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Giovedì, 25 Aprile 2024
La battaglia

Ue propone la vendita di olio d’oliva sfuso. Perché l’Italia dice di no

Bruxelles prova a ridurre gli imballaggi per tutelare l'ambiente. Molti produttori si oppongono, invocando rischio frodi e problemi di igiene, ma in Francia è una pratica già diffusa

Vendere olio d'oliva sfuso per risparmiare sugli imballaggi. Questa recente proposta della Commissione europea, finalizzata a rendere più sostenibili gli acquisti degli europei con l'avallo di ambientalisti e associazioni di consumatori, non riscontra consensi nelle industrie olearie, soprattutto quelle italiane. Bruxelles prova ad agevolare nuove abitudini di acquisto, al fine di ridurre imballaggi e inquinamento, ma ogni prodotto ha le sue peculiarità. La pratica è già possibile ad esempio per il vino, ma il mondo dell'extra-vergine si oppone strenuamente e promette battaglia.

Fedolive, la Federazione europea delle industrie olearie, nega ogni beneficio tangibile, sostenendo anzi rischi per la tutela dei consumatori. "L'impatto ambientale dell'imballaggio non sarà eliminato o ridotto al minimo se l'olio d'oliva sarà venduto sfuso, poiché sarà nuovamente confezionato in contenitori nei negozi, come altri prodotti venduti sfusi nei punti vendita al dettaglio, che ovviamente non saranno controllati come le confezioni standard di olio d'oliva per verificare la conformità con le normative ambientali", ha scritto l'organizzazione in una nota a Wolfgang Burtscher, che guida la Direzione generale dell'Agricoltura e dello Sviluppo rurale.

L'associazione di categoria cita come ideale un'altra soluzione, già esistente, per coniugare attenzione all'ambiente e garanzia di qualità per gli acquirenti. "Le vendite di olio d'oliva sfuso non garantiscono la sicurezza dell'alimento, a differenza della standardizzazione e del confezionamento in contenitori fino a 5 litri, che è stata dimostrata essere l'unica pratica che garantisce la protezione dei consumatori ed è stata anche convalidata dall'ultima revisione del Regolamento esecutivo 29/2012 sulle norme di commercializzazione dell'olio d'oliva", ha aggiunto la nota. La normativa stabilisce che tali confezioni siano dotate di un sistema che non può più essere sigillato dopo la prima apertura.

Le critiche principali arrivano dai Paesi in cima alla produzione e ai consumi del grasso più sano e tipico della dieta Mediterranea: Grecia, Italia e Spagna. L'associazione nazionale greca degli imbottigliatori di olio d'oliva (Sevitel) ha definito la proposta “un passo indietro per quanto riguarda la sicurezza del prodotto e la lotta all'adulterazione”, come dichiarato il direttore generale Yiorgos Economou. Nella lettera indirizzata a Bruxelles Fedolive ha sottolineato che l'olio d'oliva è un prodotto “con elevati requisiti nelle fasi di produzione, confezionamento e commercio, garantiti solo da prodotti standardizzati e di marca".

Al fronte dell'opposizione ha aderito anche Agrinsieme, il coordinamento che riunisce alcune delle principali federazioni agricole, quali Cia – Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. In una lettera indirizzata al Ministero della Politiche Agricole si chiede al governo di respingere la proposta di Bruxelles, citando rischi per la sicurezza, il mercato e la reputazione del settore. In particolare, l'organizzazione sottolinea che la qualità dell’olio d’oliva e la sicurezza sanitaria per il consumatore sarebbero compromesse dalla commercializzazione del prodotto in bottiglie aperte e riutilizzabili.

Si cita anche il “rischio di frodi, poiché risulterebbe molto difficile, se non impossibile, monitorare la qualità dell'olio d'oliva rimanente nel contenitore dopo la sua apertura”. Infine viene richiamata la trasparenza nei confronti dei consumatori, “che non avrebbero garanzie sulla corrispondenza tra quanto indicato in etichetta e quanto contenuto nella bottiglia riempita”. All'orizzonte ci sarebbe una distorsione della concorrenza interna nel mercato unico. L'alternativa dell'olio sfuso viene in realtà già praticata in Francia, con determinate garanzie. I consumatori possono effettuare gli acquisti in contenitori personali, ma le vendite sono monitorate e i contenitori, su cui il venditore applica etichette con tutte le informazioni, sono sigillati dopo il riempimento.

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