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Martedì, 19 Marzo 2024
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La crisi Covid ha colpito duro la pesca Ue, ma la sostenibilità ha aiutato a reggere il colpo

Settore ittico in difficoltà anche in Italia, dove già dal 2018 si registra un crollo dell'utile netto al -11%. Previsioni negative per gli ultimi due anni, ma Bruxelles investe in tutela ambientale

L'epidemia di Covid-19 ha duramente colpito il settore della pesca con una diminuzione del 19% dell'occupazione e del 29% degli utili netti rispetto al 2019. È quanto emerge dalla relazione economica 2020 i cui risultati sono stati riportati dalla Commissione europea. Nonostante l’annus horribilis appena trascorso abbia duramente colpito il settore ittico, l’esecutivo Ue denota come il settore sia rimasto “complessivamente redditizio” grazie al lungo lavoro svolto negli ultimi anni per rendere la pesca più sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche ai costi inferiori del carburante.

I dati

La relazione fornisce una panoramica completa delle informazioni più recenti disponibili e sui risultati economici delle flotte da pesca degli Stati membri dell’Ue. Il documento copre il periodo 2008-2020 e include informazioni sulla capacità di pesca, l'occupazione, gli sbarchi, il reddito e i costi della flotta dell'Ue. L'ultimo anno di dati comunicati dagli Stati membri è il 2018, con dati preliminari del 2019. Pertanto, le stime delle prestazioni ora espresse fornite per il 2019 e il 2020 sono solo proiezioni e vanno prese come tali.

Comparto in crisi in Italia

Le performance del comparto ittico italiano sono complessivamente peggiorate nel 2018 con ricavi fermi a quota 950 milioni di euro e un utile netto pari a 139 milioni di euro, meno 11% rispetto all’anno precedente. Nel 2019 è prevista una riduzione dello sforzo di pesca derivante dall'entrata in vigore dei piani di gestione nazionali per la pesca demersale e del WestMed. Nel 2020, a causa del Covid-19, è previsto un peggioramento di tutti gli indicatori economici.

L'importanza della sostenibilità

Il commissario europeo per l'Ambiente, Virginijus Sinkevicius, ha affermato: “Questo rapporto mostra che la sostenibilità paga. Anche durante i periodi di crisi, le nostre flotte di pescherecci devono rimanere sulla strada della sostenibilità” che “rafforza la resilienza e accelera la ripresa economica”. Nonostante l'impatto del Covid-19, si legge in una nota della Commissione europea, “le proiezioni mostrano che la flotta dell'Ue finirebbe il 2020 con un ragionevole livello di redditività”. Ciò indica “una forte resilienza della flotta dell'Ue, che è il risultato degli sforzi compiuti dal settore negli anni precedenti per raggiungere l'obiettivo del rendimento massimo di sostenibilità fissato dalla politica comune della pesca, insieme a prezzi bassi del carburante”. Inoltre, la relazione mostra “che le prestazioni economiche e gli stipendi dei pescatori e delle donne dell'Ue stanno migliorando laddove le flotte dipendono da stock che sono mirati in modo sostenibile” ma “tendono a ristagnare dove le flotte dipendono da stock che rimangono sovrasfruttati”. 

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