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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Affonda nave nel Mar Rosso. Morte quasi 16mila pecore

Dal Sudan era diretta in Arabia Saudita. Tutti i membri dell'equipaggio sono salvi, ma si tratta dell'ennesima tragedia nel trasporto di animali, costretti ad affrontare viaggi in condizioni estreme

Il bilancio è tragico: migliaia di pecore morte su una nave affondata nel porto sudanese di Suakin, sul Mar Rosso. Per fortuna tutti i membri dell'equipaggio sono sopravvissuti, ma la stessa sorte non è toccata purtroppo alla maggior parte del bestiame a bordo, che contava 15.800 capi. L'imbarcazione, denominata Badr 1, stava esportando gli animali dal Sudan all'Arabia Saudita, avrebbe dichiarato un alto funzionario portuale sudanese, che ha preferito parlare in condizioni di anonimato secondo quanto riferisce il Guardian. "La nave affondata avrà ripercussioni sull'operatività del porto. Probabilmente avrà anche un impatto ambientale a causa della morte di un gran numero di animali trasportati dalla nave", ha sottolineato un altro funzionario, dopo aver rassicurato sulle condizioni dell'equipaggio.

In base alle ricostruzioni si è scoperto che alcuni marinai sono risultati positivi al Covid-19 e messi di conseguenza in quarantena quando la nave è arrivata a Fremantle più di tre settimane fa. Dovevano prelevare le pecore per trasportarle in Medio Oriente prima che, il 1° giugno, entrasse in vigore il divieto di accesso all'estate settentrionale per evitare che le pecore morissero per lo stress da caldo. Il Dipartimento federale dell'Agricoltura ha approvato una seconda richiesta di trasporto delle pecore, che dovranno partire entro mercoledì. Il valore totale del bestiame perduto è stato di circa 14 riyal sauditi (3,7 milioni di dollari), ha annunciato Saleh Selim, capo della divisione bestiame dell'associazione, il quale ha chiesto un'indagine sull'incidente. Le pecore salvate sarebbero appena 700 "ma sono state trovate molto malate”, e in condizioni di salute precaria.

Omar al-Khalifa, capo dell'associazione nazionale degli esportatori, ha dichiarato che la nave ha impiegato diverse ore per affondare al molo. Questo lasso di tempo suggerisce che i soccorsi sarebbero potuto intervenire per tempo e, magari, salvare un maggior numero di capi. La storica città portuale di Suakin ha perso nel tempo il ruolo di principale snodo del commercio estero del Paese, sostituita da Port Sudan, che si trova a circa 60 km più a nord lungo la costa del Mar Rosso. Il luogo dove è avvenuto l'incidente è già oggetto di indagini, dato che appena il mese scorso è scoppiato per un enorme incendio durato ore nell'area di carico, che ha causato ingenti danni. Negli ultimi anni, sono state attivate diverse iniziative per riqualificare il porto di Suakin, ma un accordo del 2017 con la Turchia per il restauro di edifici storici e l'espansione dei moli è stato sospeso dopo la cacciata del presidente di lunga data Omar al-Bashir.

Negli ultimi anni diversi incidenti incorsi durante i lunghi viaggi del bestiame hanno sollevato aspre polemiche da parte di animalisti e ambientalisti, che nell'Unione europea hanno chiesto un cambio di rotta, più attenta al benessere animale. L'Anit, la commissione d’inchiesta sulla protezione degli animali durante il trasporto, è stata incaricata nel 2020 di valutare la situazione attuale in tutta Europa. Durante le indagini sono state verificate violazioni ripetute e gravi, evidenziando in particolare problemi di sovraffollamento, inadeguatezza dei dispositivi di abbeveraggio e la mancanza di acqua e cibo. In molti casi, gli incidenti sono dovuti a veicoli non adatti, che determinano condizioni insostenibili, soprattutto durante lunghi tragitti, che possono durare giorni o settimane. Sulla base di questo report, gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione di adottare, in vista di un nuovo regolamento previsto per il 2023, misure adeguate e sanzioni appropriate al fine di ridurre i trasporti eccessivamente lunghi e garantire la salvaguardia del bestiame, una condizione ritenuta fondamentale anche per proteggere la salute dei consumatori.

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