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Venerdì, 29 Marzo 2024
Epidemie

Influenza aviaria: in un anno abbattuti 50 milioni di volatili

Incremento dei focolai nel pollame a causa degli uccelli acquatici. L'Efsa sottolinea che ormai non c'è più una "pausa" stagionale in estate

Sono oltre 50 milioni i volatili abbattuti a causa dell'influenza aviaria nell'ultima stagione. Quella che ormai è da considerarsi una vera e propria epidemia non conosce confini, né spaziali né temporali. È quanto sottolinea l'Autorità eurpea per la sicurezza alimentare (Efsa) che ha appena pubblicato una relazione con i dati più recenti, che coprono il periodo da ottobre 2021 a settembre 2022. A guardare le cifre si tratta di un vero e proprio stillicidio, che si consuma in numerosi Stati membri dell'Ue e non solo.

Già lo scorso inverno un ente scientifico tedesco aveva appurato che l'epidemia in corso è la più grave mai osservata in Europa. È stato calcolato un totale di 2.520 focolai nel pollame, 227 nei volatili in cattività e 3.867 rilevamenti in quelli selvatici. Le segnalazioni provengono da ben 37 Paesi europei e gli abbattimenti hanno ormai raggiunto la cifra record di 50 milioni di volatili. Una misura reputata necessaria a prescindere dall'effettiva contrazione della malattia, al fine di evitare l'espandersi dell'epidemia.

Secondo gli esperti, l'influenza aviaria ha mostrato una "insolita persistenza" nei volatili selvatici e nel pollame nel corso di tutta l'estate del 2022. Questo dato significa che per la prima volta "non c'è stata una chiara separazione tra la fine del primo anno dell'epidemia e l'inizio della stagione" di quest'anno. In sostanza, non può più essere reputata una malattia "stagionale". Gli esperti sono concordi nell'affermare che i casi di influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) registrati in Europa nel pollame e negli uccelli acquatici sono aumentati dall'estate.

Le cifre dimostrano che il numero di rilevamenti del virus nelle colonie riproduttive di uccelli marini è diminuito rispetto al precedente periodo di riferimento. Ad aumentare invece è stato il numero di casi negli uccelli acquatici e nel pollame. I primi sono sospettati di essere responsabili proprio dell'incremento di focolai per i secondi anche durante l'estate. A contribuire al report figurano anche l'Eurl, l'insieme dei laboratori di riferimento di Bruxelles, ed il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).

Quest'ultimo ha concluso che il rischio di infezione è basso per la popolazione umana generale, mentre oscilla tra basso e medio per le persone esposte professionalmente al contatto coi volatili. A seguito di una richiesta della Commissione europea, l'Efsa informa di stare valutando la disponibilità di vaccini contro l'influenza aviaria per il pollame ed esaminando potenziali strategie di vaccinazione. Per conoscere i risultati di questo lavoro, a cui stanno contribuendo anche l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) e l'Eurl, bisognerà attendere la seconda metà del 2023.

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