rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Attualità

Attenti ai falsi origano, pepe e cumino. Sono le spezie più manipolate nell'Unione europea

Uno studio denuncia l'uso di additivi, coloranti e parti di piante non dichiarate. Sempre più richieste sul mercato, sono alterate nella catena di produzione e importazione

Spezie ed erbe fanno parte da secoli della nostra cucina, e negli ultimi anni la lista si è allungata, grazie alle sempre maggiori contaminazioni culinarie. La cucina asiatica in particolare è sempre più in voga nei ristoranti e nelle case degli europei. Non tutto quel che arriva sulle nostre tavole, per profumare e dare gusto ai piatti, è però autentico. La Commissione europea ha pubblicato i risultati di un controllo coordinato dalla direzione generale della salute e della sicurezza alimentare in 21 Stati membri dell'Ue, cui si sommano Svizzera e Norvegia. Il Centro comune di ricerca europeo ha eseguito quasi 10mila analisi, realizzando la più grande indagine finora realizzata sull'autenticità di erbe e spezie culinarie. Ne è emerso un quadro che desta preoccupazione, caratterizzato da pratiche illegali, frodi e mancata conformità dei prodotti rispetto alle descrizioni fornite sulle etichette.

In media ben il 17% delle erbe e delle spezie analizzate sono sospettate di essere adulterate. L'origano è in pole position, con dubbi di manipolazioni su quasi il 50% dei campioni, realizzate per lo più con l'aggiunta di foglie di oliva. A seguire il pepe (17% dei campioni), il cumino (14%), la curcuma e lo zafferano (11%), mentre paprika e peperoncino si bloccano al 6%.

La complessa catena dell'importazione

Nell'Unione europea vengono prodotte circa 100mila tonnellate di erbe e spezie all'anno. Tre volte maggiore è l'importazione, proveniente da Asia, Africa, America Latina e Caraibi. Nel 2019, gli Stati membri hanno importato 379mila tonnellate di spezie da Paesi terzi. Tra i principali esportatori ci sono la Cina (principalmente zenzero e paprika), il Vietnam (pepe), India (curcuma) ed Indonesia (cannella). Come sottolinea lo studio, le catene di approvvigionamento in questo settore tendono ad essere lunghe e complesse, passando attraverso molti Paesi. Spesso, erbe e spezie sono coltivate su scala di sussistenza in paesi extra-Ue e molti intermediari intervengono nella catena di approvvigionamento. È lì che si presentano le migliori opportunità per le pratiche fraudolente. “I campioni sono stati prelevati dalle autorità competenti degli Stati membri dell'Ue in varie fasi della catena di valore”, spiega Franz Ulberth, capo unità della sezione di Rilevamento e prevenzione delle frodi della Commissione europea, precisando: “Il piano di campionamento ha dato la priorità ai primi punti di controllo possibili della catena alimentare rispetto alla fine della catena”. L'80% dei campioni sarebbe stato prelevato ai posti di controllo di frontiera, ai produttori, agli importatori e ai grossisti, nonché all'interno degli stabilimenti di stoccaggio, trasformazione e confezionamento, mentre il 20% proviene dal livello della distribuzione e della vendita al dettaglio.

Un mercato in espansione: alimenti, bevande, cosmetici e farmaci

A rifornirsi di questi ingredienti, è principalmente l'industria di trasformazione alimentare (70-80%), seguita dalla vendita al dettaglio (15-25%) e dal settore della ristorazione (5-10%). Sul mercato la richiesta di elementi “naturali” è crescente e spinge gli operatori a inserire erbe e spezie in prodotti di diversi ambiti, che si tratti di cibo, bevande, cosmetici, integratori alimentari o farmaci da banco. Con l'incremento della domanda, si diffondono anche i timori tra la popolazione. In un sondaggio lanciato dall'Eurobarometro lo scorso anno, gran parte dei cittadini europei aveva espresso perplessità sulle manipolazioni nella catena alimentare (61%), mentre il 55% era preoccupato dei rischi che i cibi possono provocare sulla salute. Un europeo su 4 chiede di poter far affidamento ai prodotti Ue allo stesso modo di quelli importati da Paesi terzi. Da qui la risposta dell'esecutivo europeo, che ha commissionato lo studio per garantire controlli più efficaci e puntuali.

Le manipolazioni: additivi, coloranti ed erbe 'esaurite'

Nella complessa catena di approvvigionamento sono state rilevate diverse tipologie di manipolazioni fraudolente, applicabili in ogni fase del processo, dalla lavorazione, alla spedizione, fino all'accesso sul mercato. Le alterazioni più comuni riguardano l'aggiunta di ingredienti, additivi, coloranti o altri componenti non approvati. Talvolta gli ingredienti inseriti sono autorizzati, ma la comunicazione è fatta per trarre in inganno il consumatore, rispetto ad esempio alla dose presente. Infine vi sono i casi in cui sono state omesse o rimosse componenti essenziali, ad esempio nel caso di erbe esaurite, di materiale disoleato o sgrassato. Gran parte dei campioni sospetti contiene materiale vegetale non dichiarato. Coloranti non autorizzati sono stati rilevati solo nel 2% dei casi, mentre un campione conteneva un alto livello di cromato di piombo. Grazie a questo studio, le autorità di ispezione alimentare intendono indirizzare meglio le attività di controllo per combattere le frodi alimentari e scoraggiare le pratiche fraudolente, affinché ne beneficino sia le imprese oneste che i consumatori europei.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Attenti ai falsi origano, pepe e cumino. Sono le spezie più manipolate nell'Unione europea

AgriFoodToday è in caricamento