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Giovedì, 25 Aprile 2024
Fact check

Perché grano e mais sono sempre più cari

La Fao lancia l'allarme. Colpa di siccità e produzione insufficiente. Ma pesano anche le speculazioni in Cina

Materie prime come grano e mais sono sempre più care, a causa dei costo più alti degli oli vegetali. La Fao (Food and Agricolture organization) ha registrato a gennaio 2022 un record storico, con l'indice dei prezzi delle materie prime alimentari schizzato a 135,7 punti. Un record.

Il perché dei rincari

Secondo le analisi dell'organizzazione delle Nazioni Unite, specializzata in questioni agroalimentari, i prezzi dell'olio di palma sono stati sostenuti in particolare dalle preoccupazioni per una possibile riduzione delle disponibilità dall'Indonesia, il principale esportatore mondiale, mentre i prezzi dell'olio di soia sono stati sostenuti da robusti acquisti, in particolare dall'India. I prezzi dell'olio di colza, invece, sono stati spinti in alto dalla persistente scarsità dell'offerta, mentre le quotazioni dell'olio di semi di girasole sono state influenzate da un'offerta scarsa, incapace di soddisfare la crescente domanda globale. L'aumento del presso del mais è stato influenzato dalla persistente siccità in America Latina, mentre i prezzi del grano sono stati calmierati da grandi raccolti realizzati in Argenitina e in Australia.

Questo stato di crisi deriverebbe anche dagli accaparramenti, dalle speculazioni e dalle tensioni internazionali con la Cina. Secondo un'analisi di Nikkei Asia, realizzata con dati forniti dal dipartimento americano dell’agricoltura (Usda), il gigante comunista entro la prima metà dell’annata agraria 2022 si sarà assicurato il 69% delle riserve mondiali di mais per l’alimentazione del bestiame ma anche il 60% del riso e il 51% di grano alla base dell’alimentazione umana nei diversi continenti. Questo quadro potrebbe comportare ulteriori aumenti dei prezzi e, nelle ipotesi peggiori, delle carestie. “L’Europa paga la dipendenza dai fornitori extra-Ue, come la Cina, che potrebbe estendere il blocco dell’export del fosforo fino a giugno 2022”, afferma Rossana Conte, eurodeputata della Lega, che chiede all'Unione europea di “agire subito, anche facendo pressioni a livello commerciale”.

La situazione in Italia

In Italia l'allarme è stato rilanciato dalla Coldiretti, che preme affinché il nostro Paese adotti un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per alcuni prodotti di base principali, come grano e mais, da integrare con il piano nazionale per le proteine utilizzate per il mangime negli allevamenti. In tal modo si potrebbe recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri. Secondo la confederazione, mentre a livello mondiale i prezzi corrono, in Italia i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riuscirebbero neanche a coprire i costi di produzione. Il balzo dei beni energetici si trasferisce sui bilanci delle imprese agricole, strozzate da aumenti dei costi non compensati da prezzi di vendita adeguati.

Molte aziende, denuncia la confederazione, stanno vendendo sottocosto anche per effetto di pratiche sleali, che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali. Con l’avvio delle operazioni colturali in inverno, spiega ancora la Coldiretti, gli agricoltori sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre, l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi. L’urea (un fertilizzante a base di azoto molto diffuso) è passata, ad esempio, da 350 a 850 euro a tonnellata (+143%).

L’aumento dei costi energetici riguarda anche il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per la pesca, con la flotta nazionale costretta a rimanere in banchina. Il rincaro dell’energia, continua la Coldiretti, si abbatte anche sui costi di produzione per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i barattoli fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti. Gli effetti incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, dalle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi.

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