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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Il pesce della Mauritania arriverà sulle nostre tavole. E lo pescheranno anche gli italiani

L'Ue sigla il più grande accordo della storia con un Paese terzo. Ogni anno saranno versati 57,5 milioni di euro al governo africano e 3,3 sono destinati a comunità locali

Concluso il più grande accordo di pesca dall'Unione europea con un Paese terzo: la Mauritania. È finalizzato a rafforzare la cooperazione ambientale, economica, sociale e scientifica. Il via libera del Parlamento europeo è arrivato ad amplissima maggioranza (con 557 voti favorevoli, 34 contrari e 31 astensioni) e consentirà alle navi di Italia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Spagna di pescare tonno, piccoli pesci pelagici, crostacei e pesci demersali (come merluzzi, naselli e triglie).

Lo Stato dell'Africa nord-occidentale riceverà in cambio un massimo di 290.000 tonnellate di pesce, insieme ad un compenso di 57,5 milioni di euro all'anno. A sostegno della comunità locale di pescatori saranno versati 3,3 milioni di euro annuali. Il primo accordo di pesca tra Bruxelles e la Mauritania risale al 1987, mentre il nuovo è stato applicato in via provvisoria dal novembre 2021, con una durata prevista fino al novembre 2027. Gli eurodeputati hanno votato anche una risoluzione di accompagnamento (in tal caso con 532 voti favorevoli) dove si accoglie l'impegno dello Stato africano a rendere pubblici tutti i trattati stipulati con altri Paesi, in maniera tale da garantire alla flotta dell'Ue le stesse condizioni di accesso alle risorse di qualsiasi altra flotta.

Il Parlamento ha anche esortato la Mauritania a porre fine alla pesca eccessiva di piccoli stock pelagici (come le sardine), che ha conseguenze negative sulla sicurezza alimentare locale e determina l'inquinamento delle acque. Questa tipologia viene trasformata in farina e olio dall'industria alimentare, invece di essere utilizzata per il consumo locale. Nel corso del dibattito è stato sottolineato che nonostante la Mauritania si sia impegnata nel 2017 a eliminare gradualmente queste produzioni entro il 2020, dal 2010 si invece è verificata un'espansione delle fabbriche che le realizzano. I pescatori autorizzati dall'Ue sono incoraggiati a continuare a distribuire il 2% delle loro catture alle popolazioni bisognose, sbarcandole alla Società nazionale di distribuzione del pesce (Sndp).

Dovrebbero poi essere le autorità mauritane a garantirne l'accesso ai suoi cittadini. "È l'accordo più importante in vigore. Offre a 86 imbarcazioni europee la possibilità di sfruttare gli stock ittici eccedenti in condizioni di controllo e trasparenza” ha dichiarato dopo il voto la relatrice spagnola Izaskun Bilbao Barandica del gruppo parlamentare Renew, per poi aggiungere: “Dimostra che il settore europeo è disposto a operare in tutto il mondo con pratiche sostenibili per l'ambiente, eque per le persone che vivono del mare e investite nello sviluppo dell'economia locale”. L'eurodeputata ha sottolineato infine l'importanza di affrontare la crescita, reputata insostenibile, della produzione di farina e olio di pesce destinata agli allevamenti di acquacoltura in Asia.

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