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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Agricoltura biodinamica: cos'è e perché è stata eliminata (in parte) dalla legge sul biologico

A causa dei riferimenti ad influenze astrali e a pratiche esoteriche, viene contestata dal mondo scientifico. Una società tedesca detiene il marchio, ma molti coltivatori la praticano senza etichetta

Il cornoletame non verrà equiparato alle pratiche dell'agricoltura biologica. Il termine “biodinamica”, che include tale pratica, è stato stralciato tramite un emendamento dall'articolo 1 del disegno di legge sulla legge sulla tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura. Il testo, approvato alla Camera, e rimandato per l'ennesima volta per il voto in Senato, è il frutto di accese discussioni tra difensori e contestatori (soprattutto scienziati) di una pratica che affonda le sue radici nella filosofia steineriana. Con lo stralcio ha vinto davvero la scienza o si tratta di un successo solo di facciata? Proviamo innanzitutto a capire cos'è in sintesi la biodinamica, in cosa differisce dal biologico e quali sono le ragioni principali di detrattori e sostenitori di questa pratica tanto discussa nel settore agricolo.

In cosa consiste l'agricoltura biodinamica

L'agricoltura biodinamica si auto-definisce come “un approccio olistico, ecologico ed etico” per l'agricoltura e la silvicoltura. Il termine fa riferimento alla corrente filosofica del tedesco Rudolf Steiner, che istituì questa pratica all'inizio del '900. Come aveva ricostruito Stefano Liberti per Internazionale, il filosofo austriaco formulò la convinzione che l’azienda agricola va considerata come un vero e proprio organismo vivente, in cui ogni singola parte contribuisce al benessere complessivo. La biodinamica include pratiche agronomiche basate su principi condivisi col biologico, come la rotazione tra colture, la concimazione vegetale attraverso i sovesci, l'assenza di trattamenti chimici. Si differenzia dai protocolli del biologico, però, in quanto “parla anche apertamente di influenze astrali, di energie cosmiche che devono essere attivate grazie alle forze nascoste della natura e all’azione dei corpi celesti”.

Le aziende che aderiscono ai principi della biodinamica utilizzano, ad esempio, fertilizzanti particolari, cosiddetti preparati, legati a rituali mistici e a cui sono attribuite proprietà magiche. Tra i più noti figura il cornoletame (o Preparato 500) composto da un corno di mucca che abbia partorito almeno una volta, riempito di escrementi e seppellito in inverno. In seguito viene riesumato a Pasqua per essere sciolto in acqua “dinamizzata”, cioè mescolato in una grande quantità d’acqua, per essere poi usato per fertilizzare i campi. Altri risultati benefici deriverebbero dalla pratica di riempire la vescica di un cervo maschio con i fiori di Achillea millefoglie, sotterrarla per alcuni mesi e infine usarla come fertilizzante. Arrivando ai giorni nostri il termine “biodinamica” è divenuto un vero e proprio marchio, posseduto dalla società multinazionale tedesca Demeter, che sostiene di essere l’unica a poter assegnare la certificazione di un prodotto biodinamico.

In uno studio del 2020, pubblicato sull'American Institute of Science, è stata costruita una mappa dei Paesi dove si pratica questa tipologia di agricoltura, che comprende 55 paesi per un totale mondiale di 251.842 ettari biodinamici certificati. La Germania è in testa al mondo con 84.426 ettari, seguita dall'Australia con 49.797 ettari e dalla Francia con 14.629 ettari. In Italia gli ettari certificati sono 10,781, ma i numeri sono molto più ampi se si considera che, dei 4500 coltivatori registrati come biodinamici dal ministero delle Politiche agricole, solo 450 sono dotati della certificazione rilasciata dalla Demeter.

Le critiche del mondo scientifico

Secondo l’Istituto di bioscienze e biorisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) la biodinamica comprende attività prive di valore scientifico ed è indicata come disciplina esoterica. L'Associazione Italiana delle 22 Società Scientifiche Agrarie (Aissa), in una lettera inviata al Parlamento lo scorso maggio, chiarivano che le pratiche della biodinamica “non hanno alcun fondamento scientifico”. Nel chiedere di stralciarla dal testo sul biologico esprimevano “una grande preoccupazione per l’avallo ufficiale che il metodo biodinamico potrebbe ricevere”. Gli scienziati temono in particolare che i finanziamenti messi a disposizione per il biologico possano essere usati per pratiche esoteriche, con uno scenario “pericoloso” in cui i fondi pubblici possano attivare “iniziative didattiche e progetti di ricerca su fenomeni privi di fondamento scientifico, quali i presunti effetti delle forze astrali sulle colture e sul suolo”.

Perché vuole rientrare nella legge sul biologico

Il disegno di legge approvato alla Camera ha l’obiettivo di riorganizzare l'insieme di norme e regolamenti riguardanti la pratica dell’agricoltura biologica, in modo tale da applicare in modo più efficace le direttive dell’Unione europea. Le norme dovrebbero facilitare l'accesso dei produttori, rispettosi delle regole stabilite, ai fondi europei, evitando complicazioni burocratiche. Al contempo, il quadro giuridico dovrebbe facilitare le scelte dei consumatori orientati al biologico, un settore che in Italia sta assumendo una centralità sempre maggiore. Con oltre 80mila operatori, connesso ad un aumentato del 71% dell’occupazione, il nostro Paese è il primo in Europa (secondo al mondo dopo gli Usa) nell’esportazione di prodotti bio, con oltre 2,9 miliardi di euro di fatturato, circa il 6% di tutto l’export agroalimentare nazionale.

Oggi che l'Unione europea chiede di incrementare la quota del biologico per soddisfare gli obiettivi di sostenibilità ambientale contenuti nel Green Deal e nella strategia Farm to fork, questo settore può solo trarre vantaggi maggiori, andando a spartire una fetta più consistente rispetto al passato dei fondi previsti dalla Pac. Ma lo stralcio basta a escludere la biodinamica da tutela giuridica e finanziamenti? Come nota Il Fatto Quotidiano, nel testo approvato alla Camera permane un secondo riferimento, proprio quello che riguarda il Tavolo tecnico per la produzione biologica, che include tra i partecipanti anche un rappresentante del metodo biodinamico. Inoltre, la stessa prima firmataria della legge, Maria Chiara Gadda di Italia Viva, definisce la decisione una sintesi tra varie posizioni. Nella sua dichiarazione in aula ha chiarito: “L’agricoltura biodinamica rimane, così come resta nei piani di settore, ai tavoli tecnici e nei bandi di gara in quanto parte già normata del settore e rispettosa delle regole sul biologico”.

Federbio, AssoBio e Associazione Biodinamica in un comunicato congiunto hanno espresso rammarico rispetto allo stralcio ma ribadiscono: “il biodinamico continuerà ad essere presente e sostenuto [...] in quanto pratica agronomica che si riconduce al metodo biologico, già riconosciuta fin dal primo Regolamento europeo del 1991 in materia di agricoltura biologica”. Insomma, pur mancando un riferimento legislativo nazionale pieno, diverse forme di tutela restano in piedi. In un dibattito così acceso, Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio ha ammonito i detrattori sottolineando: “Come hanno chiesto alcuni parlamentari, ci auguriamo adesso che il mondo scientifico si impegni con la medesima determinazione per la riduzione dell’uso dei pesticidi e di altre sostanze di chimica di sintesi, a tutela della fertilità dei suoli e della biodiversità”.

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