce un divieto di pesca a strascico ma reputiamo necessario prevenire che le aree marine protette subiscano l'impatto di pratiche di pesca dannose", ha dichiarato il commissario. "Sono fiducioso che riusciremo a trovare consenso sugli obiettivi del nostro piano d'azione e sull'approccio" , ha aggiunto Sinkevicius spiegando di attendersi che i 27 "rispettino i loro impegni politici sulla tutela ambientale".

Le misure per ridurre la pesca a strascico sono contenute nelle linee guida che lo scorso febbraio la Commissione europea ha presentato nel pacchetto sulla pesca sostenibile. Bruxelles intende perseguire diversi obiettivi per salvaguardare gli stock ittici e più in generale la salute dei mari e degli oceani. Il pacchetto, noto come Marine Action Plan, prevede una progressiva rinuncia alla pesca a strascico (nota anche come pesca a fondo mobile) entro il 2030 nelle aree marine protette. Questa tipologia di cattura viene reputata la causa di pesca in eccesso, distruzione dei fondali e danni ad altri animali marini, come squali, razze e tartarughe.

Il commento del commissario all'Ambiente sembra essere un passo indietro, che arriva dopo che lo scorso fine settimana nei porti di molti Paesi costieri d'Europa sono risuonate all'unisono le sirene dei pescherecci per lanciare all'Europa un Sos affinché questa tipologia di pesca venga tutelata. L'iniziativa, approdata poi sui canali social delle organizzazioni aderenti, è nata per far arrivare ai funzionari dell'Unione europea il dissenso dei pescatori, preoccupati per i danni economici che queste misure potrebbero causare al settore. Il governo italiano, tramite il ministro dell'Agricoltura e della Pesca Francesco Lollobrigida, si sta muovendo per coordinare e rafforzare il dissenso di altri Paesi nei confronti di queste misure.

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