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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Esperti Ue sconfessano Danimarca e Svezia: "Abbattere visoni in allevamenti infettati da Covid"

Copenaghen ha fatto dietrofront sulla decisione di uccidere tutti gli animali negli impianti del Paese ma per gli scienziati, nonostante al momento non ci siano certezze sulla pericolosità per il futuro vaccino del nuovo ceppo scoperto, bisogna scegliere la via della prudenza

Uno degli elementi di preoccupazione legati alla pandemica di coronavirus che sta emergendo nelle ultime settimane sono i focolai che si stanno verificando in diversi allevamenti di visoni, focolai che si sono verificati, secondo quanto comunicato all'Oms, in almeno sei Paesi: Danimarca, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Italia e Stati Uniti d'America.

Abbattere i visoni degli allevamenti infetti

In particolare ha creato un certo allarme la scoperta che negli allevamenti prima olandesi e poi danesi sarebbe emerso un ceppo di Covid-19 mutato, che si teme potrebbe addirittura essere resistente a un futuro vaccino. Inizialmente il governo di Copenaghen aveva disposto l'uccisione di tutti i 17 milioni di visoni presenti sul suo territorio, ma il Parlamento si è opposto alla mossa ritenendola esagerata, viste anche le conseguenze economiche con la nazione che è il principale produttore mondiale di visoni da pelliccia. Ma uno studio del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) dell'Ue, sul rischio posto da questi focolai, afferma chiaramente che “le autorità nazionali dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di abbattere i visoni dagli allevamenti infetti e di distruggere le pelli grezze secondo adeguate misure di biosicurezza”. Un messaggio che sembra rivolto non solo alla Danimarca, ma anche alla Svezia, altro Paese che non sembra intenzionato ad abbattere i capi negli stabilimenti in cui sono stati scoperti dei casi.

Ceppo mutato

Gli scienziati danesi che hanno lanciato l'allarme temono che i cambiamenti genetici in una forma del virus correlata al visone, che ha infettano una dozzina di persone, abbia il potenziale di rendere i futuri vaccini meno efficaci. Il cambiamento genetico sarebbe avvenuto nella proteina spike del virus, che è importante per la risposta immunitaria del corpo e un obiettivo chiave per i vaccini. Questa variazione era anche comparsa in Olanda ma lì, non solo tutti gli animali degli stabilimenti interessati sono stati uccisi, ma è stata anche anticipata dal 2024 al 2021 la data di entrata in vigore del divieto di questi allevamenti sul territorio nazionale, divieto che è stato deciso anche in Francia e nel Regno Unito post Brexit.

Servono nuovi studi

Ma su quanto sia davvero pericolosa per l'uomo questa mutazione al momento non ci sono ancora certezze. “In media un genoma di un virus raccolto nell'ottobre 2020 ha circa 20 mutazioni accumulate rispetto al primo ceppo sequenziato nel gennaio 2020 a Wuhan”, ricorda lo studio dell'Ecdc, secondo cui sembra “che la maggior parte di queste mutazioni sia neutra o dannosa per l'idoneità del virus nella popolazione umana, mentre alcune possono fornire qualche vantaggio selettivo, come una maggiore infettività”. Per quanto riguarda nello specifico la mutazione ritrovata nei visoni, questa “ha sollevato preoccupazioni specifiche a causa dei suoi effetti sull'antigenicità e ciò richiede una valutazione specifica”, anche se, continua il testo, “questi risultati sono preliminari e devono essere confermati prima di poter trarre conclusioni”.

Scegliere la cautela

"Penso che sia molto deludente che i dati”, sui ceppi mutati di Covid nei visoni, “siano stati resi pubblici soltanto adesso", ha lamentato il professor James Wood, capo del dipartimento di medicina veterinaria dell'Università di Cambridge nel Regno Unito, secondo cui è “urgentemente necessaria una valutazione molto più attenta", e bisognerebbe disporre subito "una maggiore biosicurezza (o sospensione) in questo momento" di tutti gli allevamenti di visoni.

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