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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Troppo poco zucchero e in Germania la barretta 100% cacao non può chiamarsi cioccolato

La nuova varietà di Ritter Sport si scontra con le normative alimentari tedesche per un problema di terminologia. L'azienda insorge e promette battaglia: "Questa regola è assurda"

La barretta può anche essere composta al cento per cento di cacao, ma se non contiene almeno un po' di zucchero non può essere considerata cioccolato. È il paradosso che si è trovata ad affrontare la Ritter Sport a causa del suo nuovo prodotto che si chiama Cacao y Nada, cacao e nient'altro appunto. L’azienda dolciaria tedesca, che produce cioccolato nella sua fabbrica vicino a Stoccarda da più di 100 anni, si è ritrovata a scontrarsi con una serie di normative alimentari nella severa Germania dopo che le è stato detto che la sua ultima creazione non può essere chiamata “tavoletta di cioccolato” perché non contiene zucchero.

La normativa

Come spiega lo Spiegel il motivo è legato alla legge alimentare locale. Secondo la normativa tedesca sul cacao e sui prodotti a base di cioccolato del 2003, la cosiddetta Kakao-Verordnung, il cioccolato non è costituito solo da ingredienti come la massa di cacao, il cacao in polvere e il burro di cacao, ma anche dallo zucchero. Ma nel suo ultimo prodotto l’azienda di Waldenbuch non utilizza lo zucchero, ma un dolcificante naturale che viene estratto dai baccelli della pianta stessa di cacao. Ma in questo modo, dal punto di vista legale, la tavoletta di cioccolato non è più cioccolato. Come riporta il Guardian Ritter Sport ha accusato i regolatori alimentari tedeschi di non essere al passo con le tendenze moderne, tra cui il passaggio dallo zucchero verso alternative più sane. Per il capo dell’azienda, Andreas Ronken, “è assurdo che un prodotto che è totalmente fatto di cacao e non ha bisogno di zuccheri aggiunti, non possa essere chiamato cioccolato in Germania”. Per Ronken “se la salsiccia può essere fatta con i piselli, allora il cioccolato può essere fatto senza zucchero”. La società ha per il momento ha accettato di vendere il prodotto con l'etichetta “Kakaofruchttafel” (barretta al cacao) perché secondo la legge chiunque violi “la regola del cacao” rischia multe e, in casi estremi, un divieto di vendita, ma è intenzionata a dare battaglia. Sembra improbabile comunque che il cambio della denominazione possa influire sulle vendite della Ritter Sport che è sul mercato in altri cento Paesi.

L'altra causa

Non è la prima volta che l’azienda si trova sotto i riflettori per questioni legali. Dopo una battaglia legale di dieci anni, nel 2020 ha sconfitto la svizzera Milka che chiedeva di porre fine al diritto esclusivo della sua concorrente di vendere cioccolato in barrette quadrate e non rettangolari. La corte federale di giustizia (Bgh) della Germania ha però stabilito che la Ritter potrà mantenere il monopolio delle barrette quadrate che ora sono diventate il suo marchio di fabbrica (oltre che un marchio tutelato).

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