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Giovedì, 25 Aprile 2024
La battaglia

“La carne in laboratorio è devastante in termini ambientali”

L'allarme di Coldiretti, che ha consegnato a Bruxelles studi scientifici su cibi in provetta, Nutriscore e pesticidi

Cibi in provetta, prezzo del gas, concimi chimici ed etichette nutrizionali. Questi i piatti messi in tavola da Coldiretti e Filiera Italia a Burxelles nel corso dei colloqui con i vertici dell'Unione europea. Nel fitto round di incontri, Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, e Luigi Scordamaglia, di Filiera Italia, hanno incontrato Janusz Wojciechowsky commissario Ue all'Agricoltura e Frans Timmermans, responsabile del Patto per l'ambiente europeo (Green Deal), oltre che la presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola.

Chiudono 4 aziende su 10

Prioritaria la questione energetica, che sta espellendo dalla produzione 4 aziende su 10 del settore agroalimentare, impossibilitate a continuare a causa dei prezzi del gas insostenibili per una filiera particolarmente energivora. “L'importanza di imporre un tetto sul prezzo del gas diventa sempre più un'esigenza immediata”, ha dichiarato Prandini. In questo campo però influiscono fattori internazionali molto ampi, che stanno mettendo in crisi non solo il comparto agricolo, ma tutto quello che gli gira intorno. “ Se si smantella la filiera agricola italiana, a valle crolla un sistema di produzione, distribuzione e ristorazione, che vale oggi 570 miliardi di euro e 4 milioni di occupati” ha ricordato Scordamaglia.

Regole sui concimi chimici da rivedere

Più mirata invece la battaglia ingaggiata nei confronti del commissario Timmermans, reputato un vero e proprio avversario politico per le regole stringenti che ha proposto per limitare concimi chimici e pesticidi. “Siamo qui per discutere con l'Ue le misure adottate per limitare l'utilizzo di prodotti fitosanitari che comporterebbe una diminuzione della capacità produttiva in Europa di almeno il 30%, con una necessità di importare più cibo da altri continenti e un impatto di carattere ambientale devastante in termini negativi”.

Importazioni insostenibili

Rispetto all'idea di una produzione agricola europea più ridotta ma sostenibile, a favore di maggiori arrivi dai Paesi extra-Ue, Prandini sentenzia: “Non possiamo importare da altri continenti, perché significa aumentanre i trasporti di lunga percorrenza, gli imballaggi e i termini di conservazione dei prodotti. Questo non ha nulla a che fare con l'ambiente”. La Coldiretti lamenta dunque una distanza tra dati concreti e obiettivi paventati. “In questo momento siamo convinti che Timmermans sia molto sui desiderata e poco sui dati tecnici”.

Nuovi cibi in arrivo

Con Bruxelles sempre più propensa a favorire diete con un minore apporto di carne, avanzano i consumi di prodotti vegani, cosiddetti plant-based, ma a breve è previsto l'arrivo sulle nostre tavole anche della carne sintetica, insieme a pesce e formaggi prodotti in laboratorio, tramite tecniche di fermentazione o di coltivazione cellulare. Già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio di questi cibi, una volta ottenuta l'approvazione da parte dell'Autorità europea per la salute alimentare (Efsa) e il lasciapassare della Commissione.

Diete omologate

Un tema su cui Coldiretti e Filiera Italia si dicono pronte a dare battaglie contro la precisa strategia delle multinazionali del cibo. “Avvertiamo un pericolo dai cibi sintetici, che portano ad una perdita della storia, delle tradizioni e della biodiversità che l'Europa ha e che rischiamo di perdere a favore di una dieta che sempre più cerca di essere omologata in tutto il mondo, comportando rischi enormi per la salute dei cittadini stessi”. Mentre i cibi vegani, derivanti da una semplice rielaborazione di alimenti quali soia, cereali e legumi vanno difesi, perché “sono comunque figli della coltivazione e del lavoro fatto dagli imprenditori agricoli”, per Prandini è diverso il discorso per i prodotti creati in laboratorio.

Carne sintetica non sostenibile

“Si dice che una delle motivazioni per consumarli è una maggiore sostenibilità, ma noi abbiamo studi scientifici che dimostrano che il cibo sintetico è devastante in termini ambientali” sostiene il presidente, precisando: “Se parliamo di emissioni, le particelle che vengono rilasciate dai bioreattori restano in atmosfera per millenni”. I vantaggi sull'ambiente sarebbero insomma vanificati, secondo Coldiretti, dato che oltre a consumare più acqua dei sistemi tradizionali, mancano dati scientifici riguardo le ricadute sulla salute dei cittadini.

Sud Europa VS Nord Europa ?

Riguardo il tema più generale sui cosiddetti “nuovi cibi” (novel foods), che includono ad esempio farina di insetti e carne sintetica, Prandini evidenzia: “Il Sud Europa si distingue per biodiversità, come pure per cibi tradizionali e che si caratterizzano per il legame col territorio. Ed è quello che il mondo ci invidia. Da Francia, Spagna e Italia arrivano i cibi più richiesti”. Ed lancia infine una stoccata decisa: “Timmermans invece ha un interesse rilevante per quanto riguarda il tema degli scambi commerciali, ma tutto non può essere svilito per interessi economici”. Il commissario sarebbe insomma il portavoce di interessi nel Nord Europa, più avanzati in termini di ricerca scientifica e meno abituati a lavorare la terra, la cui popolazione è da tempo avvezza ad importare le altrui specialità. Oltre a bussare alla porta dei commissari Ue, Coldiretti e Filiera Italia hanno deciso di incontrare anche Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, sperando che proprio gli eurodeputati possano modificare la linea tracciata dall'esecutivo dell'Ue. Con eletti ed elette si spera in un confronto sulle ricadute negative in termini occupazionali e ambientali che potrebbero avere determinate misure del Green Deal.

A proposito invece delle etichette nutrizionali, che l'Ue vorrebbe adottare in maniera uniforme negli Stati membri, nonostante la recente bocciatura della proposta italiana di Nutriform, la Coldiretti continua ad apporsi alla versione a semaforo. “Il Nutriscore è un inganno di per sé perché favorisce cibi ultraprocessati rispetto a quelli tradizionali. Ad esempio le patatine fritte (surgelate, ndr) avrebbero il semaforo verde mentre l'olio extra-vergine d'oliva potrebbe ricevere il semaforo arancio o quello rosso”, accusa Prandini, concludendo: “Questo fa capire la debolezza di questo sistema, deve esserne studiato uno che metta al centro la corretta quantità che deve essere consumata di ogni prodotto agroalimentare”.

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