Roma contro Bruxelles: "Non garantisce trasparenza dei mercati, favorisce speculazioni"
La valutazione del ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli, preoccupato per esplosione dei prezzi e per la crisi idrica. Il governo suggerisce acquisti comuni da parte degli Stati membri
Un ministro dell'Agricoltura preoccupato e poco propenso all'ottimismo quello visto a Napoli nel corso del meeting “Techagricolture Italia – Israele'', incontro volto a rafforzare il partenariato tra i due Paesi sul piano dell'innovazione tecnologica. Stefano Patuanelli sa bene che il settore agricolo è uno di quelli su cui la guerra in Ucraina sta avendo un impatto immediato e pesante, con prezzi delle materie prime schizzati alle stelle, gravi difficoltà per numerose aziende italiane e rischi di ulteriori conflitti alle porte connessi alla scarsità di cibo in Paesi del Sud del Mediterraneo o dell'Africa subsahariana. "L'agricoltura è innovazione e la grande sfida sarà consentire a 10 miliardi di persone a breve termine di avere accesso a cibo sicuro", ha dichiarato il ministro, durante il suo intervento alla conferenza organizzata da Confagricoltura, in collaborazione con il Comune di Napoli e l'Università Federico II.
Nel suo discorso ha sottolineato la necessità di una "impronta ambientale possibile, usando sempre meno risorse che fanno difficoltà a essere rigenerate". Al centro delle preoccupazioni di Patuanelli c'è la grave crisi idrica, che ha colpito con fenomeni di siccità prolungata non solo il Sud e le isole, ma anche tutta l'area del Po nel corso di questo inverno. “È vero che possiamo incrementare la produzione ma è anche vero che oggi abbiamo dei problemi di approvvigionamento idrico”, ha affermato, commentando la crisi del grano deflagrata con il conflitto in Ucraina. La guida del dicastero ammette inoltre che ci sono fenomeni speculativi in atto, dato che in Europa non c'è un problema di quantità, poiché il grano venduto adesso è quello raccolto lo scorso anno. Per intercettare le speculazioni, il ministro suggerisce di aumentare lo stock del prodotto e gli acquisti collettivi.
A tal proposito rileva come un grave errore da parte dell'Ue è la circostanza di “non garantire una piena trasparenza dei mercati né la capacità di valutazione degli stoccaggi per capire quanto materiale c'è". Patuanelli, confidando nell'innovazione tecnologica, rileva però come "solo il 6% delle aziende ha accesso a Industria 4.0”, nonostante gli sforzi fatti dall'Italia. "In un anno da 540 milioni di investimenti siamo arrivati a 1,6 miliardi con un più 196%", rileva. La dimensione delle aziende resta pero' media. "Un'azienda media non può avere il suo drone, il suo sistema sensoristico allora c'e' bisogno strutture di trasferimento tecnologico che forniscono servizi a piccoli imprenditori", evidenzia il ministro. "Il tema è capire come intervenire. Io credo che vada ragionato nella capacità produttiva a livello europeo e non del singolo Stato membro anche perché all'interno dell'Europa le regole del mercato comune consentono un facile trasferimento delle merci" conclude Patuanelli.