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Martedì, 19 Marzo 2024
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"Vietato chiamarla salsiccia se non è carne", scontro in Ue tra allevatori e vegani

Si avvicina la decisione del Parlamento europeo in merito al divieto di denominazione per le 'imitazioni' vegetali. Ma i sostenitori delle diete meat-free negano rischi di confusione: "Tutti sanno che non c'è burro nel burro di arachidi, né panna nella crema di cocco"

“Ceci n’est pas un steak”, questa non è una bistecca. La lobby europea delle associazioni agricole ricorre all’arte del surrealismo belga di René Magritte per lanciare una campagna contro l’uso di denominazioni di carne e prodotti lattiero-caseari per le imitazioni vegetali, sempre più popolari tra chi predilige la dieta vegana o vegetariana. Il mese prossimo il Parlamento europeo dovrà infatti esprimersi sui controversi prodotti che finiscono su scaffali e banchi frigo dei supermercati come “salsiccia vegana” o “hamburger senza carne”. Sul tavolo Ue c’è la possibilità di introdurre un divieto a questo tipo di denominazioni, ma anche il rimando della questione a una nuova proposta della Commissione europea. Se l’Eurocamera “decidesse di lasciare aperto uno spiraglio” su tali etichette, avverte la lobby agricola Copa-Cogeca, “aprirebbe un vaso di Pandora che a lungo termine avrà conseguenze sia sui consumatori che sugli agricoltori”.

La posizione di allevatori e imprese del settore zootecnico è molto chiara: se un prodotto non contiene carne non può essere venduto con una denominazione che richiama prodotti a base animale, in quanto i consumatori possono essere confusi e indotti a comprare prodotti vegetali al posto di bistecche e salsicce ‘vere’. Dall’altra parte della barricata ci sono associazioni a favore della dieta vegana come ProVeg International, che recentemente hanno dato vita all’Alleanza europea per gli alimenti a base vegetale per mettere tali prodotti "al centro della transizione verso sistemi alimentari più sostenibili e sani". 

“Sappiamo tutti benissimo - scrive Jasmijn de Boo, vicepresidente ProVeg International - che non c'è burro nel burro di arachidi, né panna nella crema di cocco e né carne nella carne macinata, i consumatori sanno esattamente cosa stanno mangiando quando acquistano hamburger o salsicce vegetariane”. “Non ci sono assolutamente prove che suggeriscano che i consumatori siano confusi o fuorviati dall'attuale etichettatura dei prodotti vegetariani e vegani”, aggiunge la de Boo. L’alleanza pro-vegani ha già raccolto 100.000 firme in tutta Europa contro la proposta del Parlamento europeo di vietare l'uso di nomi come "hamburger" e “salsiccia" per prodotti senza carne, nonché termini descrittivi come "stile yogurt" e "alternativa al formaggio" su prodotti vegetariani e vegani. 

“Il settore dei prodotti di origine vegetale dovrebbe essere più creativo” controbattono le associazioni a difesa degli allevatori. “Invece di investire nelle attività di lobbying, queste aziende dovrebbero lavorare su nuovi concetti di marketing, per ottenere il riconoscimento dei consumatori e risolvere il paradosso fondamentale dell'industria delle imitazioni vegetali”, si legge nel comunicato di Copa-Cogeca.

Le associazioni in difesa di prodotti vegetali rispediscono tali inviti al mittende definendo le proposte di divieto delle denominazioni di ‘carne vegana’ “in diretta contraddizione con gli obiettivi dichiarati dall'Ue nel Green Deal europeo e nella strategia Farm to Fork per creare sistemi alimentari più sani e sostenibili”. “La strategia Farm to Fork - aggiunge Jasmijn de Boo - afferma esplicitamente la necessità di responsabilizzare i consumatori a scegliere cibo sostenibile e di rendere più facile scegliere diete sane e sostenibili”. “Vietare l'uso di questi termini si rivelerà costoso per l'intera industria alimentare, con conseguenze sostanziali per i produttori, i rivenditori e i punti di ristoro”, conclude l’esponente dei gruppi pro-vegan.

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