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Martedì, 23 Aprile 2024
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Mercati esteri strategici per il biologico italiano, esportazioni in crescita dell'8 per cento

I consumi a livello mondiale sono aumentati in 10 anni del 115 per cento con Germania, Scandinavia e Stati Uniti tra i mercati con le maggiori prospettive di sviluppo

I mercati esteri sono sempre più importanti per il settore dei biologico italiano. Lo scorso anno le esportazioni di questi prodotti sono cresciute dell'otto per cento, pari al 3,5 per cento del totale agroalimentare. Ora la sfida all'internazionalizzazione del bio Made in Italy si gioca sulla capacità di capitalizzare la crescita di produzione e consumi interni e di accrescere la presenza dei produttori del settore, proprio nelle catene del valore dei mercati stranieri.

È il messaggio lanciato da Cia-Agricoltori Italiani e Anabio, la sua associazione per la promozione del Biologico, in occasione del webinar sul tema e dedicato alla piattaforma ItaBio organizzato con Nomisma, Agenzia Ice e FederBio. I consumi bio a livello mondiale sono cresciuti in 10 anni del 115 per cento con Germania, Scandinavia e Stati Uniti tra i mercati con le maggiori prospettive di crescita. Ad attrarre i mercati esteri sono la pasta (+15,5 per cento nell'ultimo anno), il vino (+2,4 per cento sul 2019), con il 93 per cento dei consumatori americani e il 43 per cento dei cinesi.

E ancora frutta e verdura fresca, secondo prodotto italiano più esportato (+4 per cento sul 2019). Secondo Cia e Anabio, si tratta, dunque, di un quadro estremamente interessante per il mercato italiano che vale oltre 4,3 miliardi, sul quale occorre continuare a investire. Bene, secondo le associazioni, quindi puntare su fiere, formazione e assistenza per la certificazione bio necessaria ai mercati esteri.

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