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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Pac, a Bruxelles salta l'accordo sul futuro dell’agricoltura. Divisioni su eco-schemi e pagamenti

Gli eurodeputati vogliono evitare il 'greenwashing' della politica agricola e chiedono un rigoroso quadro unitario di regole per l'accesso alle risorse. Dissidi con gli Stati membri anche sulla porzione di finanziamenti da destinare direttamente alle aziende. I negoziati riprenderanno a giugno

È saltato questa mattina il negoziato tra europarlamentari e Governi nazionali sulla nuova Pac, la Politica agricola comune, che deciderà l’assegnazione della fetta più grossa di fondi Ue per il periodo 2023-2027. Le profonde divisioni si sono manifestate dalla giornata di ieri quando la riunione si è conclusa senza una stretta di mano. Questa mattina, alla ripresa dei lavori, eurodeputati e rappresentanti degli esecutivi avrebbero ripreso a discutere sui temi caldi: disciplina dei pagamenti diretti agli agricoltori e la possibilità di prevedere nella Pac l’obbligo di contribuire agli obiettivi del Green deal europeo. Secondo una fonte che segue in negoziati, i rappresentanti dei 27 ministeri dell’Agricoltura avrebbero lasciato la riunione poco prima delle 10 per via delle linee rosse tracciate dagli eurodeputati. La trattativa riprenderà il mese prossimo. 

Il bilancio della politica agricola

La Pac è la prima voce di spesa dell’Unione europea. Lo scorso anno, con 58,12 miliardi di stanziamenti, i fondi per l’agricoltura hanno rappresentato circa il 34,5% del budget europeo speso nel 2020. La riforma in discussione è limitata al periodo 2023-27 visto che negli anni precedenti le istituzioni Ue non sono riuscite a concludere una revisione della disciplina per l’intero periodo di bilancio 2021-2027 (a livello Ue viene pianificato un bilancio di durata settennale). 

I nodi da sciogliere

I principali punti di divisione tra Parlamento europeo e Governi nazionali riguardano i cosiddetti eco-schemi, cioè i bonus concessi agli agricoltori che adottano tecniche di riduzione e mitigazione dell’impatto ambientale del settore agricolo. Gli Stati vogliono restare liberi di definire il contenuto degli eco-schemi, mentre gli eurodeputati chiedono un quadro rigoroso per evitare i rischi di ‘greenwashing’, ovvero di una conversione ‘verde’ di facciata della politica agricola che non porti a benefici tangibili per l’ambiente. La maggioranza dell’Eurocamera chiede anche l'allineamento delle politiche nazionali con le strategie ambientali e climatiche europee fissate dal Green deal e dal piano Farm-to-Fork: obiettivi sull’agricoltura biologica e riduzione dei pesticidi. I deputati hanno inoltre chiesto di destinare almeno il 30% dei pagamenti diretti agli agricoltori, ma gli Stati si sono detti pronti ad accettare una soglia massima del 25% e permangono anche contrasti sul periodo di transizione per mettere tali misure in atto.

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