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Venerdì, 29 Marzo 2024
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L'Ue aiuta l'Ucraina a continuare a coltivare. A rischio sicurezza alimentare globale

Nonostante l'invasione, è indispensabile garantire i raccolti, ma mancano carburanti, fertilizzanti e manodopera. Mais e grano di Kiev nutrono le popolazioni di Medio Oriente e Africa

L'Europa non può permettersi che la guerra interrompa la produzione agricola in Ucraina, altrimenti gli effetti sul lungo periodo della crisi alimentare saranno ancora più drammatici di quelli attuali. Il programma di sostegno d'emergenza dell'Ue ha appena stanziato 330 milioni di euro per il Paese guidato da Volodymyr Zelensky, finalizzati a garantire l'accesso ai beni e ai servizi di base, nonché la protezione della popolazione. Tra gli obiettivi c'è anche quello di ricostruire le piccole infrastrutture civili, la sicurezza energetica, nonché appunto la produzione agricola.

Dalle notizie trapelate dall'Ucraina, il rischio di mancati raccolti di tonnellate di cibo è alto. Alcune sementi sono state distribuite nei campi, ma a destare preoccupazione sono le fasi successive. Manca infatti il carburante per le macchine agricole, che è stato sottratto e destinato a scopi militari. Altre falle riguardano l'assenza di fertilizzanti e dei prodotti necessari per la cura delle piante. C'è poi un problema di manodopera, in particolare in vista della raccolta, dato che gran parte degli uomini sono obbligati ad arruolarsi e centinaia di migliaia di persone stanno lasciando il Paese per rifugiarsi negli Stati dell'Ue limitrofi o per raggiungere i parenti, come stanno facendo donne e bambini in arrivo in Italia, dov'era già presenta una folta comunità di ucraini.

Nel corso di una riunione tecnica, una fonte della Commissione ha rivelato di aver ricevuto un “report preoccupante” secondo cui l'Ucraina non disporrebbe di sementi sufficienti. L'Ue sta provando quindi ad assicurare le necessità strategiche per l'agroalimentare del Paese in guerra e di garantire la persistenza delle sue riserve. Per sostenere la sua produzione agricola, la Commissione sta lavorando per “sviluppare e attuare una strategia di sicurezza alimentare a breve e medio termine per garantire che i fattori di produzione raggiungano, ove possibile, le aziende agricole ucraine e che le strutture di trasporto e di stoccaggio siano mantenute”, si legge in una nota. Questo al fine di “consentire all'Ucraina di nutrire i suoi cittadini e di riconquistare infine i suoi mercati di esportazione”.

La Commissione dichiara di stare anche lavorando sul campo con l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) nell'Ucraina occidentale per sostenere le piccole aziende agricole al fine di garantire la loro produzione. Inoltre, la Commissione si impegna a garantire che l'accesso ai mercati dell'Ue sia “preservato e facilitato in modo flessibile sia per le importazioni che per le esportazioni dai mercati ucraini”. Questa opzione avviene su esplicita richiesta delle autorità agricole ucraine. Bruxelles afferma inoltre di aver mobilitato la più grande risposta di sempre del meccanismo di protezione civile dell'Ue per sostenere il popolo ucraino, fornendo aiuti medici e generi alimentari.

A preoccupare i vertici europei non è solo l'accesso al cibo da parte della popolazione ucraina. Si tratta di arrestare anche l'effetto domino che la guerra ha scatenato sui mercati internazionali, dal momento in cui l'Ucraina ha cessato il suo export di materie prime quali grano, mais e oli vegetali. L'Unione europea è in gran parte indipendente dal grano ucraino, mentre il loro mais risulta essenziale per il mangime negli allevamenti europei. Per far fronte a queste carenze, la Commissione ha adottato una serie di azioni per aiutare gli agricoltori europei a far fronte all'aumento dei costi e produrre in maniera più indipendente dalle importazioni. Ad intimorire Bruxelles sono, però, sopratutto le ripercussioni del mancato arrivo di derrate alimentari nei Paesi del Medio Oriente e dell'Africa, la cui dipendenza da Kiev è invece netta. Oltre il 50% del fabbisogno di cereali di alcuni Paesi, tra cui Egitto, Yemen, Bangladesh e Nigeria, era soddisfatto dall'Ucraina. In queste aree è già stata attestata una grave insicurezza alimentare, ma negli scenari peggiori, in caso di ulteriori aumenti dei prezzi o, peggio, carestie, l'Ue prevede lo scatenarsi di rivolte, che comprometterebbero la già precaria stabilità internazionale, e un incremento delle migrazioni verso gli Stati membri dell'Ue. Per questa ragione la Commissione ha già intensificato l'assistenza umanitaria per le regioni e i gruppi di popolazione più colpiti dall'insicurezza alimentare. Pur puntando su una maggiore indipendenza e resilienza interna, per Bruxelles è diventato prioritario che l'Ucraina resti ai vertici della produzione agroalimentare.

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