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Martedì, 19 Marzo 2024
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A cura di Raffaella Pergamo

Laureata in Commercio Internazionale e Mercati Valutari, è una ricercatrice del Consiglio per la ricerca e l’analisi dell’economia agraria. Attualmente lavora al Mipaaf presso la postazione tecnica della Rete Rurale ed è coinvolta nella Rappresentanza nazionale presso il Comitato Sviluppo rurale della Commissione europea e nel Coordinamento orizzontale delle problematiche di corretta interpretazione tecnica della normativa unionale, con funzioni di collegamento tra le Autorità di gestione, la Commissione e il Consiglio UE. I suoi interessi di ricerca sono, altresì, analisi economica delle filiere, agricoltura di precisione e digitale, strumenti finanziari per l’agricoltura, economia circolare e tutela della biodiversità. E’ autrice e coautrice di numerose pubblicazioni di taglio economico-agrario ed ha partecipato in qualità di relatore a diversi convegni nazionali ed internazionali. Dal 2010 è socia della Società Italiana degli Economisti Agrari. E’ componente del CUG CREA e partecipa alle attività della Rete Alleanza per le donne

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Il liquore lo "sponsorizza" la Polizia: "Se bevi non guidi"

Un'azienda di Caserta ha prodotto una selezione di bottiglie limitate che pubblicizzano l’accordo con le forze dell'ordine per diffondere il messaggio “bere responsabile”

Il periodo della pandemia ha segnato in maniera negativa l’andamento di diversi settori in Italia, tra cui quello delle bevande alcoliche, che ha fortemente risentito sia della mancanza della vita di relazione, delle fiere e delle mostre ma anche della pesante partita dell’aumento delle accise. Il settore, inoltre, è stato messo sotto lente di ingrandimento per il temuto abuso di alcol da parte dell’Istituto Superiore di Sanità che ha constatato nel 2020 un aumento esponenziale dei consumi domestici di vini e liquori, per sfuggire all’isolamento con gli aperitivi digitali.

Ma il settore in Italia gode di una discreta visibilità ed è consapevole del valore intrinseco dei territori e la spinta per reagire a performance nettamente in discesa rispetto agli anni precedenti è arrivata proprio dal tessuto imprenditoriale dedicato che, in alcuni casi, si è messo in gioco per testare la leadership italiana in percorsi innovativi che potevano sostenere comunque una dimensione economica soddisfacente delle proprie attività. Raccontiamo, qui, l’idea del cocktail prêt-à-porter,  un innovativo mini shaker iMIX brevettato dalla start up napoletana 4.0 Smart Drinks.

L’idea è stata  coniata dall’Antica Distilleria Petrone, azienda casertana capitanata dal giovane manager Andrea Petrone, che rappresenta la quinta generazione dell’azienda stessa. Per garantire un cocktail fresco alla clientela, lo shaker iMIX - Fresh Cocktail presenta delle caratteristiche organolettiche superiori perché la miscelazione effettuata al momento del consumo fa aprire in modo ottimale le molecole e sprigionare al meglio il gusto dei vari ingredienti e, per legare l’innovazione ai prodotti storici aziendali, l’azienda  ha pensato bene di rendere disponibili i gusti Limoncello Red, Amarè Crush e Guappa Rum e Pera che appartengono alla linea “Italian temptation” creata con i liquori di punta dell’Antica Distilleria Petrone. Il cocktail innovativo è in vendita dal 4 marzo del 2021 sulla piattaforma e-commerce dell’azienda ed è già discretamente diffuso nei lounge bar e nell’HORECA. 

Ma un altro impegno per il settore è rappresentato, anche, dall’anticipo delle sfide  della  Strategia Farm to Fork e dalla riduzione del consumo dannoso di alcol, con lo sviluppo di  etichette sostenibili e di iniziative equilibrate in grado di incidere sui modelli e gli stili di vita. Per inciso, tornando all’imprenditore Petrone, la sensibilità su questi temi  ha permesso di  avviare  una promozione,  dal 18 giugno 2021,  di  una selezione di bottiglie limitate col tricolore e dai colori azzurro e bianco che pubblicizzano l’accordo con la Polizia di Stato per diffondere il messaggio “bere responsabile”, con lo slogan ‘Se guidi non bevi, se bevi non guidi’”. 

Per finire si è, anche, nel pieno di stravolgimenti derivanti da novità normative come quanto previsto dalla direttiva 1151/2020, che ha introdotto delle nuove figure giuridiche prima sconosciute alla direttiva 92/84, e cioè la figura del piccolo produttore indipendente di prodotti alcolici intermedi e di alcool etilico (piccola distilleria indipendente, essenzialmente di liquori e distillati), che vanno ad affiancarsi alla figura preesistente del piccolo produttore di vino e che prevede un sistema di autocertificazioni, tese a sostituire i controlli amministrativi ai quali sono soggette le aziende.

E’, chiaro, quindi che, sulla base di quanto esposto, la ripresa italiana del settore degli alcolici è condizionata dalle tante novità esistenti nella normativa e negli strumenti a disposizione ma, di certo, la maturità del settore e dei suoi imprenditori faciliterà il percorso della transizione, reso più arduo dall’andamento ancora incerto della pandemia sanitaria in corso.

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