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Giovedì, 25 Aprile 2024
La sfida

L'Italia contro la Slovenia per tutelare l'aceto balsamico di Modena

Il Paese balcanico ha notificato all'Ue una norma tecnica, che potrebbe danneggiare una tradizione di eccellenza che vale un miliardo di euro

In gioco c'è 1 miliardo di euro. È quello che vale la denominazione “aceto balsamico”, sulla quale l'Italia ha ingaggiato battaglia nei confronti della Slovenia. L'obiettivo è quello di difendere l'autenticità di una delle produzioni più note e vendute, tutelata sin dal 2009 tramite l'Indicazione geografica protetta. La bagarre si era intensificata già lo scorso anno, quando il Governo sloveno aveva notificato alla Commissione Europea una norma tecnica nazionale in materia di produzione e commercializzazione degli Aceti, nel tentativo di commercializzare come "aceto balsamico" qualsiasi aceto di vino miscelato con succo di frutta concentrato o mosto. Una sorta di standardizzazione, che il governo italiano ha subito letto come la base per possibili danni commerciali per la prelibatezza di Modena e Reggio-Emilia.

Per scongiurare il rischio di vedersi “soffiare” una denominazione di pregio, Roma ha avviato una procedura di infrazione contro la Slovenia, reputandola una minaccia per una tradizione reputata di eccellenza, nonché per un mercato il cui fatturato alla produzione supera i 370 milioni di euro, mentre quello al consumo raggiunge, come accennato, il miliardo di euro. Nel 2021 era arrivato un nuovo record, annunciato dal Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP. Dopo aver superato la soglia dei 100 milioni di litri prodotti e certificati, lo scorso anno è stato registrato un incremento della produzione e delle vendite del +17%.

A questo universo appartengono 101 cantine, 48 concentratori, 80 acetaie e 174 confezionatori, mentre gli addetti al settore superano la cifra mille. Il primo ministro Mario Draghi ha dato il via libera all'avvio del procedimento da parte dell'Avvocatura dello Stato. Il primo passo prevede una consultazione con la Commissione prima di portare, se necessario, il caso alla Corte di giustizia dell'Unione europea. "Dopo mesi di attesa e preoccupazione, finalmente si intravede uno spiraglio di luce: dobbiamo solo attendere i tempi tecnici per lo svolgimento delle procedure interne che nell’arco dei prossimi mesi porteranno alla formalizzazione del ricorso", ha dichiarato Mariangela Grosoli, presidente del Consorzio.

Non si tratta del primo agguato alle eccellenze italiane che si consuma a Bruxelles. In questo periodo il ministero dell'Agricoltura è già impegnato contro la denominazione Prosek, utilizzata dalla Croazia per indicare un vino liquoroso, inviando dodici opposizioni per impedire che venga a crearsi confusione con il Prosecco, il vino nostrano più venduto al mondo. I produttori italiani di aceto balsamico provano da tempo a tutelarsi, non sempre ottenendo i risultati sperati. Nel 2019, ad esempio, hanno perso una sfida legale per impedire a un'azienda tedesca di utilizzare sulle etichette dei suoi prodotti i termini “balsamico” e “Deutscher balsamico” (balsamico tedesco).

In quell'occasione la Corte di giustizia Ue ha stabilito che il termine protetto aceto balsamico di Modena "non si estende all'uso di termini individuali non geografici", precisando che il nome aceto è comune mentre “balsamico” è un aggettivo diffusamente usato per indicare un aceto dal sapore agrodolce. Questo significa che, mentre il marchio “aceto balsamico di Modena” può essere utilizzato solo da produttori all'interno di una specifica area geografica, non sussistono restrizioni di questo tipo per la semplice denominazione “aceto balsamico”.

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